L’amministrazione di Hong Kong ha messo in atto la nuova legge sulla sicurezza nazionale. Il governo della città ha annunciato mercoledì 12 giugno che ha annullato i passaporti dei sei attivisti democratici fuggiti nel Regno Unito.

Hong Kong, cancellati i passaporti dei 6 attivisti democratici

Le autorità di Hong Kong hanno revocato i passaporti dei sei attivisti pro democrazia in base all’articolo 23 della legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore nel mese di marzo dopo circa tre anni dall’adozione della legge originaria. La comunità internazionale aveva sollevato preoccupazioni riguardo ai diritti e alle libertà, data la vasta gamma di reati contemplati. La proposta di legge, fortemente sostenuta dall’amministrazione cittadina, è stata adottata in soli 15 giorni senza alcuna discussione parlamentare.

Attualmente, 13 persone si trovano all’estero ma la legge è stata applicata solo a 6 cittadini con mandati d’arresto emessi nei mesi scorsi per presunti reati legati alla sicurezza nazionale. Tra di loro ci sono l’ex deputato Nathan Law, l’impiegato del consolato britannico, Simon Cheng, e altri noti attivisti pro-democrazia.

Finn Lau: “Lo spirito combattivo degli hongkonghesi prevale”

Uno degli attivisti, Finn Lau, ha affermato in un post su X che “è ironico” che l’amministrazione abbia scelto proprio questa data per annunciare la decisione. Il 12 giugno 2019, infatti, si verificarono gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti contro la legge sull’estradizione. La bozza di legge era fortemente criticata poiché avrebbe consentito l’estradizione di persone accusate di vari crimini verso la Cina continentale. Successivamente, questa proposta è stata ritirata.

L’attivista ha dichiarato di possedere solo un passaporto britannico. Lau ha aggiunto di non aver mai avuto né richiesto un passaporto di Hong Kong e ha aggiunto:

L’atto di repressione non mi impedisce di difendere i diritti umani e la democrazia. Lo spirito combattivo degli hongkonghesi, compreso il mio, prevale.

La polizia di Hong Kong offre un premio di un milione di dollari a chi fornisce informazioni che portino all’arresto di 13 attivisti.