Se fosse una strategia dell’opposizione, probabilmente non sarebbe così efficace. Più la presidente del Consiglio Meloni prova a dare credibilità istituzionale al proprio governo, infatti, più gli esponenti a lei più vicini sembrano voler boicottare questo percorso, con esternazioni e vicende imbarazzanti, nel migliore dei casi, o vergognose, nel peggiore. Appartiene a quest’ultima categoria l’ultima che coinvolge, per l’ennesima volta, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il cui portavoce Paolo Signorelli scambiava chat dal contenuto antisemita con l’ex capo ultrà Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik.

Chat che sono ora riemerse grazie al lavoro di Repubblica, scatenando la protesta in coro delle opposizioni e l’autosospensione del portavoce.

Signorelli e le chat con Piscitelli ‘Diabolik’, Renzi: “Odio contro Israele forte nella destra italiana”

Insulti ‘calcistici’ ai romanisti che “sono tutti ebrei” e a “quel porco” del giornalista Gad Lerner. E ancora, rigurgiti di fascismo nel rendere gli onori a terroristi neri come Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini e Mario Tuti.

Questi sono solo alcuni degli ignobili passaggi della conversazione intrattenuta tra Signorelli e Piscitelli tra il dicembre del 2018 e l’omicidio di quest’ultimo avvenuto nell’agosto del 2019, legato alla criminalità organizzata romana.

Chat per le quali Signorelli si è autosospeso, sostenendo di “non ricordare la conversazione in oggetto” i cui contenuti, dice, sono “quanto mai distanti da me“. Posizione condivisa dal ministro Lollobrigida, che confida nella sua smentita “al più presto“.

Ma smentita o autosospensione non bastano a un’opposizione che denuncia la gravità della vicenda. Matteo Renzi va, dunque, all’attacco della destra italiana, ancora segnata da un atteggiamento contro gli ebrei che fa impressione.

“Più cercano di ripulirsi e di mostrarsi persone serie e presentabili in società, più scappa dal sottobosco dei più stretti collaboratori dei nostri leader di governo, delle espressioni e delle frasi offensive che fossi in Meloni mi imbarazzerebbero molto“.

Con queste parole, il leader di Italia viva, intercettato dai cronisti tra cui l’inviato di TAG24 Michele Lilla, lancia un messaggio anche alla Comunità ebraica.

“Chi dentro la Comunità ebraica si illude di avere a che fare con delle persone ‘ripulite’ non si rende conto di come un certo anti-sionismo e più in generale una certa cultura di odio verso gli ebrei, continui ad essere forte nella destra italiana e, ahimé, anche in spezzoni di sinistra, anche a livello europeo”.

Il Pd sulle barricate chiede le dimissioni del portavoce di Lollobrigida: “Virus del fascismo in FdI”

Renzi ritiene, inoltre, che l’autosospensione non sia sufficiente e che Signorelli vada “cacciato” da Meloni.

Un’opinione condivisa fortemente dal Partito democratico che chiede all’unanimità le dimissioni con Emanuele Fiano, candidato alle europee nella circoscrizone Nord Ovest, che va oltre, giudicando “insignificante e offensiva” la sua autosospensione e chiedendone il “necessario e doveroso licenziamento in tronco.

Da parte del Pd si solleva un coro che sottolinea l’inquietante continuità tra esponenti di Fratelli d’Italia e l’ideologia fascista. Un fascismo tutt’altro che finito, come invece spesso sostenuto dal partito della premier e dai suoi alleati, il cui “virus“, come lo definisce il senatore Pd Michel Fina, è ancora “radicato” in FdI.

Una continuità che Fina ritrova anche nelle scelte politiche dell’esecutivo sulle riforme. Come quella del premierato, improntata a un autoritarismo le cui radici, secondo il senatore, diventano piuttosto chiare alla luce dei fatti di oggi.

“È chiaro che il premierato non risponde all’esigenza di rendere il Paese più agile ma di consegnare il potere ad un uomo o donna forti, nella migliore tradizione degli amanti dell’autoritarismo, del fascismo in primis. Una maggioranza il cui partito portante è interessato da simili fenomeni è un problema per il Paese e per la democrazia”.

Signorelli e le chat antisemite con Diabolik, Bonelli (Avs): “La corte neofascista che sostiene Giorgia Meloni”

Sulla stessa riga anche Alfredo Bazoli, vicepresidente del gruppo Pd, che trova “non più tollerabile” l’ambiguità sulla storia del nostro Paese manifestata più volte dal partito della presidente del Consiglio. Bazoli cita la stagione stragista degli anni Settanta, da piazza Fontana in poi, per denunciare l’incapacità degli eredi del Msi di fare “fino in fondo i conti con la storia neofascista di questo Paese, e le conseguenze drammatiche che questo comporta.

Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera sottolinea poi la gravità che un ruolo così centrale nel governo sia ricoperto da un soggetto che intrattiene “relazioni così consolidate e profonde con ambienti della criminalità organizzata“.

Infine, altrettanto duro è Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, per il quale le chat tra Signorelli e Piscitelli ‘Diabolik’ rappresentano “l’ennesima conferma dell’infiltrazione di elementi neofascisti e antisemiti negli ambienti governativi” e chiama in causa direttamente la premier Meloni.

“La presenza di individui con queste convinzioni nella sfera governativa è inaccettabile e rappresenta un grave pericolo per la nostra democrazia. Questo episodio non può essere sottovalutato né minimizzato. È il riflesso della corte neofascista che sostiene Giorgia Meloni“.

Ciò che di più inquietante emerge di fronte a questa vicenda è come non sia la semplice nostalgia a manifestarsi nelle frasi terribili di Signorelli. In nessuna di quelle parole c’è, infatti, il ricordo, ovviamente distorto, del passato. C’è, invece, l’aggressività, la violenza e l’orrore che quel passato ha prodotto e la Storia condannato, riportati nel presente. E lo spettro di una democrazia, la nostra, davvero in pericolo.