Paolo Signorelli si è dimesso da portavoce del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a seguito della pubblicazione di alcune chat – risalenti al 2018 – con Fabrizio Piscitelli “Diabolik”, contenenti commenti antisemiti. Il caso, sollevato dalla diffusione da parte del quotidiano “Repubblica” delle conversazioni, avevano già spinto – venerdì 7 giugno – ad autosospendersi dall’incarico di capo ufficio stampa del ministro. Nelle scorse ore le dimissioni rese note nella mattinata di oggi 11 giugno.
Chat antisemite, Signorelli si dimette: “Era un’altra fase della mia vita. E’ giusto che mi faccia da parte”
In un intervista al quotidiano “Il Foglio”, Paolo Signorelli spiega le ragioni della scelta di fare un passo indietro e lasciare l’incarico ricoperto presso il Ministero dell’Agricoltura.
“Ho deciso di dimettermi da portavoce del ministro Lollobrigida per me e per la mia famiglia, per non danneggiare il governo. E’ giusto per tutti che ora mi faccia da parte “.
Ha spiegato Signorelli che, poi, ha sottolineato come oggi non si riconosca più nelle frasi contenute nelle chat con il capo-ultrà della Lazio, Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”, ucciso nel 2019.
“Era un’altra fase della mia vita, quello era un altro Paolo: sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo”,
sottolinea a proposito delle frasi riportate dalla stampa.
“Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato”.
Chat che, comunque, lo hanno posto al centro di una bufera mediatica che lo ha portato a decidere di rassegnare le dimissioni. Dimissioni che sono state accettate dal Ministro Lollobrigida che Signorelli ringrazia per la vicinanza a lui e alla sua famiglia.
La vicenda, le chat con Diabolik e le polemiche politiche
Signorelli è finito al centro delle polemiche a seguito della pubblicazione, lo scorso venerdì, di alcune chat private e tratte dalla copia forense del telefonino di Piscitelli, ucciso a Roma il 7 agosto del 2019, in cui vi erano alcuni commenti antisemiti.
La vicenda ha scatenato immediate e accese reazioni politiche con critiche, sia da sinistra che da destra. Nell’immediato il ministro Lollobrigida gli confermò la fiducia, dicendosi certo che il suo collaboratore sarebbe stato in grado di smentire.