Nel giugno 1981, la famiglia Rampi stava trascorrendo un periodo di riposo nella loro casa di villeggiatura in via di Vermicino, a Finocchio, nella provincia di Roma.
Il 10 giugno, dopo una passeggiata nei campi, i genitori si accorsero che il piccolo Alfredo non era rientrato. Le insistenti ricerche delle forze dell’ordine portarono a scoprire che il bambino era caduto in un pozzo nelle vicinanze, profondo 80 metri e coperto da una lamiera tenuta ferma da dei sassi.
La macchina dei soccorsi, coordinata dai Vigili del Fuoco, tentò diverse soluzioni, tra cui scavare un pozzo parallelo e inviare speleologi.
Un coraggioso volontario, Angelo Licheri, piccolo di statura e molto magro, autista-facchino presso una tipografia romana in via di Donna Olimpia, si offrì di calarsi nel pozzo.
Che fine ha fatto Angelo Licheri? Causa morte
Licheri si è spento il 18 ottobre 2021, all’età di 77 anni. L’uomo, che soffriva di diabete e aveva perso una gamba, era ricoverato in una clinica a Nettuno, vicino a Roma.
Angelo Licheri: lavoro, moglie e figli
Angelo Licheri, originario di Gavoi, in provincia di Nuoro, aveva 37 anni all’epoca dei fatti di Vermicino, era padre di tre bambini piccoli e lavorava come fattorino per una tipografia a Roma.
Il tentativo di salvataggio di Alfredino
Licheri, in uno straordinario atto di coraggio ed eroismo, si offrì volontario per cercare di salvare Alfredino.
L’uomo iniziò la discesa nel pozzo poco dopo la mezzanotte tra il 12 e il 13 giugno. Riuscì ad avvicinarsi al bambino e cercò di assicurargli l’imbracatura per tirarlo fuori, ma per tre volte questa si aprì; tentò allora di prenderlo per le braccia, ma Alfredo scivolò ancora più in profondità.
Licheri rimase a testa in giù per ben 45 minuti, superando i 25 considerati il limite massimo di sicurezza in quella posizione, ma fu costretto a risalire senza riuscire a salvare il bambino. Dopo Licheri, furono fatti altri tentativi, ma senza successo. Il giorno successivo, fu dichiarata la morte del piccolo Alfredo.
Il corpo senza vita del bambino fu recuperato l’11 luglio, ben 28 giorni dopo la sua morte, da tre squadre di minatori della miniera di Gavorrano.