Bitcoin City doveva essere una vera e proprio vetrina, per un El Salvador ormai convertito all’innovazione finanziaria. Sembra che, però, la vicenda non sia andata secondo le speranze di Nayib Bukele, il presidente del piccolo Paese del Centro America.

A dimostrarlo è la notizia relativa a Corbin Keegan, un bitcoiners statunitense che si era stabilito in loco, proclamandosi come primo cittadino della nuova città. Dopo oltre due anni di attesa, infatti, ha deciso di rientrare negli Stati Uniti, a causa dell’assoluta mancanza di progressi nella sua costruzione.

Una vicenda che lascia capire come spesso i politici si lascino tradire dall’intenzione di dare vita ad effetti speciali, senza però assicurarsi che i loro progetti abbiano basi in grado di agevolarne l’effettiva realizzazione.

Bitcoin City: il sogno è rimasto sulla carta

Bitcoin City doveva essere una sorta di manifesto del nuovo El Salvador. Un paese impegnato a trasformarsi in una vera e propria enclave dedicata all’icona crypto, incastonata nel cuore del continente americano.

Nayib Bukele ne aveva annunciato il varo nel novembre del 2021, prospettando la costruzione di un insediamento tecnologico basato sui cosiddetti bond vulcanici. Obbligazioni contestate dal Fondo Monetario Internazionale che, però, ancora non hanno visto la luce.

La nuova città avrebbe dovuto essere alimentata dal punto di vista finanziario ed energetico dall’energia ricavata dai vulcani, presenti in loco. Un progetto che è rimasto sinora sulla carta, costringendo Corbin Keegan, che si era installato nel Paese, a gettare la spugna dopo oltre due anni di attesa.

Keegan era giunto a El Salvador da Chicago, e aveva pensato di trasferirsi sul luogo in cui era previsto l’insediamento, a La Union. Aveva quindi dato vita ad una casa completamente autocostruita, che doveva essere un temporaneo rifugio in vista della costruzione di quella Bitcoin City di cui era venuto a conoscenza vivendo a El Zonte, in una folta comunità che nutre i suoi stessi interessi per l’innovazione finanziaria.

Per ora solo annunci

Qual è, al momento, la reale situazione del progetto Bitcoin City? Si può dire che tutto è rimasto sulla carta, ovvero sotto forma di annuncio. All’inizio del 2022, proprio Bukele aveva dichiarato che si stava lavorando per fornire l’energia geotermica necessaria al fine di garantirne l’alimentazione. Mentre nell’aprile dello scorso anno è stato il Ministero dei Lavori Pubblici ad emettere un documento affermando che non era stato registrato alcun progetto in tal senso. Per poi aggiungere che l’insediamento potrebbe essere in fase di pianificazione informale.

Nulla di fatto anche sul fronte dei cosiddetti bond vulcanici, ovvero le obbligazioni statali che dovevano essere emesse a sostegno di Bitcoin City. Dovevano essere emessi nel primo trimestre dell’anno in corso, ma sono ancora in alto mare.

Per quanto riguarda Corbin Keegan, comunque, il suo dovrebbe essere un semplice arrivederci. Secondo la proprietaria della sua abitazione, infatti, l’uomo avrebbe affermato di essere pronto a tornare a dicembre. Occorre vedere, però, se nel frattempo si sarà mosso qualcosa, o tutto sarà ancora a livello di annunci.

El Salvador potrebbe crescere grazie alle criptovalute?

Quella di Bukele rappresenta una scommessa importante. Il Paese non possiede grandi risorse e da sempre dipende dai prestiti del Fondo Monetario Internazionale. Prestiti che, però, potrebbero essere rimborsati nel caso in cui BTC raggiungesse quota 100mila dollari.

Siamo comunque in un terreno minato, quello delle ipotesi. Tanto che la realtà vede il governo trattare con l’FMI per un nuovo prestito da 1,3 miliardi di dollari. Resi indispensabili dalla necessità di far fronte agli impegni fiscali e al pagamento del debito che, secondo il Banco Central de Reserva, alla fine del 2023 ammontava a 34 milioni di dollari, ovvero all’82% del prodotto interno lordo (PIL).

Se Bukele non sembra coltivare dubbi, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio nazionale di Statistica, 1,9 milioni di persone, in un Paese di poco più piccolo della Toscana, vive in povertà. Con una situazione la quale continua ad aggravarsi, se si pensa che dal 2019, anno in cui ha avuto inizio il governo Bukele, il tasso di povertà è aumentato di 4,4 punti.