La presentazione delle richieste relative agli ETF spot su Ethereum ha visto una prima sorpresa di non poco conto. 21Shares, infatti, ha presentato una richiesta aggiornata per il suo ETF spot Ethereum S-1, rinominando il fondo, che non sarà più Ark 21Shares Ethereum ETF, bensì 21Shares Core Ethereum ETF. Ark Invest, infatti, ha concluso la sua partnership con 21Shares e non sarà più coinvolta nell’ETF. In queste ore, in molti si stanno chiedendo cosa sia accaduto per arrivare a questo epilogo e sul tema stanno iniziando a trapelare le prime risposte.

Ark Invest: quali i motivi della rinuncia a partecipare alla competizione sugli ETF spot Ethereum?

Ark Invest, azienda guidata da Cathie Wood, era stata in pratica la prima a depositare presso la SEC la propria richiesta per poter presentare sul mercato un ETF spot su Ethereum. Si può quindi immaginare la sorpresa degli ambienti finanziari, quando è trapelata la notizia secondo la quale l’azienda ha deciso di abbandonare la pista.

In molti hanno perciò iniziato a chiedersi quali siano stati i motivi alla base di questa sorprendente decisione. In queste ore stanno arrivando le prime risposte al riguardo: sarebbe stata la guerra delle commissioni a convincere Ark Invest a ritirarsi.

A spingere in tal senso sarebbe quanto accaduto la scorsa settimana alla conferenza Consensus di CoinDesk, tenutasi ad Austin, in Texas. Nel corso dell’evento, infatti, durante una delle tante discussioni che hanno caratterizzato l’evento, Cathie Wood non ha avuto eccessive remore nell’affermare che l’ETF spot Bitcoin di Ark Invest non sta fruttando soldi all’azienda.

Il motivo di quanto sta accadendo è da rintracciare nel fatto che la commissione applicata ai clienti si attesta ad un modesto 0,21%. Un livello il quale, sebbene paragonabile a quello addebitato da altri emittenti di ETF su BTC, è comunque significativamente inferiore a quello addebitato normalmente dai fondi non crittografici.

La guerra dei rendimenti

Com’è noto, le aziende che emettono ETF traggono il proprio guadagno dalle commissioni che addebitano agli investitori al fine di compensare la gestione del fondo. Molti investitori, però, cercano di ridurre al minimo tale commissione in quanto va ad incidere in maniera significativa sui rendimenti.

Ne deriva quindi una vera e propria guerra dei rendimenti, che alla fine è in grado di premiare chi riesce ad abbattere al massimo questi costi. Nella competizione che si è instaurata sugli ETF spot Bitcoin, Grayscale ha cercato di spezzare questo meccanismo, fissando la sua commissione all’1,5%. Il risultato è stato il fuggi fuggi dal fondo, con il ritiro di miliardi di dollari dai suoi forzieri.

La stessa dinamica sembra ora riproporsi per i fondi dedicati a ETH. Con una competizione estremamente serrata, tale da spingere James Seyffart, analista ETF presso Bloomberg Intelligence, a dichiarare: “Non credo che qualcuno si aspettasse davvero che la guerra delle commissioni diventasse così aggressiva prima ancora che ne vedessimo il lancio”.

Proprio Seyffart ritiene che l’azienda di Cathie Wood abbia preso la decisione di rinunciare sulla base delle tariffe basse. Il fatto di dover dividere margini così esigui con 21Shares, su uno strumento meno promettente in termini di domanda rispetto a quello dedicato a BTC, avrebbe infine spinto Ark Invest alla defezione.

ETF spot Ethereum: solo Franklin Templeton ha annunciato la sua tariffa

Al momento, comunque, soltanto un aspirante emittente, Franklin Templeton, ha rivelato la commissione per il suo fondo, la quale è stata fissata allo 0,19%. Lo stesso livello dell’ETF su Bitcoin, che equivale ad una politica tariffaria estremamente aggressiva, con cui tutti si dovranno confrontare.

Nonostante la bassa struttura tariffaria degli ETF, l’abbandono di Ark dalla corsa ha comunque rappresentato uno shock. A renderlo tale la forte posizione del gestore patrimoniale nel settore e la sua offerta di numerosi altri fondi legati proprio a Ether.

È stato Nate Geraci, presidente di ETF Store, a porre un particolare accento su quanto accaduto. Ha infatti affermato, al riguardo: “Questa è una mossa sorprendente dal mio punto di vista. Da una prospettiva di branding a lungo termine, sono sorpreso che Ark non ravvisi valore dal coinvolgimento nella categoria ETF spot Ethereum. Ark è stata molto più lungimirante riguardo alle criptovalute rispetto a molti dei suoi concorrenti, quindi è strano vederli restare fuori.”