“Porta a porta” torna ad occuparsi del caso di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la sera del 1º novembre 2007. Stando ad un’anticipazione diffusa da Tvblog, Amanda Knox sarà ospite di Bruno Vespa dopo la condanna per calunnia a tre anni nei confronti di Patrick Lumumba. La registrazione dell’intervista, che sarà proposta in Cinque minuti e a Porta a porta su Raiuno, è avvenuta nella giornata di ieri.

Amanda Knox a Porta a porta, l’intervista da Bruno Vespa dopo la condanna per calunnia

A distanza di anni il dibattito sul caso di Meredith Kercher non si è mai esaurito. Sono ancora molte le domande che rimangono aperte e il pensiero che alberga l’opinione pubblica è che Amanda Knox sia ancora colpevole dell’omicidio. Qualche giorno fa la Knox è rientrata in Italia con il marito Christopher Robinson per partecipare al processo per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Durante le prime fasi dell’indagine, la studentessa americana tirò in ballo il cittadino congolese come possibile assassino di Meredith Kercher.

L’uomo venne arrestato ma poi fu rilasciato due settimane dopo una volta dimostrato che per quella notte aveva un alibi solido. La Knox disse di aver fatto il suo nome dopo aver ricevuto delle pressioni durante l’interrogatorio. Secondo la procura generale di Firenze, l’ex studentessa sarebbe stata a conoscenza dell’innocenza di Lumumba e “consapevole di fare agli inquirenti il nome di una persona che non c’entrava nulla con l’omicidio”. Di qui la condanna a tre anni di carcere, comunque già scontati, per aver calunniato Patrick Lumumba.

In un’intervista a SkyTg24, Amanda Knox aveva detto:

“Non ho niente da nascondere e non smetterò mai di dire la verità. Non ho calunniato Patrick, non ho ucciso la mia amica (Meredith). Tornerò qui tutte le volte che devo per lottare contro questa ingiustizia”.

Ripercorrendo il suo percorso giudiziario, aveva poi spiegato di essere stata accusata ingiustamente per 17 anni:

“Ho passato quattro anni in carcere da innocente. Dall’inizio volevo solo fare la cosa giusta e dire la verità. A volte penso che non ci sia nulla da fare ma ci proverò per sempre. Ero una ragazza di 20 anni e sono diventata la ragazza accusata di omicidio più odiata in tutto il mondo e ho dovuto passare tutta la mia vita a lottare e difendermi. Volevo solo la mia vita. Sono sopravvissuta”.

L’omicidio di Meredith Kercher

Era il 1 novembre 2007 quando la studentessa Meredith Kercher, originaria di Leeds in Gran Bretagna, venne assassinata nell’appartamento che condivideva con altre tre ragazze. La giovane venne ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella propria camera da letto. Per quell’omicidio furono arrestati Amanda Knox assieme al fidanzato Raffaele Sollecito e Patrick Lumumba. Tutti e tre si dichiararono estranei all’omicidio. Gli investigatori trovarono tracce del dna di Meredith e Amanda su un coltello da cucina sequestrato a casa di Sollecito. Lumumba venne poi rilasciato perché considerato estraneo all’omicidio.

A distanza di poco tempo, fu arrestato Rudy Guede, ivoriano di 21 anni. Il giovane aveva affermato di essere stato in bagno mentre la Kercher veniva uccisa da altre due persone. Nel 2009 la Corte d’Assise di Perugia aveva condannato la Knox a 26 anni di carcere e Sollecito a 25. Durante il processo d’appello venne accolta la richiesta delle difese per una nuova perizia del Dna presente sul coltello considerato l’arma del delitto e sul gancetto del reggiseno di Meredith.

I due imputati vennero assolti per omicidio e fu disposta la scarcerazione. Con un nuovo processo, la Corte d’appello di Firenze condannò a 28 anni e sei mesi la Knox e 25 anni Sollecito, disponendo il divieto d’espatrio. Il 27 marzo 2015 la quinta sezione penale della Corte di Cassazione assolse i due imputati.