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Dogecoin

Brad Garlinghouse attacca Dogecoin e provoca una sollevazione della comunità raccolta intorno alla meme coin

Un attacco di Brad Garlinghouse a Dogecoin (DOGE), la più longeva e popolare meme coin, ha scatenato una vera e propria sollevazione da parte della comunità raccolta intorno al token. Una reazione derivante in particolare dall’affermazione secondo la quale il progetto che vanta in Elon Musk il più famoso sostenitore, non avrebbe mai dato un contributo realmente significativo al settore dell’innovazione finanziaria.

Brad Garlinghouse attacca Dogecoin, i fans rispondono

Brad Garlinghouse non è mai stato un ammiratore di Dogecoin. Già in precedenza aveva fatto capire il suo sentimento non proprio di amore nei confronti della meme coin più famosa. Stavolta, però, il CEO di Ripple è andato oltre.

Nel corso di Consensus 2024, l’evento sulle criptovalute che è andato in scena la passata settimana, Garlinghouse ha infatti affermato la sostanziale inutilità di DOGE. Lo ha fatto mettendo in rilievo la mancanza di apporti realmente utili alla causa dell’innovazione finanziaria del token.

Il suo attacco è stato la logica conseguenza di un discorso generale in cui il numero uno di Ripple Labs ha affermato che le criptovalute devono andare ben oltre i semplici intenti speculativi. Una posizione del tutto comprensibile, che avrebbe potuto magari essere accettata senza tanto clamore se lo stesso Garlinghouse non avesse esteso il discorso a Dogecoin. Accusandolo in pratica di essere pura e semplice speculazione.

Un discorso il quale, con tutta evidenza, non poteva essere accettato da una comunità che sin dagli inizi ha deciso di affiancare la meme coin apprezzandone l’intento dichiaratamente satirico. Nelle ore immediatamente successive alle affermazioni in oggetto, si è quindi scatenata una vera e propria buriana.

Le reazioni della comunità di DOGE

Ma cosa ha detto, di così scandaloso, il CEO di Ripple? La dichiarazione che ha scatenato le reazioni dei fans di DOGE, è questa: “Non penso che Dogecoin sia stato una buona cosa per l’industria. E non sono anti-Dogecoin, ma è come se non sapessi quale sia il caso d’uso. Non so, tipo, ci sono progetti in costruzione per risolvere la reale utilità?”.

I commenti di Garlinghouse hanno naturalmente innescato un’ondata di commenti da parte degli utenti di X (ex Twitter), in particolare da quelli secondo i quali DOGE ha del potenziale e sta guidando il cambiamento nel settore delle risorse digitali.

Tra i tanti, il commento più pepato è stato quello di Marshall Hayner, CEO della rete bancaria di criptovalute Metallicus. Proprio lui, infatti, ha affermato che Garlinghouse sta indirettamente affermando che non gli piace l’idea che Dogecoin sia diventato più popolare e rilevante di XRP.

Un utente, che si fa chiamare @supremebeme ed è seguito dall’ex CEO di Binance Changpeng Zhao, ha a sua volta rivoltato la frittata, affermando che “sta ancora cercando di capire a cosa serva XRP “. Eccezione che, in effetti, è stata più volte mossa nei confronti di Ripple stesso.

Mentre un altro utente ha avuto facile gioco nel ricordare che il capo di Ripple stava criticando DOGE in un momento in cui XRP non sta attraversando un momento di grande salute. Mentre altri hanno indicato in Dogecoin la cosa più vicina a Bitcoin, in un settore pur così popolato come quello delle valute digitali. A renderlo tale il fatto che è stato abbandonato dai suoi creatori e recuperato dalla comunità. Il richiamo è al disconoscimento del progetto da parte dei suoi fondatori, Billy Markus e Jackson Palmer.

I richiami a Elon Musk

Naturalmente, nel pieno della bufera non potevano mancare i richiami a Elon Musk, quello che è considerato il vero nume tutelare della meme coin. Un ruolo svolto sin dall’inizio, con una serie di tweet diventati virali, sui quali DOGE ha fondato per buona parte le sue fortune.

Sino a sostenere, in un messaggio risalente a marzo, che Tesla, la sua azienda di autoveicoli elettrici, potrebbe presto implementare DOGE nei suoi sistemi di pagamento.

Brad Garlinghouse, a sua volta, non ha mai nascosto la sua mancanza di ammirazione nei confronti della meme coin più popolare. Tanto da affermare, già nel 2021, che le dinamiche inflazionistiche di cui è portatore il token lo renderebbero riluttante ad acquistarlo e trattenerlo.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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