Il calciomercato scatta ufficialmente il primo luglio, ma le trattative già impazzano, per movimenti che secondo Stefano Guercini “porteranno ad un mercato di quantità, ma una qualità non da top”. Per un concetto secondo l’agente FIFA: andare avanti attraverso un progetto di crescita, dove al netto dei soldi incassati dalle squadre qualificate alle coppe europee, serve mettere radici future.

Da questo punto di vista Atalanta e Bologna sono degli esempi da seguire“, sottolinea Guercini, che spiega anche come l’Udinese “abbia già portato avanti questo percorso da anni”. Da non dimenticare anche la presenza del mercato arabo, ma questa volta non ci sarà la solita pioggia di milioni. Questo perchè “stanno capendo che serve investire sui vivai“, afferma Guercini, per cercare di portare avanti un progetto capace di reggere nel corso del tempo.

Non solo mercato, in esclusiva a Tag24 Stefano Guercini ha detto la sua anche sull’arrivo di Marco Baroni, un allenatore “preparato e che può dire la sua anche in una realtà importante come la squadra biancoceleste”.

Nel segno del calciomercato, le parole di Stefano Guercini a Tag24

D: Sarà un mercato più ricco rispetto alla passata stagione?

R: Diciamo che è un mercato particolare, legato ad alcune situazioni. Intanto abbiamo più squadre in Europa, questo può portare qualche club ad investire di più. Poi ci sono i club virtuosi come Atalanta e Bologna, che permette intanto al calcio italiano di mostrare che si può fare calcio senza nomi altisonanti ma operando nella giusta direzione, ovvero cercare di trovare l’affare più idoneo alla propria identità. La Dea si è mossa così nel corso degli anni, ed ora con la Champions ha la possibilità di poter investire ancora di più. Da vedere quello che farà la Juventus per Thiago Motta e poi Inter e Milan, che rispetto a prima si sono dovuti ridimensionare a livello di costi. Sarà un mercato più ricco a livello di quantità, mentre sulla qualità non credo possano arrivare i top nomi.

D: La Juventus però punta nomi come Douglas Luiz e Greenwood, non proprio due sconosciuti.

R: No, ma non sono nemmeno gli Zico degli anni o i Falcao. Sono dei nomi di ottimo livello, ma ce ne sono tanti su quella base, anche sconosciuti. Ci sono società che stanno operando in maniera intelligente, con la volontà di prendere un nome magari non conosciuto ma capace di far parlare di se per il futuro. Al netto di questo va ricordato anche come l’Italia non ha pazienza nell’aspettare, ma vuole tutto pronto, anche se da questo punto di vista si sta cambiando anche in maniera obbligata. L’Udinese in tal senso segue questa linea che potrebbe essere una linea da seguire dalle altre.

Mercato arabo dominante?

D: Il campionato arabo sarà ancora la variabile impazzita come l’anno scorso?

R: L’indirizzo è ancora quello, anche se questa volta c’è più equilibrio. Hanno abbassato parecchio i contenuti economici, eccezion fatta per alcuni, perchè puntano anche profili più giovani, si stanno dando una calmata. Stanno puntando i tecnici per i settori giovanili, vogliono crescere da questo punto di vista. Hanno capito che il segreto è partire dal vivaio, così da evitare quello che è successo con gli Stati Uniti a cavallo degli anni ’70, dove sono andati i grandi campioni come Chinaglia, Pelè e altri, dove gli States avevano toccato l’apice prima di capire che lo sforzo bisognava farlo attraverso i college.

Tra vivai e Baroni

In mezzo al discorso relativo il calciomercato, Stefano Guercini ha anche dato un suo parere sull’arrivo di Marco Baroni sulla panchina della Lazio.

D: Tornando in Serie A, hai parlato di giocatori da svezzare e far crescere come nuovo corso, ma i soldi che hanno ottenuto le squadre qualificate in Europa non possono permettere al campionato di ottenere nuova linfa?

R: Sì, ma c’è un aspetto fondamentale. Prendiamo come esempio la Roma, con una rosa ristretta qualitativamente e quantitativamente per errori abbastanza clamorosi fatti nel triennio precedenti. Lo dimostra il fatto che alla Roma non ci sono tanti nomi con cui poter fare possibili plusvalenze per poter finanziare il mercato. Quindi è inutile far arrivare giocatori che poi non verranno utilizzati, a questo punto si diventa aziendalisti e si accetta di lavorare con quello che si ha. Ecco perchè torna forte il discorso relativo al vivaio, così da poter ottenere novità a livello di giocatori.

D: Parlando di aziendalismo, la Lazio ha ufficializzato Baroni, e molti dicono che non avrà particolari richieste ma che lavorerà con quella che è la rosa attuale. Può far bene?

R: Baroni lo conosco sia da giocatore che allenatore. Fino ad ora è stato chiamato ad imprese impossibili che ha reso possibili, è un tecnico preparato e che vende cara la pelle, ma sopratutto meticoloso e preparato. Può fare bene con la Lazio, può lottare anche per l’Europa.