Mancano davvero poche ore all’apertura delle urne per le Elezioni Europee 2024. Si parte domani, sabato 8 giugno, dalle 15 alle 23 e si continua domenica 9 giugno, dalle 7 alle 23. In totale saranno circa 51 milioni gli italiani chiamati ad esprimere la propria preferenza per il rinnovo del Parlamento Europeo.
A mezzanotte di oggi scatterà il silenzio elettorale, quindi, le prossime saranno le ultimissime ore di una campagna elettorale vivace, che ha visto contrapposti anche partiti alleati. In Europa si vota con il proporzionale, non contano le alleanze, ma, ognuno gioca per sé e ognuno ha fatto la propria partita come previsto dalle regole della democrazia.
Partita che, ieri sera – giovedì 6 giugno – si è chiusa per la Lega di Matteo Salvini, Forza Italia del vicepresidente del Partito Popolare Europeo, Stati Uniti d’Europa di Matteo Renzi e Emma Bonino, Azione di Carlo Calenda e Democrazia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo e Francesco Toscano.
Elezioni Europee 2024, Calenda a Napoli: “Nessun derby di centro con Italia Viva”
Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha scelto Napoli per chiudere la campagna elettorale del suo partito. Dalla splendida Piazza dei Martiri, l’ex ministro dello Sviluppo Economico, ha parlato ai sostenitori accorsi ad ascoltare il suo intervento tra tante bandiere azzurre. Calenda si è detto ottimista per il risultato delle urne – obiettivo naturalmente è raggiungere la soglia di sbarramento del 4% che consente di ottenere la rappresentanza all’Europarlamento, dover Azione si colloca nel gruppo Renew Europe – ma ha detto di non avere buone sensazioni sull’affluenza alle urne.
A pochi metri di distanza in Piazza Matteotti, anche il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, stava tenendo il discorso conclusivo della campagna elettorale azzurra.
Il leader di Azione, nel suo intervento ha sottolineato come non esista un derby al centro tra il suo partito e Italia Viva di Matteo Renzi, che sempre ieri sera stava parlando dal palco romano di Piazza della Pietra per la kermesse conclusiva della campagna della lista Stati Uniti d’Europa.
“Non c’è un derby di centro tra Azione e Italia Viva. C’è una lista che si chiama Azione e c’è un’altra lista che mette dentro tutto e il contrario di tutto dove andranno una in un pezzo, uno in un altro, uno in un’altra ancora. Dove candidano da Mastella a Cecchi Paone. Non è un partito è un agglomerato di liste”,
ha detto Calenda riferendosi alla lista di scopo voluta dalla leader di +Europa, Emma Bonino e alla quale aderiscono anche Italia Viva, Psi e Libdem.
Su una cosa, però, Carlo Calenda e Matteo Renzi sembrano essere d’accordo, ovvero, la candidatura di Mario Draghi come Presidente della Commissione Europea, poltrona oggi occupata dalla candidata del Partito Popolare, Ursula von der Leyen.
“Questa è l’Italia ed è grande. È grande non perché batte i pugni sul tavolo, è grande perché quando si siede al tavolo, e io lo spero ha la faccia di un grande italiano, come Draghi, che non ha mai dovuto battere i pugni.”
Ha detto il leader di Azione che poi ha aggiunto rivolgendosi alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni:
“E sapete perché? Perché è autorevole, Giorgia Meloni. E chi è autorevole può inarcare il sopracciglio, non ha bisogno di battere niente”.
Chiudono a Roma Rizzo e Toscano per Democrazia Sovrana e Popolare. Oggi tocca a PD, M5S e Noi Moderati
Ha scelto la Capitale per chiudere la campagna elettorale anche Democrazia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo e Francesco Toscano.
In Piazza dell’Esquilino le bandiere erano rosse e i due leader si sono alternati al microfono davanti ai sostenitori riunitisi nella piazza romana per il comizio conclusivo di una campagna elettorale travagliata caratterizzata dalla necessità di raccogliere le firme per poter presentare le liste. Alla fine la lista di Democrazia Sovrana Popolare è stata ammessa solo nella circoscrizione di Centro.
Chiuderanno oggi – venerdì 7 giugno – infine la campagna elettorale per le Europee il Pd di Elly Schlein, il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e Noi Moderati di Maurizio Lupi. Il Partito Democratico ha scelto Padova, piazza dell’ultimo comizio del leader del Pci Enrico Berlinguer nel giorno dell’anniversario, mentre la Sicilia è stata la scelta di Conte Lupi, Palermo il primo e Catania il secondo.