La separazione consensuale rappresenta un modo per chiudere l’esperienza matrimoniale di comune accordo. Quando i coniugi concordano sulla necessità di separarsi, possono presentare le condizioni del loro accordo al Tribunale per l’omologazione, come previsto dall’art. 158 del codice civile. Ecco la guida completa sulla procedura, i documenti necessari e le differenze con la separazione giudiziale.
Differenza tra separazione consensuale e giudiziale
La separazione consensuale si verifica quando entrambi i coniugi sono d’accordo sia sulla decisione di separarsi sia sulle condizioni della separazione. Questa procedura implica la presentazione congiunta di un ricorso al Tribunale, che include tutte le condizioni concordate, come l’affidamento dei figli, il mantenimento e la divisione dei beni. La separazione consensuale è generalmente più veloce e meno costosa rispetto a quella giudiziale, poiché non richiede un lungo processo legale.
La separazione giudiziale, al contrario, si verifica quando uno dei coniugi non è d’accordo sulla separazione o sulle condizioni proposte. In questo caso, uno dei coniugi può richiedere l’intervento del Tribunale, che deciderà sulle questioni contese. Questo tipo di separazione può essere lungo e costoso, poiché coinvolge un processo legale completo, con possibilità di presentare prove, testimonianze e documenti. Il giudice prende decisioni provvisorie sulle questioni più urgenti, come l’affidamento dei figli e il mantenimento, durante la prima udienza.
Procedura per la separazione consensuale
Per avviare una separazione consensuale, i coniugi devono presentare un ricorso congiunto al Tribunale del luogo di residenza o domicilio di almeno uno di loro. Il ricorso deve includere tutte le condizioni concordate, come la divisione dei beni, l’affidamento dei figli e l’eventuale assegno di mantenimento.
Dopo il deposito del ricorso, il Presidente del Tribunale fissa un’udienza entro cinque giorni. Durante l’udienza, il giudice verifica se vi è la possibilità di una riconciliazione tra i coniugi. Se la riconciliazione non è possibile, il giudice redige un verbale che conferma la decisione dei coniugi di separarsi e riporta le condizioni dell’accordo.
Il fascicolo viene poi trasmesso al collegio, il quale è tenuto a emettere i provvedimenti di omologa. Una volta omologata, la separazione consensuale sospende gli effetti del matrimonio, in attesa di una possibile riconciliazione o di un successivo divorzio.
Documenti necessari per la separazione consensuale
Per avviare la procedura di separazione consensuale, è necessario presentare i seguenti documenti:
- Copia integrale dell’atto di matrimonio: si richiede presso l’Ufficio dello Stato Civile del Comune dove è stato celebrato il matrimonio.
- Certificato di residenza e stato di famiglia: deve essere fornito per entrambi i coniugi e non può essere autocertificato.
- Dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni: di entrambi i coniugi.
- Copia di un documento di identità: di entrambi i coniugi.
- Copia del codice fiscale: di entrambi i coniugi.
Effetti e conseguenze su matrimonio e beni
La separazione sospende gli effetti del matrimonio, ma non lo scioglie. I coniugi possono vivere separatamente e cessare la convivenza, ma restano comunque legalmente sposati fino al divorzio. Questo significa che, pur non vivendo più insieme, mantengono alcuni obblighi reciproci, come quello di assistenza morale e materiale.
La separazione consensuale scioglie la comunione legale dei beni, permettendo ai coniugi di dividere il patrimonio comune. Tuttavia, la separazione non influisce sullo stato civile dei coniugi, che restano tali fino al divorzio.
Riconciliazione dopo l’omologazione
La riconciliazione tra i coniugi è possibile anche dopo l’omologazione della separazione. Se i coniugi decidono di riconciliarsi, la separazione legale cessa di avere effetto. Tuttavia, alcune azioni come la coabitazione temporanea o visite frequenti non sono sufficienti a realizzare la riconciliazione giuridica. È necessario che ci sia una ripresa stabile e continuativa della convivenza.
Tempi per la separazione consensuale
I tempi per la separazione consensuale possono variare in base alla procedura scelta. Se si segue la via tradizionale in Tribunale, dal deposito del ricorso all’udienza possono passare circa 3-4 mesi. Durante questo periodo, il Tribunale verifica che l’accordo rispetti i diritti di entrambe le parti e dei figli coinvolti.
Se i coniugi optano per la negoziazione assistita, i tempi possono ridursi significativamente. Con questa procedura, in soli dieci giorni dalla firma dell’accordo, i coniugi possono essere legalmente separati. Successivamente, l’annotazione della separazione viene trasmessa all’ufficio di stato civile del Comune dove è stato celebrato il matrimonio.
Tempi per il divorzio
La riforma del cosiddetto “divorzio breve” consente di sciogliere gli effetti civili del matrimonio in tempi molto più rapidi rispetto al passato. Se la separazione è consensuale, i coniugi possono richiedere il divorzio dopo sei mesi dalla data dell’udienza presidenziale o dall’accordo di negoziazione assistita. In caso di separazione giudiziale, invece, il termine è di dodici mesi.
Costi della separazione consensuale
I costi della separazione consensuale sono generalmente più contenuti rispetto a quelli di una separazione giudiziale. Non esiste una tariffa fissa, poiché il compenso viene negoziato tra cliente e avvocato. Tuttavia, i costi possono variare notevolmente a seconda della complessità del caso. In media, l’onorario di base per un avvocato parte da circa 700 euro per coniuge, con un tetto massimo di circa 3.000 euro.
Costi della negoziazione assistita
Con la negoziazione assistita, i costi possono essere anche inferiori. Questa procedura permette di risparmiare sui costi legali, poiché non è necessario ricorrere al Tribunale. Tuttavia, è sempre consigliabile farsi assistere da un avvocato per evitare errori che potrebbero compromettere l’accordo.
Costi aggiuntivi
Se i coniugi non hanno figli minori o non autosufficienti, la separazione consensuale può essere effettuata anche senza avvocato, riducendo ulteriormente i costi. In questo caso, l’unica spesa sarà legata ai documenti necessari e al bollo relativo al contributo unificato, che ammonta a circa 43 euro.