Pur non essendo candidato, le Elezioni europee vedono in qualche modo protagonista anche Giovanni Toti, che oggi, 10 giugno 2024, ha presentato istanza di revoca dagli arresti domiciliari proprio per un motivo legato alla tornata elettorale.
I legali del presidente della regione Liguria ritengono, infatti, che un ulteriore prolungamento della misura andrebbe in contrasto con il voto popolare che ha eletto il governatore.
I legali di Toti: “Ci sono le condizioni per la revoca o l’attenuazione dei domiciliari”
Arriva all’indomani del voto per le Elezioni europee 2024 la richiesta di Stefano Savi, avvocato di Giovanni Toti, per la revoca degli arresti domiciliari cui è sottoposto il presidente della Liguria. Una mossa dovuta a una ragione del tutto politica, come sottolineato dallo stesso Savi che dice di non voler “entrare nel merito della vicenda e delle ragioni della misura cautelare“.
La tempistica, infatti, non è casuale dal momento che la misura restrittiva, secondo il legale, andrebbe a contrastare con la volontà popolare che ha portato all’elezione di Toti per il suo secondo mandato nel 2020, in virtù delle Elezioni regionali che si svolgeranno il prossimo anno in Liguria.
“Ove si prendesse a riferimento tale futuro impegno politico, appare evidente che la sospensione della funzione di presidente legata alla misura cautelare andrebbe a connotarsi come una vera e propria decadenza, non prevista dalla legge proprio per tutelare la volontà popolare espressa con libere elezioni”.
Il legale del governatore nega la possibilità di reiterzione del reato
La battaglia del governatore va avanti, sia sul piano politico, con la recente vittoria ottenuta sulle opposizioni, respingendo la loro mozione di sfiducia, sia su quello giudiziario.
Su quest’ultimo versante, pesano le parole del suo legale che, nell’istanza, interviene anche sulla tesi del possibile rischio di reiterazione del reato di cui è accusato, ovvero la corruzione tramite accordi con imprenditori da favorire in cambio del sostegno elettorale.
Savi sottolinea che, analizzando il lungo periodo preso in esame dall’indagine, non è possibile individuare un vero e proprio “sistema” basato sul voto di scambio e la corruzione e che i “fatti contestati non potrebbero che risultare episodici“. Di conseguenza, anche la ripetizione del reato andrebbe a cadere.
“Appare oggi evidente che, certa la volontà passata e presente di non compiere illeciti, la stessa presenza dell’indagine, con le contestazioni mosse dai pm, sia tale da inibire ogni reiterazione di azioni simili a quelle contestate, in attesa di giudizio”.
Toti è sottoposto alla misura dei domiciliari dal 7 maggio scorso.