Il procuratore generale di New York, Letitia James, ha avviato una causa contro l’exchange di criptovalute Nova Tech e la società mineraria AWS Mining, accusando le due aziende di aver messo in atto una truffa da un miliardo di dollari, nei confronti di centinaia di migliaia di investitori.
Tra le vittime del raggiro, che si configura alla stregua di un vero e proprio schema piramidale, anche 11mila cittadini di New York. La procura ha emesso al proposito un comunicato stampa, nella giornata di ieri, mentre la procura sta cercando di impedire alle due aziende accusate di condurre ulteriori operazioni all’interno dello Stato.
Criptovalute, a New York l’ennesima truffa?
L’ufficio di Letizia James, procuratore generale di New York già nota alle cronache per il suo operato teso a perseguire irregolarità in ambito crypto, ha accusato l’exchange di criptovalute NovaTech e la società mineraria AWS Mining di condurre schemi piramidali illegali. Operazioni le quali hanno sottratto risorse pari a circa un miliardo di dollari ad un gran numero di investitori.
A spiegare quanto accaduto è un comunicato emesso dalla stessa procura. Al suo interno è possibile leggere: “Queste società di criptovaluta hanno preso di mira le comunità di immigrati e religiose con promesse di libertà finanziaria, per rubare invece i loro soldi e prosciugare i risparmi di una vita”. Per farlo si sono avvalsi di strumenti ormai comuni in questo genere di truffe, a partire da social media e gruppi WhatsApp.
Secondo l’accusa, AWS Mining e i suoi promotori, tra cui Cynthia e Eddy Petion, residenti a Panama, hanno promesso agli investitori rendimenti mensili dal 15 al 20% attraverso l’attività di mining di criptovalute. Aggiungendo alla proposta dei bonus per l’acquisizione di nuovi investitori.
Incapace di sostenere a lungo i rendimenti promessi, la società è però crollata nel 2019. I Petion, però, non si sono persi d’animo e hanno deciso di dedicarsi al varo di un nuovo raggiro, varando Nova Tech. La piattaforma, dedicata al trading delle startup, ha naturalmente mutuato i metodi precedentemente utilizzati da AWS Mining. Ovvero la promessa di rendimenti estremamente allettanti e i bonus per il reclutamento di nuove vittime.
Per pagare i primi rendimenti e dare una parvenza di regolarità all’attività, l’azienda ha utilizzato i profitti settimanali dell’azienda. Un circuito alimentato dai nuovi arrivi, come è ormai classico per gli schemi Ponzi. Nonostante abbia incassato oltre un miliardo di dollari tra il 2019 e il 2023, secondo la procura di New York ad essere elaborati in scambi effettivi di criptovalute sono stati appena 26 milioni di dollari.
Il commento di Letitia James
A commento dell’indagine, durissime le parole pronunciate da Letitia James. Ha infatti affermato: “Stiamo vedendo i reali pericoli delle piattaforme di criptovaluta non regolamentate con schemi come questi, ma i newyorkesi possono stare certi che utilizzeremo gli strumenti a nostra disposizione per reprimere i truffatori di criptovalute”.
Proprio lei, in veste di procuratore dello Stato di New York ha del resto condotto una serie di casi di alto profilo contro alcune aziende leader nel settore delle criptovalute. In particolare nelle pieghe delle indagini conseguite al crac di Genesis Global, nel 2022, ha recuperato due miliardi di dollari dal suo trading desk.
Mentre l’anno scorso si è anche assicurata 22 milioni di dollari dall’exchange di criptovalute KuCoin, derivanti dalla mancata registrazione in qualità di borsa di materie prime e titoli. Una causa basata sul fatto che Ethereum sarebbe a tutti gli effetti un titolo non registrato piuttosto che una merce. A rendere possibile il suo successo il fatto che la questione non è ancora stata risolta. Dando così modo alla SEC di inviare una lunga serie di avvisi Wells alla Ethereum Foundation e agli scambi che hanno accluso alle proprie trattative ETH.
Una questione sulla quale occorre registrare il recente intervento della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. La sua approvazione di una legge, denominata FIT21, ha rappresentato un primo punto di convergenza bipartisan. Una convergenza che ha indicato come le leggi sulle materie prime e sui titoli siano applicabili alle criptovalute e come gli exchange possano registrarsi correttamente presso le agenzie preposte.