Stablecoin, al bando Tether e altre nell’Unione Europea, a partire da luglio
L’Unione Europea metterà al bando alcune delle principali stablecoin, a partire da Tether (USDT), a partire dal primo giorno di luglio. Questa decisione, da considerare storica, fa parte di una serie di nuove normative previste dal Markets in Crypto Assets (MiCA), il nuovo regolamento che mira a regolamentare in maniera coerente l’uso di criptovalute nei 27 paesi che compongono l’eurozona.
Si tratta di un cambiamento normativo estremamente significativo. A renderlo tale il fatto che potrebbe avere larghe conseguenze sugli stessi mercati delle criptovalute, portando non solo incertezza, ma anche nuove sfide. Cui dovranno rispondere proprio le aziende operanti nel settore della blockchain, per non finire fuori dal gioco a loro volta.
Tether e altre stablecoin bandite dal territorio dell’Unione Europea
Dal prossimo primo giorno di luglio, Tether e altre stablecoin non avranno più possibilità di circolare lungo il territorio dell’Unione Europea. Si tratta di una conseguenza dell’entrata in vigore del MiCA, il nuovo regolamento sulle criptovalute adottate dall’UE.
Le stablecoin sono valute digitali progettate con un preciso intento: mantenere un valore costante creando un ancoraggio ad asset del mondo reale, ad esempio l’oro o le valute sovrane, in particolare il dollaro statunitense. Sotto tale veste hanno rappresentato una opzione popolare per quegli investitori terrorizzati dall’eccessiva volatilità di Bitcoin e Altcoin.
Nel tentativo di creare questo ancoraggio, però, hanno spesso dato vita a comportamenti spesso opachi. In particolare, di scarsa trasparenza è accusato l’USDT di Tether, che più di una volta nel passato ha dichiarato riserve a garanzia che in realtà non esistevano. Un problema che ha messo in allarme anche le istituzioni continentali, spingendole infine ad attivarsi per evitare problemi come quelli evidenziati dal crac di Terra (LUNA).
La misura per ottenere il massimo di sicurezza: elevati standard di liquidità e revisione
Per impedire che si possano verificare casi come quello della stablecoin algoritmica lanciata da Do Kwon, che ha ingoiato oltre 40 miliardi di dollari nel suo fallimento, il MiCA ha messo in preventivo rigide misura tese ad appurare il reale livello di liquidità delle stablecoin. Oltre ad imporre severi obblighi in termine di revisione, che mettono in pratica fuori gioco molti di questi token. A partire proprio da quello dominante sul mercato, USDT.
A partire dal primo giorno di luglio, di conseguenza, Tether non sarà più disponibile sulle principali borse europee, ad esempio Kraken e Bitstamp. Mentre continueranno ad esserlo alternative come USD Coin (USDC) di Circle e EUR Coin di Société Générale. Queste opzioni sono infatti conformi alle nuove normative e potranno tentare di riempire il vuoto creato dalla scomparsa di Tether.
È in vista una fuga di capitali?
Le nuove regole, stanno in queste ore sollevando anche preoccupazioni su una potenziale fuga di capitali dall’eurozona. Ove ciò accadesse non solo si verrebbe a verificare una vera e propria divisione del mercato, ma anche un aumento in termini di volatilità. Secondo gli osservatori, però, si tratta di un rischio relativo, in quanto non sono eliminate le stablecoin, ma solo quelle che non rientrano nei nuovi standard indicati.
Naturalmente, proprio da Tether sono state elevate le maggiori critiche al provvedimento. Lo ha fatto in particolare Paolo Ardoino, l’amministratore delegato dell’emittente di USDT. Ha infatti definito estremamente restrittive le nuove regole (e in effetti intendono esserlo), oltre che dannose per l’innovazione nel settore crypto. Per poi affermare che andare in direzione di una piena supervisione bancaria sulle stablecoin cozza con il principio della decentralizzazione che ne è alla base.
Accuse cui i sostenitori della nuova normativa controbattono ricordando che si tratta di misure tese a garantire maggiori livelli di sicurezza agli investitori. Oltre che livelli di trasparenza di cui troppo spesso proprio Tether si è beffata nel passato.