La tecnologia sta rivoluzionando profondamente anche il campo della medicina. Il futuro della salute è guidato dalle innovazioni informatiche, che, secondo gli esperti, renderanno più semplice il trattamento delle malattie. Ne parliamo col Professor Luca La Colla.

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e specializzato in Anestesia e Rianimazione prima presso l’Università degli Studi di Parma, poi alla Duke University. Ha poi completato una fellowship in Anestesia Loco-Regionale a UPMC (University of Pittsburgh Medical Center), seguita da una fellowship in Anestesia Cardio-Toracica presso lo stesso istituto. Ha completato un Master’s of Science in Health Informatics presso la University of Pittsburgh. É attualmente Professore Associato presso la University of Pittsburgh e Direttore dell’AIPPS (Acute Interventional Perioperative Pain Service) presso l’University of Pittsburgh Medical Center.

L’uso dell’informatica in Medicina

D) Professor La Colla, cosa intendiamo per “informatica”?

R) L’informatica è stata definita in maniera diversa da diversi autori. Più semplicemente, il Dizionario Garzanti la definisce come “la scienza che studia l’informazione, e più specificamente, l’elaborazione dei dati e il loro trattamento automatico per mezzo di computer”. L’informatica si occupa quindi dell’elaborazione dei dati per l’archiviazione, il recupero e l’analisi al fine di generare informazioni significative.

D) Quali sono le implicazioni in campo medico?

R) Quando applicata alla sanità, l’informatica si concentra sull’uso di tecnologie informatiche per migliorare l’assistenza ai pazienti, potenziare la ricerca medica e ottimizzare le funzioni amministrative. Comprende vari domini come la bioinformatica, l’informatica clinica e l’informatica della sanità pubblica. Possiamo sommariamente dire che sfruttando dati e sistemi informativi l’informatica aiuta nei processi decisionali, migliora l’erogazione dell’assistenza sanitaria e favorisce l’innovazione. L’informatica è in grado di trasformare i dati grezzi in intuizioni utili che possano migliorare la salute e l’efficienza dell’erogazione di servizi sanitari.

D) Perché dovremmo valorizzare l’uso dell’informatica in Medicina, un campo in cui il fulcro è da sempre il rapporto medico-paziente?

R) Sebbene questo possa sembrare di difficile comprensione l’informatica in realtà migliora il rapporto medico-paziente fornendo informazioni accurate e tempestive che meglio supportano decisioni cliniche. Essa facilita un’assistenza completa e coordinata attraverso lo scambio di informazioni sui pazienti senza soluzione di continuità tra i vari fornitori di assistenza sanitaria (medico di medicina generale, ospedale, laboratori di analisi, ambulatori, centri radiologici, ecc…). Gli strumenti informatici, come le cartelle cliniche elettroniche (Electronic Health Record, in inglese), garantiscono che tutti i dati rilevanti dei pazienti siano prontamente accessibili e questo porta ad un’assistenza più personalizzata ed efficiente.

D) Questo punto è spesso motivo di controversia

R) È vero, ma in realtà l’informatica può invece ridurre gli oneri amministrativi consentendo ai medici di trascorrere più tempo con i pazienti. Infine (ma non da ultimo) l’integrazione dell’informatica in medicina consente anche ai pazienti di essere più coinvolti nella propria cura attraverso l’accesso alle informazioni sulla salute e agli strumenti di comunicazione. Si pensi per esempio alle applicazioni per dispositivi portatili (tablet e smartphone) su cui il paziente può accedere a tutte le informazioni e i dati sulla propria salute, leggere i referti delle visite mediche e delle ospedalizzazioni, accedere ai propri esami di laboratorio o radiologici e perfino mandare, in maniera sicura e criptata, un messaggio ai vari medici che lo hanno avuto in cura. In definitiva, possiamo dire che l’informatica completa e migliora il rapporto tradizionale medico-paziente migliorando la qualità e l’erogazione delle cure.

D) Come l’informatica medica ha trasformato l’assistenza ai pazienti nell’ultimo decennio?

R) L’informatica medica ha migliorato significativamente l’assistenza ai pazienti consentendo la digitalizzazione delle cartelle cliniche e facilitando l’accesso e la condivisione dei dati in tempo reale. L’uso dell’analisi dei cosiddetti “big data”, ha permesso previsioni più accurate delle tendenze sanitarie e l’identificazione delle popolazioni a rischio, favorendo misure di cura proattive e preventive. La telemedicina ha ampliato l’accesso alle cure, soprattutto nelle aree meno servite, fornendo consulenze e monitoraggi a distanza. L’informatica ha anche supportato lo sviluppo della medicina personalizzata, in cui i trattamenti possono essere adattati alle esigenze specifiche dei pazienti in base ai loro dati sanitari. In generale, l’integrazione dell’informatica nella sanità ha reso l’assistenza ai pazienti più efficiente, efficace e centrata sul paziente.

D) Può parlarci dei benefici delle cartelle cliniche elettroniche (EHR) nella sanità moderna?

R) Come già accennato, gli EHR forniscono una visione completa in digitale della storia medica di un paziente. Ciò migliora la qualità dell’assistenza stessa perché garantisce che i trattamenti siano basati su dati completi del paziente. Gli EHR facilitano anche una migliore coordinazione tra i diversi soggetti fornitori di assistenza sanitaria, migliorando la continuità delle cure e riducendo la duplicazione di test e procedure (si pensi a quanti soldi pubblici sprecati in test duplicati perché “non si ricorda quando l’ultimo esame è stato fatto” o “non si trova l’ultima radiografia effettuata”). Gli EHR supportano anche la ricerca clinica fornendo una ricca fonte di dati per studi e analisi sui più disparati argomenti: dai fattori di rischio per malattie, agli effetti collaterali dei farmaci per arrivare al costo delle cure. Come già accennato inoltre, gli EHR possono migliorare il coinvolgimento dei pazienti permettendo loro di accedere alle informazioni sulla salute, prenotare appuntamenti e comunicare online con i loro medici. Infine, gli EHR semplificano i compiti amministrativi riducendo la quantità di documenti cartacei e aumentando l’efficienza operativa delle strutture sanitarie.

D) Può l’informatica migliorare la sicurezza dei pazienti e ridurre gli errori medici?

R) Assolutamente. L’informatica sanitaria migliora la sicurezza dei pazienti assicurando che gli operatori medici abbiano accesso a informazioni accurate e aggiornate sui loro pazienti in ogni circostanza. L’uso della prescrizione elettronica, la ricetta medica elettronica, con cui i medici indicano i farmaci attraverso gli EHR direttamente alle farmacie, riduce gli errori perché il sistema ci informa su eventuali interazioni negative tra i farmaci prescritti o su eventuali errori di dosaggio. Standardizzando l’inserimento dei dati e riducendo i processi manuali, l’informatica riduce quindi la probabilità di errori umani. In generale, l’informatica sanitaria contribuisce a un sistema sanitario più sicuro integrando la tecnologia con le tradizionali metodiche di lavoro.

D) Quale ruolo svolge l’informatica nella gestione delle malattie croniche?

R) Le malattie croniche costituiscono, purtroppo, un importante fetta della mortalità, morbidità e spesa clinica che noi medici osserviamo. Il controllo sub-ottimale di malattie come diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari, sovrappeso e disturbi dell’umore è stato chiaramente correlato a complicanze importanti delle stesse malattie. L’informatica può svolgere un ruolo cruciale nella gestione delle malattie croniche consentendo il monitoraggio continuo e la raccolta dei dati attraverso dispositivi “indossabili” (letteralmente wearable device, in inglese) e sistemi di monitoraggio a distanza dei pazienti. Queste tecnologie permettono il tracciamento in tempo reale di un sempre maggior numero di dati (parametri vitali, peso, glicemia, esercizio fisico e altro ancora), consentendo interventi tempestivi e aggiustamenti nei piani di trattamento.

D) Vi sono quindi notevoli vantaggi per i pazienti

R) Certamente. Non da ultimo, tutto questo avviene senza che il paziente debba per forza vedere il medico in quanto la maggior parte dei dispositivi “indossabili” trasmettono in maniera sicura tutti i dati alla cartella clinica del paziente. L’informatica consente di identificare traiettorie cliniche (trend, in inglese), prevedere esacerbazioni e sviluppare piani di cura personalizzati. I portali per i pazienti e le applicazioni mobili per la salute sono in grado di coinvolgere i pazienti stessi nel percorso di cura fornendo accesso a risorse educative sulle loro condizioni, promemoria per i farmaci e appuntamenti medici e, come detto in precedenza, un canale personalizzato di comunicazione con i loro medici. Uno degli aspetti chiave nella cura di pazienti con malattie croniche è la necessità della multi-disciplinarietà nelle cure. Per esempio, un paziente che ha avuto un ictus dovrà probabilmente essere seguito da neurologo, cardiologo, terapista occupazionale e fisioterapista, il tutto coordinato dal medico di medicina generale. L’informatica facilita anche la coordinazione delle cure tra i team multidisciplinari, garantendo che tutti i fornitori siano informati e lavorino per obiettivi comuni. Sfruttando dati e tecnologia, possiamo dire che l’informatica migliora la gestione e gli “outcome” in pazienti con malattie croniche.