“Quanto manca alla vetta? Tu sali e non pensarci”: lo abbiamo imparato a memoria, per forza di cose, da Friedrich Nietzsche assimilando l’idea che faremo piccoli passi verso la vetta. Senza raggiungerla del tutto. La carriera degli uomini è più facile, e remunerativa, rispetto a quella delle donne. Nascere donna, in Italia, è una diminutio: incredibile, ma vero. Ancora oggi, nel 2024. Il problema sarà risolto nel 2155: manca un secolo e mezzo, ma andiamo avanti. Siamo ancorati al passato mani e piedi, e non riusciamo a lasciar andare anche i vecchi problemi.
Gender gap: manca un secolo e mezzo al raggiungimento della parità. Cesare Damiano: “Uomini ai vertici, donne in coda”
“La questione della disparità è antica. Pensi, ho cominciato a lavorare il 1 ottobre del 1968, avevo 20 anni. Nel 1970 vengo nominato Rappresentante Sindacale Aziendale della CGIL nella mia azienda, la SKF: abbiamo promosso, come Consiglio di Fabbrica, un’inchiesta sulle retribuzioni uomo-donna e, già all’epoca, registravamo un problema che dopo 54 anni è ancora lì – ha spiegato Cesare Damiano, a TAG24 – : gli uomini sono ai vertici delle carriere e delle retribuzioni, le donne sono in coda. Naturalmente ci sono le eccezioni, ma statisticamente è così”.
Abbandono del posto di lavoro
“Le donne guadagnano meno degli uomini, a parità di mansione; in più, sono in molti casi costrette a lasciare il lavoro appena arriva il primo o il secondo bambino. Si registra un incremento nell’abbandono del lavoro a seguito della maternità. Inoltre, ancora a carico delle donne, c’è il lavoro part time, non sempre scelto per conciliare tempo di lavoro e tempo dedicato alla propria vita – ha aggiunto il presidente dell’associazione Lavoro&Welfare – . Risulta evidente che le donne hanno molti svantaggi: di carriera, di orario ed economici.”
Timidi tentativi di cambiamento: “Situazione endemica”
“La legge che impone le quote rosa nei consigli di amministrazione ha svolto una funzione positiva; così come è da ritenersi positiva la scelta delle aziende che redigono il bilancio di genere dimostrando che non ci sono discriminazioni di carriera, salario, orario nei confronti delle donne, e che ricevono dei giusti incentivi – ha sottolineato Cesare Damiano – . Si tratta di ancor timidi tentativi di cambiare una situazione endemica.”
Incentivi alla natalità
“Dobbiamo evitare che si crei, come sta avvenendo nel mercato del lavoro, un collegamento negativo tra la nascita del figlio e il licenziamento della madre. Tutto questo si può fare con una conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e se si amplia la sfera del welfare aziendale e pubblico, a tutela della famiglia e delle sue parti deboli: donne, bambini, anziani, portatori di handicap.”
Digitalizzazione e IA favorirebbero la riduzione dell’orario di lavoro
“Se anziché fare retromarcia, come si sta facendo nel dopo pandemia, si utilizzasse strutturalmente lo smart working e la parità nell’utilizzo dei congedi parentali, si contribuirebbe alla tutela e all’accudimento dei bambini e dei neonati. Ultima questione: con l’avvento della digitalizzazione e dell’IA, si dovrà ripensare all’orario di lavoro, con una riduzione della settimana lavorativa a quattro giorni – si è congedato Damiano – ecco un obiettivo da perseguire.”