Decisione di buon senso o scelta demagogica in una città alle prese con altri problemi più gravi? Padova si ritrova spaccata alle porte delle elezioni Europee 2024. L’assessora patavina ai Servizi Anagrafici Francesca Benciolini ha infatti proposto ai presidenti dei seggi elettorali di non dividere le persone in due file (maschile e femminile), ma di crearne una sola.

L’obiettivo è di proteggere quelle persone transgender o non binarie che non hanno completato la propria transizione di genere o non si riconoscono nel binarismo uomo-donna.

Ai seggi di Padova e Milano arrivano le file uniche in vista delle elezioni Europee 2024: “E’ un gesto di attenzione”

Il Comune di Padova decide di seguire quello di Milano e, in vista delle ormai imminenti elezioni Europee 2024, consiglierà ai presidenti dei seggi elettorali di non suddividere le file di elettori in maschi e femmine. Il motivo? Come spiega chi ha proposto quest’indicazione, l’assessora patavina ai Servizi Anagrafici, Francesca Benciolini:

Fermo restando che le liste sono divise, per legge, in maschi e femmine, invitiamo, per permettere a tutti/e di recarsi alle urne in piena serenità, a non suddividere le file in maschi e femmine per non ingenerare imbarazzo o difficoltà in quelle persone il cui aspetto non corrisponde al genere anagrafico indicato nei documenti ufficiali, ovvero in transizione.

Va sottolineato come l’assessora Benciolini abbia indicato che i presidenti di seggi possano attenersi o meno nel seguire questa proposta: non è, cioè, obbligatoria. Ci sarà la possibilità di vedere un’unica fila unica in direzione dei seggi: al banco del registro però vige ancora la legge nazionale che divide per genere.

La decisione patavina (preceduta da quella milanese) raccoglie quindi la campagna lanciata nel 2018 dall’associazione Gruppo Trans APS, che si proponeva di ripensare l’esercizio civico del voto a favore di quelle persone che non hanno completato la transizione di genere o non si riconoscono nella dicotomia maschio-femmina.

Il Gruppo Trans APS ha spesso sottolineato come in diverse circostanze il far mettere in una determinata fila una persona transgender o non binaria rischiava di violarne la privacy, perché era espressamente richiesto loro di collocarsi presso un registro in base al solo dato del sesso anagrafico indicato sul documento di riconoscimento.

Le reazioni della Lega e di FdI: “Scelta demagogica, non hanno nient’altro a cui pensare”

Come ogni decisione che attiene all’identità di genere e all’espressione del proprio sé, così come alle sue ricadute sociali e non, la scelta di creare file uniche ha allarmato gli esponenti locali della Lega e di Fratelli d’Italia.

Le lamentele partono dalla classica frase “con tanti problemi più gravi, la sinistra doveva proprio pensare a questa cosa” per arrivare a chi lamenta possibili problemi organizzativi ai seggi. Nel primo campo rientra il consigliere leghista del Comune di Padova, Umberto Lonardi, dettosi scandalizzato dalla decisione annunciata dall’assessora Benciolini:

Sono profondamente indignato e spero proprio che i presidenti di seggio si sentano liberi nel rispedire al mittente quest’assurda indicazione, che va ben al di là dei poteri che la legge attribuisce non solo all’assessora Benciolini, ma anche al sindaco Sergio Giordani, che peraltro, in proposito, hanno già abbondantemente dato con la scellerata trascrizione all’anagrafe cittadina dei figli di due mamme.

A nome di coloro che son preoccupati per il possibile aggravio di lavoro per gli scrutatori parla la consigliera di Fratelli d’Italia, Elena Cappellini:

Cosa non si fa, cara assessora Benciolini, per provare a giustificare il proprio stipendio. Siamo di fronte all’ennesima decisione grottesca, che non farà altro che complicare le operazioni di voto. La suddivisione maschi/femmine è infatti soltanto una modalità organizzativa. E farne una questione di genere è tipico di chi non ha davvero altro a cui pensare.

In quest’articolo potete leggere quali e quante sono le circoscrizioni elettorali in Italia in vista delle Europee.