Oggi, 11 giugno 2024, ricorrono i quarant’anni dalla scomparsa di uno dei leader politici più amati dagli italiani. Si tratta di Enrico Berlinguer. Nato a Sassari nel 1922, Berlinguer aveva un carattere particolarmente schivo (tant’è che era conosciuto anche come il “sardomuto”), ma non per questo meno forte e affascinante, da leader vero. Diventato segretario del Pci nel marzo del 1972 ne rimase leader fino alla scomparsa, dodici anni dopo.
Qurant’anni fa l’addio a Enrico Berlinguer: causa morte, moglie, figli, il rapporto con Almirante, tomba
Sono parecchi i meriti politici che vengono riconosciuti unanimamente a Enrico Berlinguer. Primo tra tutti l’aver iniziato a staccare dall’orbita sovietica il Partito Comunista Italiano, all’epoca il più grande e strutturato dell’Occidente. Berlinguer teorizzò, a tal proposito, l’eurocomunismo, e fu anche, assieme al presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, l’artefice del compromesso storico, un accordo che riconosceva Dc e Pci all’interno dello stesso sistema democratico e in grado anche di collaborare per giungere a riforme sociali ed economiche considerate indispensabili. Nel 1981, in una mitica intervista a Eugenio Scalfari, Berlinguer fu anche il primo politico italiano a parlare di “questione morale”.
Il matrimonio con Letizia Laurenti e i quattro figli
Non credente, si sposò nel 1957 in Campidoglio facendo officiare un rito civile con Letizia Laurenti, romana, classe 1928, riservatissima, scomparsa nel 2017. Dalla loro unione nacquero quattro figli: Bianca, la conduttrice televisiva ora a Rete 4, Maria Stella, Marco e Laura, anche lei giornalista Mediaset e moglie di un altro volto noto dell’informazione italiana, Luca Telese.
La morte dopo l’ictus mentre faceva un comizio
La morte di Berlinguer lo consegnò alla leggenda. Il 7 giugno 1984 tenne un comizio a Padova. E mentre stava pronunciando la frase “vi invito a impegnarvi tutti in questi pochi giorni che ci separano dal voto con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato”, cominciò a sentirsi male. Prese il fazzoletto dalla tasca dei pantaloni e se lo portò vicino alla bocca per raccogliere le ultime forze e proseguire mentre chi l’ascoltava gli diceva di smettere e intonava il coro ‘Enrico, Enrico’. Berlinguer fu colpito da un ictus. Nella notte fu colpito da emoraggia cerebale e l’11 giugno morì. Il Presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini, fece in tempo a vederlo l’ultima volta nella stanza di ospedale e decise di trasportare la salma sull’aereo presidenziale dicendo “Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta”. Il 13 giugno, oltre un milione di persone provenienti da tutt’Italia riempirono piazza san Giovanni per il suo funerale che, tra l’altro, ha ispirato diversi artisti. E’ passato alla storia l’omaggio di Pertini, con la testa china a baciare la sua bara. Ma anche l’omaggio che il segretrio dell’Movimento Sociale Italiano, Giorgio Almirante gli volle tributare andando nella camera ardente. Fu uno dei gesti più nobili e apprezzati in uno dei momenti più emozionanti e coinvolgenti della nostra Repubblica. Diversamente dagli altri leader del Pci come Togliatti, Longo e Amendola, le spoglie di Berlinguer non sono al Verano, ma al cimitero di Prima Porta, sempre a Roma, dove qualche giorno fa, tra l’altro, la sua tomba è stata vandalizzata.
Il ricordo di Matterella, La Russa e Fontana
A ricordare Enrico Berlinguer a quarant’anni dalla scomparsa, oggi, 11 giugno 2024, sono stati anche le massime cariche istituzionali. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che le sue scelte resero l’Italia più forte. Il presidente del Senato Ignazio La Russa l’ha ricordato come un politico che aveva a cuore la soluzione dei problemi. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana si è rammaricato perchè il Paese lo perse troppo presto.