Tra i problemi che affliggono l’ambiente, c’è anche quello dei pesci drogati di metanfetamine e sotto Prozac. I farmaci e le sostanze stupefacenti finiscono nelle acque di scarico. Il risultato, secondo gli studiosi, è una catastrofe. Pesci con l’ansia, nervosi e depressi. Ecco cosa sta succedendo secondo lo studio di Nature Sustainability.
Pesci sotto Prozac e metanfetamine: lo studio di Nature Sustainbility
Nuovo campanello d’allarme per l’ambiente: le acque dei mari e degli oceani sarebbero a rischio inquinamento per via delle droghe e dei farmaci usati dall’uomo. I residui delle sostanze finirebbero, tramite le acque di scarico, proprio lì e il risultato sono pesci drogati. La fauna è in pericolo e la conferma arriva dallo studio di Nature Sustainbility.
Caffeina, ansiolitici, antidepressivi, cocaina e metanfetamine: tutto va a finire in acqua e a pagarne il prezzo sono gli animali che la abitano. Una minaccia in forte crescita, quella per l’ecosistema, soprattutto negli ultimi anni.
Lo studio ha rivelato che questa situazione sta determinando un notevole cambiamento nelle abitudini comportamentali di alcune specie di animali, persino un mutamento a livello anatomico. Tutto ciò ovviamente potrebbe provocare effetti indesiderati anche sugli esseri umani. I pesci mangiano le sostanze, gli umani mangiano i pesci…Dietro l’effetto a catena legato all’inquinamento potrebbe celarsi un disastro.
Come arrivano le droghe e i farmaci dell’uomo nel mare?
Piccoli pesci come i Pimephales promelas sono diventati ansiosi dopo aver ingerito poche dosi di caffeina. La trota fario, sotto metanfetamina, ha iniziato a soffrire di disturbi del sistema cardiovascolare e nel fegato. Non solo i pesci sono vittima dell’inquinamento da farmaci e droghe: anche gli uccelli, in particolare gli storni femmine, vicino all’acqua che scorre nelle reti fognarie sarebbero diventati più aggressivi. L’altra faccia della medaglia di questo problema potrebbe comportare l’estinzione locale di alcune specie.
Ma come arrivano le sostanze in mare? I modi sono diversi secondo quanto riportato nello studio di Nature Sustainbility. L’ecosistema diventa una discarica se i residui dei farmacie e delle droghe non vengono smaltiti adeguatamente durante il processo di produzione e nel momento in cui l’essere umano li espleta attraverso i propri bisogni. Michael Bertram, assistente professore all’Università svedese di scienze agrarie spiega:
“Quando un essere umano prende una pillola non tutto il farmaco viene scomposto nel nostro corpo e quindi, attraverso i nostri escrementi, gli effluenti vengono rilasciati direttamente nell’ambiente. Principi attivi farmaceutici si trovano nei corsi d’acqua di tutto il mondo, compresi gli organismi che potremmo mangiare.”
Uno studio recente ha riportato che oltre sessanta farmaci diversi provenivano dai fiumi di 1.052 località di più di cento Stati, rilevando che il 43,5% dei siti disponeva di tracce al di sopra dei livelli di sicurezza per la salute ecologica. Da qui nasce l’appello dei ricercatori dello studio ai produttori dell’industria farmaceutica: è necessario riformulare urgentemente la progettazione dei medicinali affinché diventino più “ecologici” nello smaltimento.