La Bulgaria sta attraversando un periodo di instabilità politica prolungata. Domenica 9 giugno si terranno le seste elezioni legislative in tre anni, contemporaneamente i bulgari voteranno per le elezioni europee. Il paese balcanico ha bisogno di formare un esecutivo stabile per rispondere alle esigenze nazionali e compiere ulteriori passi a livello europeo. Tag24 ha intervistato Francesco Martino, il corrispondente dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, da Sofia, per approfondire il peso di questa tornata elettorale nello scenario politico del paese.
L’intervista a Francesco Martino sulle elezioni in Bulgaria del 2024
Il 9 giugno 2024, i bulgari voteranno per le elezioni legislative per scegliere 240 parlamentari per la sesta volta in tre anni. Si tratta di un voto di grande importanza per porre fine allo stallo politico. Contemporaneamente si terranno le elezioni europee per eleggere 17 eurodeputati, un numero significativo considerando che 12 stati membri su un totale di 27 hanno 15 seggi o meno al Parlamento europeo.
Secondo le stime di gennaio 2023, la Bulgaria conta una popolazione di 6.837.736 abitanti, che include diverse minoranze etniche. I dati della Commissione europea relativi al 2021 indicano che l’8 per cento della popolazione ha dichiarato il turco come lingua madre, mentre il 3,5 per cento il rumeno. Armeni, pomacchi, russi, greci e macedoni sono tra i principali gruppi etnici.
I principali partiti politici
D: Chi sono le principali forze politiche? Che peso hanno le minoranze sulla politica bulgara?
R: L’elemento di lungo termine quando parliamo di attori politici in Bulgaria, sicuramente è il partito Gerb dell’ex primo ministro, Boyko Borisov, che di fatto ha dominato la scena politica per circa 10 anni, fino a tre anni fa.
Borisov con il suo Gerb ha portato avanti una politica vicina all’Unione europea almeno nelle intenzioni di riforma del paese. Però col passare degli anni, le accuse nei suoi confronti di corruzione e nepotismo sono aumentate sempre di più.
Circa tre anni fa sono iniziate una serie di proteste contro il suo governo che alla fine sono riuscite a farlo cadere. Da quel momento c’è stata la nascita di tutta una serie di movimenti che si sono posti l’obiettivo di estraniare Gerb e di creare un governo di opposizione. In questi anni sono riusciti a marginalizzare Gerb, nessuno, però, è riuscito a costruire una nuova maggioranza solida. Quindi si è arrivati a uno stallo nei rapporti di forza politici e questo ha portato a sei elezioni anticipate nel giro di tre anni.
È piuttosto complicato seguire tutti i movimenti che sono nati e cresciuti come proposta anti Borisov. Al momento quello più forte si chiama “Continuiamo il cambiamento”. Questo schieramento ha vinto due elezioni fa ed è arrivato secondo nelle ultime. Alla fine si è arrivati ad una specie di compromesso. L’ultimo governo è stato in realtà una coalizione tra Gerb e Continuiamo il cambiamento, quindi tra Borisov e una forza anti Borisov. Questa alleanza è nata dalla necessità di avere un governo in Bulgaria sotto l’ombra della guerra in Ucraina.
È importante sottolineare la crescita della destra con un partito in particolare che si chiama Rinascimento. Questo ha una politica di destra e strizza l’occhio a Mosca. È uno dei partiti in Bulgaria che potremmo definire, semplificando, filorusso. Secondo alcuni sondaggi, a queste elezioni potrebbe arrivare secondo o terzo.
La Bulgaria è un paese composito anche dal punto di vista etnico. Ci sono delle grandi minoranze di cui la principale è quella turca. Uno dei partiti principali nella scena politica bulgara è “il Movimento per le libertà e i diritti” che in qualche modo rappresenta gli interessi politici di questa minoranza. Ha uno statuto piuttosto controverso: da una parte appunto protegge gli interessi della comunità di minoranza dall’altra, negli ultimi anni, è stato sempre accusato di essere uno dei motori dello Stato per i problemi di corruzione all’interno del paese.
I temi principali
D: Quali sono altri temi principali di questa tornata elettorale?
R: Sicuramente un tema centrale è il rapporto della Bulgaria con la guerra in Ucraina. La Bulgaria è tradizionalmente, all’interno dell’Unione Europea, uno dei paesi più vicini alla Russia. I motivi sono storici visto che nel 1800 la Russia è stato l’attore principale che ha reso possibile l’indipendenza bulgara. I due paesi sono vicini anche per questioni culturali. Il russo e il bulgaro sono due lingue abbastanza simili e anche dal punto di vista religioso sia i Bulgari che i russi sono cristiani ortodossi.
Detto questo, però, i governi degli ultimi anni hanno preso posizione in modo abbastanza deciso a favore dell’Ucraina, tanto che la Bulgaria è stato uno dei principali fornitori di armi nei confronti di Kiev da quando è iniziata l’invasione nel 2022. L’opinione pubblica bulgara rimane, però, piuttosto divisa. Parte della società ha un atteggiamento più filo-occidentale e preme perché la Bulgaria aiuti l’Ucraina a difendere la propria indipendenza mentre una parte significativa, forse addirittura di maggioranza della popolazione, conserva un atteggiamento positivo nei confronti della Russia. Questa parte della società è rappresentata anche dal presidente della Repubblica, Rumen Radev, che è stato eletto con l’appoggio del Partito Socialista.
Il percorso europeo
D: Parlando invece delle elezioni europee che si terranno in contemporanea, quali sono i temi più importanti?
R: Sicuramente l’ingresso nell’area euro è un obiettivo di lungo termine della Bulgaria che per il momento si è rivelato impossibile da raggiungere per motivi prima tecnici e poi politici. Sarà poi importante la finalizzazione dell’ingresso nell’area Schengen.
La Bulgaria da quest’anno è stata inclusa nell’area Schengen per quanto riguarda i confini aerei e quelli marittimi ma non ancora quelli terrestri. Questi ultimi sono particolarmente importanti, soprattutto per quanto riguarda lo scambio di merci, quindi dal punto di vista economico è un tema che tocca da vicino l’opinione pubblica bulgara.
L’immigrazione
D: Quanto è importante in Bulgaria il tema dell’immigrazione?
R: Il tema è rimasto piuttosto marginale da quando l’Unione Europea ha raggiunto il famoso controverso accordo con Erdogan nel 2016. I flussi non sono più così visibili e comunque chi vuole entrare nell’Unione Europea attraverso la Bulgaria, solitamente non vuole fermarsi in Bulgaria. Sporadicamente ci sono notizie e dibattiti anche nello spazio pubblico, però direi che oggi, rispetto a tanti altri temi, quello delle migrazioni in Bulgaria non è centrale.
I possibili scenari
D: È possibile una deriva di estrema destra?
R: In Bulgaria negli ultimi anni la crisi politica ha allontanato anche tantissimi elettori dalle urne. Soprattutto in questi ultimi tre anni, con tutte queste elezioni una dietro l’altra, il numero di persone che si è recato a votare è diminuito sempre di più. Ci si pone anche un problema di rappresentatività dei partiti politici. Di fatto chi entra in parlamento viene votato tra il 30 e il 40 per cento degli elettori aventi diritto. È un problema strutturale a prescindere dalle alleanze che vengono poi fatte in Parlamento. I sondaggi danno Gerb di Borisov largamente in vantaggio.
Il Gerb è sempre stata la prima o la seconda forza politica, però, essendo rimasta totalmente isolata da tutti gli altri partiti, anche vincendo non riusciva a trovare degli alleati per formare un governo. Questa volta si parla della possibilità che possa allearsi con il Movimento per le libertà dei diritti. Sarebbe una novità in quanto i due partiti si sono sempre rappresentati come avversari irriducibili. Questa possibilità però è concreta quindi ci potrebbe essere, per la prima volta negli ultimi anni, un governo più o meno stabile per la prossima legislatura.
Per quanto riguarda la destra parliamo di una crescita significativa del consenso. Non sembra, però, che ci siano segnali di altri partiti interessati a collaborare con loro. Anche un buon risultato elettorale difficilmente si trasformerà nell’ingresso del partito all’interno della prossima maggioranza. Io credo che si tenterà in tutti i modi di creare una maggioranza un minimo stabile. C’è molta stanchezza anche negli elettori e quindi questo stress rispetto alle istituzioni democratiche, rischia di diventare insopportabile. Credo che ci faranno molti compromessi pur di avere un governo un minimo stabile.
Il voto alle europee
D: I bulgari che peso danno alle elezioni europee?
R: L’affluenza in generale alle europee è sempre più bassa rispetto alle politiche. Forse stavolta ci sarà un po’ l’effetto traino delle parlamentari. L’interesse dei bulgari nei confronti dell’Unione Europea non si è mai espressa attraverso la partecipazione alle elezioni.
I Bulgari continuano a essere uno dei popoli europei più entusiasti rispetto all’appartenenza all’Ue. Per la Bulgaria l’Europa rappresenta un’opportunità economica, di sviluppo, di riforma e di rinnovamento delle infrastrutture molto importante. Diciamo però che i bulgari non sentono la necessità così forte di esprimere questo loro attaccamento attraverso la partecipazione alle europee.