Ieri l’Italia di mister Spalletti ha raggiunto la Germania e da oggi si è rimessa al lavoro per preparare al meglio la prima sfida di questo Europeo. Sabato sera, con fischio di inizio alle ore 21.00, a Dortmund, gli Azzurri dovranno affrontare l’Albania. Sulla carta è la gara più semplice del girone e partire con il piede giusto è praticamente d’obbligo, ma non sarà semplice. Per commentare l’inizio di Euro 2024 e le aspettative intorno all’Italia di Spalletti, mister Gianni De Biasi, ex calciatore e allenatore, che è stato per anni Ct dell’Albania, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Euro 2024, l’Italia di Spalletti in Germania: De Biasi a Tag24

Manca sempre meno all’inizio di Euro 2024 e sale l’attesa. Gli appassionati di calcio si troveranno per la prima volta davanti alla tv venerdì sera, per la cerimonia d’apertura in cui è previsto un emozionante omaggio a Franz Beckenbauer, assoluta leggenda della nazionale tedesca e del Bayern Monaco, scomparso lo scorso 7 gennaio. E saranno proprio i padroni di casa della Germania ad aprire le danze, alle ore 21.00, contro la Scozia. Per quel che riguarda l’Italia, invece, bisognerà attendere sabato sera per il match inaugurale contro l’Albania. La favorita della manifestazione però, resta la Francia, seguita a stretto giro dall’Inghilterra. Per commentare l’inizio di Euro 2024 e svelare le aspettative intorno all’Italia di Spalletti, mister Gianni De Biasi, ex calciatore e allenatore, che è stato per anni Ct dell’Albania, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Tre giorni all’inizio di Euro 2024, qual è, secondo lei, la favorita del torneo?

“Difficile fare un pronostico oggi. Non andrei più in là della banalità di dire Inghilterra, Francia, Germania e Spagna, ma attenzione alle possibili outsider. Ovviamente io spero che la sorpresa possa essere l’Italia”.

A proposito dell’Italia, che tipo di manifestazione può fare la squadra di Spalletti?

“Con Luciano sicuramente l’Italia è in buone mani. E’ un allenatore capace, che sa tirar fuori il meglio dai propri calciatori. Credo che, nonostante non abbiamo la qualità che hanno magari altre Nazioni, gli Azzurri siano sempre un osso duro per tutti”.

Italia-Albania: l’esordio

All’esordio l‘Italia dovrà affrontare l’Albania, che lei ha allenato per tanto tempo. Che gara sarà? E’ giusto dire che, sulla carta, è la più semplice del girone?

“E’ una partita dal duplice volto. Sarà difficile, perchè la prima gara di una manifestazione così importante è sempre complicata per tutti. Se parti con il piede sbagliato rischi di compromettere la qualificazione. Al tempo stesso però, nel gruppo, l’Albania è quella più abbordabile, anche se c’è parecchio equilibrio. Spagna, Croazia e Italia però sono più forti. Servirà comunque attenzione, perchè l’Albania è una squadra che gioca bene, che propone un buon calcio ed è cresciuta molto negli ultimi anni. Andrà affrontata con grande attenzione”.

Nell’Italia non c’è una stella che brilla più delle altre. Ci si dovrà affidare a Scamacca?

“Scamacca è sicuramente un giocatore che può darci una grande mano, viste le sue qualità fisiche, tecniche e realizzative. Credo però che la forza vera, Spalletti la ricercherà nel gruppo e nella voglia di credere di poter stupire. Gli Azzurri non sono i più forti, ma di solito siamo bravi nelle difficoltà. Quando l’Italia parte da favorita, di solito, non riesce a portare a casa nulla. Oggi partiamo sfavoriti e ci giocheremo al meglio le nostre possibilità”.

Le convocazioni di Spalletti

Lei è stato Ct e sa bene quali siano le differenze tra guidare una squadra di club e una Nazionale. Ci sono state varie critiche per la convocazione di Fagioli, che idea si è fatto?

“Ogni allenatore ha le proprie idee e le proprie convizioni. Spalletti ha preso le sue decisioni e sa bene che si dovrà assumere anche le responsabilità di come andrà a finire. Se ha deciso di puntare su Fagioli è perchè ha bisogno di freschezza. Vorrà vedere la sua voglia di rivalsa, la voglia di stupire. Io non mi soffermerei più di tanto sulle scelte che ha fatto. Vi garantisco che non è facile scegliere i 26. Quando è toccato a me avevo 23 posti e ho dovuto lasciare a casa 3 giocatori, a malincuore. Erano tutti importantissimi per me”.