Lo scorso 15 gennaio Fancesca Migliano, di 52, è stata trovata morta all’interno della sua abitazione di via Cartoleria, a Bologna, dalla madre anziana: il medico-legale incaricato dalla Procura di eseguire l’autopsia sul suo corpo avrebbe ora escluso che fu uccisa.

Francesca Migliano morta a Bologna, ecco cosa è emerso dall’autopsia

La donna sarebbe deceduta a causa di un’emorragia interna: sul suo corpo, in sede di autopsia, non sarebbero stati trovati, del resto, segni di violenza. Lo riporta il Resto del Carlino, secondo cui, a questo punto, si potrebbe escludere che fu uccisa.

La posizione dell’uomo che era stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio potrebbe essere, di conseguenza, archiviata: il 50enne, amico della vittima, sarebbe stato l’ultimo a vederla in vita.

Difeso dall’avvocata Gabriella Moccia, davanti agli inquirenti aveva raccontato di essere fuggito in preda al panico dall’abitazione di Francesca dopo averla vista accasciarsi a terra e morire, senza che potesse fare niente per salvarla.

Stando alla sua versione, a quel punto, spaventato, non avrebbe raccontato a nessuno dell’accaduto. La svolta era arrivata lo scorso 15 gennaio, quando la madre della donna, insospettita dal suo silenzio, aveva deciso di andare a casa sua per controllare se stesse bene e l’aveva trovata senza vita.

Era ancora vivo, invece, il suo piccolo terrier, che aveva sparso ovunque il sangue, facendo credere agli inquirenti che all’interno dell’abitazione potesse essersi consumato un delitto. Possibilità che, alla luce degli accertamenti effettuati, appare remota.

Il caso di Ciampino

Il caso di Francesca Migliano ricorderà a molti quello di Francesca Russo, la ragazza di 26 anni che lo scorso 18 maggio è stata trovata senza vita all’interno dell’abitazione del suo datore di lavoro e fidanzato a Ciampino. L’uomo, di 39, ha raccontato di essersi accorto della sua morte solo dopo essersi svegliato, perché avevano dormito separatamente: lui in camera da letto, lei sul divano del salotto.

Attorno al suo corpo c’erano, pare, delle macchie di sangue. Cosa le abbia provocate dovrà stabilirlo l’autopsia: per ora non si esclude nulla. Neanche che la giovane possa essere morta a causa dei farmaci anticoagulanti che le erano stati prescritti da una quindicina di giorni in seguito a un intervento al setto nasale.

Di sicuro in questa fase non risultano indagati, né ipotesi di reato. Ma a breve potrebbero esserci sviluppi. La vicenda della 26enne, così come quella della 52enne di Bologna, potrà essere chiarita solo dagli accertamenti in corso, come è successo anche nel caso di Alessandro Gozzoli, trovato morto in casa a Modena l’anno scorso.

Si era subito ipotizzato che potesse essere morto al culmine di un gioco erotico, perché aveva le mani e i piedi legati al letto: poi si è capito che era stato, in realtà, vittima di una rapina. In due, due cittadini rumeni, alla fine sono finiti a processo: avrebbero ucciso il 40enne di Bazzano per derubarlo, fuggendo poi a bordo della sua auto.

Ad incastrarli, i filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi della sua abitazione e i movimenti delle sue carte di credito, che negli attimi successivi al delitto avrebbero usato per effettuare dei pagamenti. Hanno rispettivamente 20 e 21 anni: il primo è stato arrestato in Inghilterra, il secondo in Romania. Entrambi sono detenuti in Italia.