Arriva la bozza del decreto operativo del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) che fissa le condizioni del nuovo bonus Transizione 5.0 e i documenti da presentare per ottenere il credito d’imposta fino al 45 per cento. Il provvedimento contiene le prime indicazioni delle comunicazioni da inviare al Gestore dei servizi energetici (Gse), nonché le certificazioni tecniche necessarie per far partire il meccanismo che fa recuperare quasi la metà dell’investimento in tax credit.

Tutto l’iter sta in piedi purché si centrino gli obiettivi di efficientamento energetico, la vera novità dei nuovi investimenti possibili con le risorse di 6,3 miliardi di euro provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Le comunicazioni che l’impresa richiedente il bonus Transizione 5.0 deve effettuare riguardano sia il momento iniziale dell’investimento che la fase di completamento. Tra prima domanda e completamento si può andare al massimo dal 2024 al mese di febbraio del 2026.

Bonus Transizione 5.0, documenti necessari per presentare la domanda 2024

Si sblocca il nuovo bonus Transizione 5.0, l’incentivo che assicura il credito d’imposta fino al 45% della spesa effettuata per rinnovare impianti, macchinari e attrezzature, nonché software informatici e applicativi nelle aziende italiane. Il meccanismo metterà a disposizione delle imprese 6,3 miliardi di euro di incentivi, che il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) affida, dal punto di vista operativo, al Gestore dei servizi energetici (Gse).

Credito d’imposta 5.0 e bonus 4.0, ultime novità

A tal proposito, si ricorda che proprio il Gse sta gestendo anche il precedente incentivo, il bonus 4.0 sugli investimenti in beni materiali e immateriali 4.0. Rispetto a questi investimenti, la Transizione 5.0 contiene obiettivi di efficientamento energetico e di riduzione delle emissioni di CO2: maggiore è il risparmio e l’utilizzo di fonti alternative, più è alta la percentuale di credito d’imposta.

Tuttavia, per accedere al tax credit l’impresa deve farsi carico di tutta una serie di adempimenti, di documentazioni da presentare, di certificazioni che riguardano sia il progetto di investimento che lo stesso risparmio energetico.

Nella prima domanda di incentivo il calcolo e la richiesta del credito d’imposta

A iniziare dalla fase di richiesta del credito d’imposta maturato sulla Transizione 5.0, che include l’invio da parte dell’azienda di una comunicazione preventiva al Gestore dei servizi energetici (Gse) circa l’investimento che si voglia effettuare. In questa comunicazione, tuttavia, occorrerà andare fin da subito “al dunque” e inserire l’importo calcolato di credito d’imposta spettante.

Pertanto, l’azienda dovrà consultare la tabella inserita nel decreto con le soglie di importo dell’investimento, la percentuale di credito d’imposta e il livello di efficientamento energetico da raggiungere. Per quest’ultimo punto sarà indispensabile approfondire le modalità secondo le quali l’impresa conta di abbattere le emissioni di CO2 e di efficientare l’energia utilizzata mediante gli investimenti agevolati dal credito d’imposta. Si tratterà di stabilire dei parametri tecnici che dovranno essere calcolati da personale specializzato.

Domanda di completamento degli investimenti 5.0 e bonus spettante

Il Gestore dei servizi energetici (Gse), che riceve la prima comunicazione da parte dell’azienda, dovrà rispondere in tempi rapidi, entro cinque giorni dalla ricezione della prima comunicazione. La risposta servirà a confermare l’importo del credito d’imposta spettante anche in rapporto alla disponibilità dei fondi stanziati. Si tratta della classica procedura di prenotazione del bonus, già utilizzata per altri incentivi statali.

Certificati tecnici per il risparmio energetico

Una successiva comunicazione che l’azienda richiedente il bonus Transizione 5.0 deve inviare al Gse è quella a completamento dell’investimento. Questo adempimento dovrà essere effettuato, in ogni modo, entro il 28 febbraio 2026. In allegato alla comunicazione principale, occorrerà inviare una certificazione tecnica che attesti che gli interventi effettuati siano in linea con quanto preventivato nella prima comunicazione.

Servirà anche la perizia asseverata e una certificazione contabile che provino la connessione degli investimenti con l’attività aziendale. La risposta del Gestore dei servizi energetici dovrà arrivare entro i successivi dieci giorni. In quest’ultima comunicazione, il Gse confermerà il credito d’imposta spettante all’azienda richiedente.