Il riciclo degli oli esausti non solo riduce l’inquinamento e promuove la sostenibilità ambientale, ma permette anche di trasformare questi rifiuti in nuove materie prime, utili per la produzione di biocarburanti e lubrificanti.

In Italia, l’eccellenza nel riciclo degli oli lubrificanti esausti è rappresentata dal Conou, il Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Esausti, riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la sua efficace raccolta e lavorazione di tali oli.

Il rapporto di sostenibilità del 2023, pubblicato dallo stesso Conou, rivela che la rigenerazione degli oli lubrificanti esausti raccolti nel bel paese raggiunge una straordinaria percentuale del novantanove percento.

Questo dato evidenzia un livello di eccellenza che supera notevolmente la media europea, attestata intorno al sessanta percento.

Tale cifra oltre a testimoniare l’efficienza e lo sviluppo della filiera del riciclo degli oli esausti in Italia, rileva anche l’importanza strategica di tale settore nell’ambito della sostenibilità ambientale e della tutela delle risorse naturali.

Il riciclo degli oli esausti non solo rappresenta un metodo efficace per ridurre l’inquinamento e promuovere la sostenibilità ambientale, ma offre anche una serie di vantaggi economici e per la salute.

Riqualificando i rifiuti in nuove materie prime, si contribuisce attivamente a ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali e a preservare gli equilibri ambientali.

Inoltre, il riciclo degli oli esausti favorisce l’innovazione tecnologica e l’emergere di soluzioni più sostenibili nel settore industriale, ponendo l’Italia come un pioniere nel panorama internazionale della gestione dei rifiuti e della sostenibilità ambientale.

I vantaggi del riciclo degli oli esausti

Il riciclo degli oli esausti offre una vasta gamma di vantaggi, rendendo questa pratica molto competitiva nel ridurre l’inquinamento ambientale e lo sfruttamento delle risorse naturali.

Tra i numerosi benefici del riciclo degli oli esausti, fondamentali per mitigare l’inquinamento ambientale e promuovere la sostenibilità, la riduzione delle emissioni inquinanti è uno tra i più importanti.

Attraverso la raccolta e il trattamento degli oli lubrificanti esausti, non solo si limita l’impatto ambientale di tali rifiuti spesso smaltiti in modo inadeguato, ma si riducono anche le emissioni nocive e l’impatto derivante dalle nuove estrazioni di petrolio.

Il riciclo, trasformando gli oli esausti in nuove materie prime, consente la produzione di lubrificanti rigenerati e biocarburanti, riducendo così la dipendenza dalle risorse fossili e promuovendo un’economia circolare.

Oltre agli evidenti benefici ambientali, il riciclo degli oli esausti offre anche notevoli vantaggi economici.

Lo sviluppo di una filiera industriale per la raccolta e la lavorazione di tali rifiuti crea nuove opportunità occupazionali, stimolando lo sviluppo economico.

 Inoltre, riducendo il costo delle materie prime necessarie per la produzione di oli lubrificanti, si migliora la competitività del settore industriale.

Dal punto di vista della salute pubblica, la corretta gestione degli oli esausti contribuisce a minimizzare il rischio di contaminazione delle risorse idriche e del suolo, proteggendo così la salute delle comunità locali e preservando l’ambiente circostante.

 In definitiva, il riciclo degli oli esausti oltre a offrire vantaggi ambientali, economici e per la salute, concede l’opportunità di sviluppare un sistema industriale efficiente e sostenibile, contribuendo così alla conservazione delle risorse naturali e degli equilibri ecologici.

Efficienza e sostenibilità ambientale: le caratteristiche di un processo green

Nel 2023, secondo dati forniti dal consorzio Conou, l’attività di rigenerazione ha evitato l’emissione in atmosfera di 127 mila tonnellate di CO2, rappresentando un sostanziale contributo alla lotta contro il cambiamento climatico.

Questo dato rivela che la rigenerazione degli oli usati ha il potenziale per ridurre le emissioni di gas serra del 57% rispetto alla produzione di nuove basi lubrificanti, diesel e prodotti bituminosi, evidenziando il suo ruolo cruciale nella mitigazione dell’inquinamento atmosferico.

Tuttavia, la sostenibilità economica e occupazionale dell’attività di raccolta e rigenerazione degli oli usati è altrettanto rilevante.

Il dossier pubblicato stima che il Consorzio ha generato un impatto economico totale di 81,3 milioni di euro, registrando un aumento del 12% rispetto all’anno precedente.

Inoltre, in termini di occupazione, l’attività ha garantito lavoro per 1.857 persone, rilevando il suo ruolo strategico nel fornire opportunità lavorative rilevanti.

Inoltre, i benefici derivanti dalla riduzione della domanda di materie prime fossili importate rappresentano un risparmio efficace per le casse dello stato, stimato in 105 milioni di euro.

La rigenerazione degli oli usati ha inoltre consentito di estrarre 120 mila tonnellate di nuove basi lubrificanti, con un rendimento del 66,5%.

Il riciclo degli oli esausti ha permesso di ottenere ventisei mila tonnellate di bitume e dodici mila di gasolio, rilevando l’efficienza e la versatilità di questa pratica nel riutilizzare risorse e ridurre gli sprechi.

Affrontare le sfide del futuro con le risorse del presente

In conclusione, il riciclo degli oli esausti emerge come una soluzione fondamentale per affrontare sfide cruciali legate all’inquinamento ambientale, allo sfruttamento delle risorse naturali e agli impatti economici.

Attraverso la trasformazione di questi rifiuti in nuove materie prime utili, non solo si riducono le emissioni inquinanti e si promuove la sostenibilità ambientale, ma si creano anche opportunità economiche efficaci.

L’efficacia di questa pratica è dimostrata dai dati forniti dal consorzio Conou, che evidenziano un impatto positivo tangibile sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione.

In questo contesto, il riciclo degli oli esausti si conferma non solo come una soluzione efficace, ma anche come un’opportunità per costruire un futuro più sostenibile ed efficiente.