La prima scadenza dell’appuntamento Imu annuale si avvicina e, quest’anno, è prevista la doppia esenzione per i coniugi. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che limitava l’esenzione ad una sola abitazione, quando due coniugi o uniti civilmente avevano residenze diverse.

L’esenzione, quindi, diventa possibile per tutte e due le case, a patto che vengano rispettate alcune condizioni, in quanto la sentenza della Corte costituzionale ha ribaltato i precedenti orientamenti giurisprudenziali e le precedenti normative a riguardo.

Vediamo quali sono i requisiti e le condizioni da rispettare per beneficiare della doppia esenzione Imu, in base alla sentenza e alle nuove disposizioni.

Esenzione Imu per coniugi con residenze diverse: le norme precedenti

La questione della doppia residenza tra i coniugi e il relativo pagamento dell’Imu è, da molto tempo, dibattuta.

La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma in vigore dal 2011 che limitava l’esenzione dell’imposta a una sola casa. La norma in questione prevedeva per i coniugi o gli uniti civilmente con residenze in abitazioni diverse che veniva limitata l’esenzione a una sola delle due case, ovvero quella in cui dimorava e risiedeva il possessore e il suo nucleo familiare, relegando l’altra a seconda casa e, di conseguenza, soggetta all’imposta.

Doppia esenzione Imu per i coniugi: la decisione della Corte Costituzionale

La Corte costituzionale è intervenuta modificando il modus operandi precedente e rendendo possibile la doppia esenzione Imu per i coniugi con residenze diverse.

In che modo? Eliminando il riferimento al nucleo familiare e, di conseguenza, togliendo l’automatico assoggettamento all’imposta di una delle due case. Con la suddetta modifica ha reso possibile l’esenzione per entrambe le abitazioni, sia che queste si trovino nello stesso Comune che in Comuni diversi.

Bisogna precisare che non si tratta di un’esenzione sulle seconde case. Chi ha la residenza in un immobile, ma non la dimora effettivamente continua comunque a pagarci l’Imu. In questo caso, possiamo fare l’esempio delle case vacanze, ovvero quelle utilizzate solo sporadicamente, per esempio d’estate o nei weekend. Per poter beneficiare dell’esenzione, è richiesta la dimora abituale.

Il Comune, comunque, ha la possibilità di verificare l’effettivo utilizzo dell’immobile da parte del proprietario nel corso dell’anno.

Condizioni da rispettare

Per poter beneficiare della doppia esenzione dal pagamento dell’imposta, i coniugi devono rispettare alcune condizioni. Ciascuna delle case deve essere residenza e dimora abituale di uno dei due coniugi.

La residenza può essere provata attraverso le intestazioni delle bollette di acqua, luce e gas. Le bollette dimostrano i consumi congrui durante l’anno. In alternativa, la residenza stabile può essere dimostrata anche con la scelta del medico di base.

Come chiedere il rimborso

I coniugi che soddisfano le condizioni previste e hanno il diritto all’esenzione possono chiedere il rimborso se in passato hanno versato l’Imu al Comune. Per farlo, però, è necessario sbrigarsi, in quanto è possibile solo per cinque anni dalla data del versamento.

Un caso diverso riguarda chi non ha versato l’imposta anche qualora l’immobile fosse seconda casa. In questo caso, i coniugi devono rimettersi in regola e versare l’intera imposta.

In proposito, la Consulta ha specificato che è necessaria un’attenta e completa valutazione, al fine di non incorrere in possibili irregolarità.

Ricordiamo, infine, che la Legge di Bilancio del 2024 ha prorogato per quest’anno alcune esenzioni per gli immobili siti in Comuni colpiti da eventi sismici. Si tratta dei Comuni dell’Emilia Romagna, della Lombardia e del Veneto che sono stati colpiti dai terremoti del 20 e del 29 maggio 2012. Ciò ha valore anche per i Comune di Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria che sono stati interessati dagli eventi sismici nell’agosto 2016.

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