Con la pubblicazione di un apposito avviso all’interno del proprio sito web ufficiale durante il corso della giornata di giovedì 6 giugno 2024 l’Agenzia delle Entrate ha segnalato la presenza di false comunicazioni relative a richieste di pagamento di imposte su criptovalute non dovute e, quindi, di un ennesimo tentativo di phishing ai danni dei contribuenti italiani.
Nello specifico, l’amministrazione finanziaria stessa ha comunicato che è attualmente in corso una campagna malevola che si manifesta attraverso l’invio di false comunicazioni tramite email.
Queste email, in particolare, sfruttano la tematica relativa a pagamenti di imposte non dovute in seguito ad operazioni di trading online oppure su criptovalute che devono essere effettuati da parte del contribuente e che richiedono a quest’ultimo, per l’appunto, di procedere con l’invio di un pagamento anticipato obbligatorio di una somma pari all’80% di quanto gli sarebbe stato accreditato in precedenza.
Senza perderci troppo in chiacchiere, dunque, andiamo subito a vedere insieme tutto ciò che concerne i tentativi di phishing ed, in particolare, l’ultima segnalazione che è stata effettuata da parte dell’Agenzia delle Entrate in merito ad una nuova ondata di false email relative a richieste di pagamento di imposte su criptovalute non dovute da parte del contribuente.
Imposte su criptovalute: attenzione ai tentativi di phishing! L’Agenzia delle Entrate segnala una nuova ondata di false email relative a richieste di pagamento
Ecco qui di seguito quelli che sono i tratti distintivi delle false email relative a richieste di pagamento di imposte su criptovalute non dovute che stanno arrivando ad alcuni contribuenti italiani:
- i loghi dell’Agenzia delle Entrate;
- dei finti prospetti di calcolo;
- delle finte cartelle esattoriali;
- le firme di figure amministrative che si trovano al vertice dell’AdE, ma anche di altre amministrazioni;
- gli errori grammaticali, relativi alla punteggiatura e alcune omissioni nel testo;
- le minacce di un presunto coinvolgimento da parte di un apposito ente preposto al recupero crediti o iscrizione al ruolo;
- l’imposizione di deadline molto stringenti, ovvero di una scadenza molto ravvicinata nel tempo per procedere con il pagamento delle presunte imposte su criptovalute dovute;
- un senso d’urgenza generale.
Al di là della presenza di tutti i fattori che abbiamo appena citato, però, l’Agenzia delle Entrate ammonisce riguardo il fatto che le false comunicazioni sulle richiesta di pagamento di imposte su criptovalute che vengono inviate da parte dei malintenzionati potrebbero sembrare lecite agli occhi dei contribuenti interessati dal momento che vengono inviate anche tramite l’utilizzo di indirizzi di posta elettronica certificata (pec) per i quali potrebbe sembrare reale l’appartenenza all’amministrazione finanziaria.
Per quanto riguarda la truffa in sé e per sé, invece, l’AdE segnala che alle email vengono allegati dei falsi prospetti di calcolo e delle false cartelle esattoriali di presunte imposte dovute calcolate dallo Stato italiano, nelle quali figurano degli importi elevati determinati in maniera casuale, nonché la richiesta di effettuare un pagamento anticipato obbligatorio in tempi molto stretti.
All’interno del falso prospetto di calcolo viene richiesto ai malcapitati di effettuare il pagamento delle somme dovute in USDT, dal momento che le operazioni effettuate e i presunti accrediti ricevuti sono stati effettuati in criptovalute presso uno specifico Wallet e riportando i seguenti dati relativi ai contribuenti interessati:
- il codice IBAN;
- il soggetto beneficiario;
- il numero del conto corrente;
- l’importo accreditato;
- l’ID;
- il soggetto responsabile del procedimento di iscrizione a ruolo;
- tutte le informazioni da inserire nel modello di pagamento F24;
- il totale da pagare.
A tal proposito, infine, l’Agenzia delle Entrate raccomanda ai cittadini di prestare la massima attenzione nell’ipotesi in cui ricevano delle email con la presenza di alcuni dei fattori che abbiamo richiamato durante il corso dell’articolo in questione e rimanda alla consultazione della pagina web “Focus sul phishing“ disponibile sul proprio sito.