Si chiamava Alfredo Rampi, ma per tutti divenne presto Alfredino. Alle 19 del 10 giugno 1981, il bambino uscì per una passeggiata con il padre, ma volle rientrare a casa da solo. Pochi metri lo separavano dall’abitazione familiare, ma Alfredino non vi sarebbe mai tornato. I genitori, Franca e Ferdinando, lo cercarono invano, finché alle 21:30 allertarono la Polizia. Immediatamente, giunsero le squadre di soccorso e le unità cinofile. Seguirono tre giorni di tentativi di salvataggio, durante i quali si alternarono speranza e amarezza, ottimismo e senso di sconfitta.
Come è stato recuperato il corpo di Alfredino Rampi?
Le operazioni di salvataggio complicarono subito la situazione, tra discussioni ed errori. Con il passare delle ore, i tentativi di salvataggio si moltiplicarono, ma senza successo. Dopo tre giorni e tre notti di lavoro, dopo 63 ore di tentativi, di speranze alternate a disperazione, il cuore di Alfredino smise di battere. Lo stetoscopio calato nel pozzo non registrò più alcun battito cardiaco. Morì sospeso in quell’oscuro abisso, a sessanta metri sottoterra. Dopo la dichiarazione di morte presunta, per preservare il corpo, il magistrato di turno ordinò l’iniezione di gas refrigerante nel pozzo, azoto liquido a -30 °C.
I minatori della Solmine di Gavorrano estrassero il corpo di Alfredino Rampi, una squadra di 21 minatori volontari che si alternarono per una settimana a partire dal 4 luglio, in questo triste compito. Lavorarono in turni di otto ore, alternando martelli pneumatici a picconi. Nella notte del 10 luglio, la squadra di turno raggiunse una bolla di terreno ghiacciato dall’effetto dell’azoto liquido. La mattina successiva, emerse una gamba del piccolo, seguita dai suoi calzoncini rossi. Il bambino era in posizione fetale. Il recupero avvenne alle 15 dell’11 luglio. Fu Spartaco Stacchini, allora trentasettenne, a separare il corpo di Alfredino dalla terra indurita dall’azoto liquido. “Quando arrivò in superficie – ricordò Stacchini nelle cronache dell’epoca – era ridotto a un blocco di ghiaccio, fu un momento molto emozionante”. Tra i minatori, giovani e meno giovani, molti piansero.
Il corpo del piccolo fu recuperato 31 giorni dopo la caduta nel pozzo e ora riposa nel cimitero romano del Verano.
Dove è sepolto Alfredino?
I funerali di Alfredino si tennero mercoledì 15 luglio 1981 nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura. La salma fu trasportata dagli stessi volontari che avevano tentato di salvarlo, tra cui Angelo Licheri e Donato Caruso. Alfredino fu sepolto presso il Cimitero del Verano di Roma, accanto al fratello Riccardo, scomparso nel 2015 a soli 36 anni a causa di un improvviso infarto.