Lunedì scorso Andrea Paltrinieri, di 48, si è presentato alla caserma del Comando provinciale dei Carabinieri di Modena con il cadavere dell’ex moglie Anna Sviridenko nel bagagliaio: oggi, 13 giugno, il gip Carolina Clò ne ha convalidato l’arresto. Dovrà restare in carcere: è accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo. Esclusa, per il momento, la premeditazione.
Omicidio Anna Sviridenko, Andrea Paltrinieri resta in carcere: convalidato l’arresto
La notizia arriva all’indomani del lungo interrogatorio a cui l’ex ingegnere – ora disoccupato – è stato sottoposto in presenza del suo avvocato difensore al Sant’Anna di Modena. Andrea Paltrinieri, 48 anni, è accusato dell’omicidio dell’ex moglie 41enne Anna Sviridenko.
La donna, di origini bielorusse, è stata trovata senza vita – con una cintura, un sacchetto di plastica e un filo elettrico stretti attorno al collo – all’interno del bagagliaio del furgone con cui l’uomo, lo scorso lunedì notte, si è presentato in caserma per confessare il delitto.
Stando a quanto riporta La Gazzetta di Modena, non è escluso che abbia strangolato la vittima (mentre i figli erano dai nonni paterni) proprio all’interno del mezzo, dopo averla convinta a salire con una scusa: se avesse commesso l’omicidio all’interno del suo appartamento, avrebbe dovuto infatti trasportare il cadavere per due piani e poi caricarlo sul furgone, con il rischio di essere visto (dato che ancora non aveva fatto buio).
La ricostruzione del movente del delitto
Sembra che da un po’, tra i due, i rapporti si fossero fatti tesi: dopo la separazione Paltrinieri era tornato a vivere accanto ai genitori, nella zona Musicisti di Modena; l’ex moglie faceva invece la spola tra Innsbruck – dove nel weekend lavorava in ospedale – e San Felice Sul Panaro: era dottoronda in radiologia all’Unimore.
Aveva ottenuto l’affidamento prevalente dei figli Gregor e Giulio, di 5 e 3 anni, su decisione del tribunale austriaco e di quello italiano. Paltrinieri l’avrebbe presa di mira proprio per questo motivo: una volta venuto a conoscenza del fatto che sarebbe stata lei ad occuparsi dei bambini, l’avrebbe uccisa.
Restano diversi i punti da chiarire: davanti al pm che l’ha interrogato, l’uomo avrebbe rilasciato una serie di dichiarazioni spontanee che però non sono ancora state rese note. A differenza della Procura il gip ha escluso, per ora, l’aggravante della premeditazione, che sarà oggetto d’indagine.
La testimonianza di un amico della vittima
Una storica compagna di università della vittima e il marito, Davide Calanca – la cui famiglia viveva accanto ad Anna – sono a Minsk, il suo paese d’origine. “Io e mia moglie abbiamo salutato due poveri anziani genitori devastati che sono partiti per un viaggio allucinante di quattro giorni per giungere in Italia e cercare di riportare a casa la salma della loro figlia”, ha scritto l’uomo sui social.
“Non trovo più le parole giuste per raccontare degli occhi lucidi, dello smarrimento, della voce che manca, delle cose che non si conoscono ma che bisognerà fare”, ha aggiunto, spiegando che i costi per il recupero del corpo della 41enne sono tutt’altro che irrisori e che, per questo motivo, con molta probabilità sarà lanciata, a breve, una raccolta fondi.
“Chiunque volesse aiutare sarebbe ben accetto”, ha detto. Anche il fratello, Giulio, si sta dando da fare. “Aveva sempre il sorriso sulle labbra, sempre un sorriso per tutti. Era una persona incredibile“, ha dichiarato al Resto del Carlino riferendosi ad Anna, il cui nome, insieme a quelli di Giada Zanola e Sofia Stefani, va ad aggiungersi alla lunga scia di vittime di femminicidio, solo le ultime in ordine di tempo.