Dopo la rissa alla Camera, arrivano le sanzioni decise dall’ufficio di Presidenza. Che rischiano, però, di scatenare nuovi contrasti tra governo e opposizioni. Il Movimento 5 Stelle e gli altri partiti che si oppongono all’esecutivo giudicano, infatti, inique le decisioni del presidente Fontana, che mettono sullo stesso piano aggrediti e aggressori. I capogruppo di Camera e Senato dei Cinquestelle, Silvestri e Patuanelli, arrivano a definire le sanzioni “vergognose.

Rissa alla Camera, per Silvestri e Patuanelli del M5S contro le sanzioni: “Chi porta il tricolore equiparato a chi dà un cazzotto”

Lo scontro tra governo e opposizione ha superato il livello di guardia. La tensione non è mai stata così elevata, con l’apice raggiunto nella giornata di ieri, 12 giugno 2024, con la rissa scoppiata alla Camera dei deputati mentre si discuteva la riforma dell’autonomia differenziata. Insulti e violenze che da verbali sono diventate fisiche, con il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno raggiunto da un pugno.

Era convocato per oggi l’Ufficio di Presidenza nel quale il presidente della Camera Lorenzo Fontana avrebbe dovuto ascoltare i testimoni della vicenda e decidere le eventuali sanzioni da comminare.

Dopo una riunione-fiume, convocata alle 13 e caratterizzata da numerose fasi di stallo, fino a una richiesta di rinvio avanzata dalla maggioranza verso le ore 17:30, è arrivata la decisione del presidente Fontana, che ha comminato le seguenti sanzioni:

  • 15 giorni di sospensione per il deputato della Lega Igor Iezzi
  • 7 giorni di sospensione per il deputato di Fratelli d’Italia Enzo Amich
  • 7 giorni di sospensione per il deputato di Fratelli d’Italia Gerolamo Cangiano
  • 7 giorni di sospensione per il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone
  • 7 giorni di sospensione per il deputato della Lega Domenico Furgiuele
  • 7 giorni di sospensione per il deputato di Articolo Uno Nico Stumpo
  • 4 giorni di sospensione per il deputato del M5S Leonardo Donno
  • 3 giorni di sospensione per il deputato della Lega Stefano Candiani
  • 3 giorni di sospensione per il deputato del Pd Vincenzo Amendola
  • 2 giorni di sospensione per il deputato del Pd Arturo Scotto
  • 2 giorni di sospensione per il deputato del Pd Claudio Stefanazzi

Una decisione che ha scatenato l’ira delle opposizioni, che giudica ingiuste le sanzioni.

Ad alzare la voce davanti ai cronisti in attesa all’esterno del Parlamento sono i due capigruppo di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle, Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli. Il primo esprime l’indignazione del Movimento per quanto accaduto e attacca, accusando Fontana di aver preso una decisione che mette a rischio lo stesso equilibrio democratico del Paese:

“Siamo davanti alle sanzioni più vergognose e pericolose mai viste da questo Parlamento. C’è stata una equiparazione imbarazzante che apre precedenti molto pericolosi per l’andamento democratico del Paese. Siamo di fronte a uno dei momenti più bui delle istituzioni italiane”.

Silvestri accusa il governo di “non avere alcun tipo di contenuti” contro le obiezioni dell’opposizione sulle riforme e di volerla fermare, quindi, “con l’uso della forza“. Per il capogruppo Cinquestelle alla Camera è importante far capire agli italiani che l’opposizione è “pronta a dare battaglia” contro le riforme, in Parlamento come nelle piazze, richiamando alla manifestazione unitaria convocata per il 18 giugno a piazza Santi Apostoli a Roma.

“Più cercheranno di reprimere il pensiero del M5S, più noi saremo radicali nel nostro messaggio. E non solo qui dentro. Dovranno venire a utilizzare la loro violenza fisica anche nelle piazze”.

Patuanelli: “Questa maggioranza un insulto per le istituzioni del Paese”

Toni altrettanto duri sono quelli utilizzati da Patuanelli, che si scaglia contro il messaggio bruttissimo” lasciato dalle sanzioni:

“Consegnare un tricolore, la bandiera del nostro Paese, a un ministro della Repubblica è equiparato a chi dà un cazzotto a un collega. È un messaggio inaccettabile”.

Criticando il silenzio dei colleghi di maggioranza, cui era stata chiesta una presa di distanza rispetto a quanto accaduto ieri, il capogruppo M5S al Senato la definisce un insulto per le istituzioni di questo Paese.

“Vediamo parlamentari che emulando un uomo piccolo, come ho definito il generale Vannacci, fanno il segno della Decima nelle aule parlamentari. Ma dove stiamo arrivando?”

Infine, Patuanelli esprime la solidarietà sua e di tutti i parlamentari del Movimento a Leonardo Donno per la sanzione ricevuta. “Una delle più ingiuste che questo Paese ricorderà“, la chiosa del capogruppo.

La protesta delle opposizioni: “Aggredito e aggressori sullo stesso piano”

A poco sono servite le parole dello stesso Fontana, pronunciate nell’Aula di Montecitorio dopo aver esposto le sue decisioni. Poco più di un intervento di rito, nel quale il presidente della Camera ha ricordato che “il confronto politico […] non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri, ovvero nella violenza“, per poi “richiamare tutti i deputati” a evitare azioni o frasi che “possano minare l’immagine di questa Istituzione“.

Parole che il Partito democratico rispedisce al mittente, con Anna Ascani e Stefano Vaccari – membri dell’Ufficio di presidenza di Montecitorio – che sottolineano l’iniquità delle giornate di interdizione comminate ai deputati coinvolti.

Non è accettabile mettere sostanzialmente sullo stesso piano aggredito e aggressori. Per questa ragione abbiamo espresso un voto contrario nella riunione che ha deliberato le sanzioni comunicate dal Presidente all’Aula e agli interessati”.

Parere analogo espresso anche da Filiberto Zaratti che nell’Ufficio di Presidenza rappresenta Alleanza Verdi e Sinistra. Zaratti motiva il voto negativo suo e degli altri esponenti di opposizione (fatta eccezione per Roberto Giachetti di Italia viva e Benedetto Della Vedova di +Europa) sostenendo che Fontana “non ha stabilito eque sanzioni“.

“Il voto di Avs non poteva che essere negativo. La deliberazione dell’ufficio di presidenza in merito ai gravissimi fatti di ieri non ha stabilito eque sanzioni, al contrario ha finito per confondere vittime e responsabili e noi non ci stiamo”.

Hanno affidato, invece, a Twitter la loro reazione (ovviamente negativa) alla decisione dell’Ufficio di Presidenza, Arturo Scotto e Vincenzo Amendola, sanzionati rispettivamente con 2 e 3 giorni di sospensione.

Questo il tweet di Scotto:

Questo, invece, quello di Amendola: