In casa Lazio sono giorni turbolenti. Dopo le dimissioni di Sarri, il presidente Lotito si era affidato a Tudor, ma la scintilla con l’ambiente non è mai scoccata. Anche all’interno dello spogliatoio, la situazione era ben poco idilliaca e la differenza di vedute sul mercato ha fatto il resto. Una storia che non ha fatto in tempo ad iniziare ed è già finita. Ieri il mister ha rassegnato ufficialmente le sue dimissioni e il club si è rimesso a lavoro per scegliere il tecnico per la prossima stagione. Tanti i nomi fatti, dal ritorno di Sarri, alla scelta di cuore Conceicao. In pole però, per la panchina della Lazio, c’è Baroni e per commentare la notizia, Siviglia, che ha giocato con il tecnico al suo esordio in A a Verona, è intervenuto a Tag24.
Lazio, Baroni in pole per la panchina: a Tag24
Che il rapporto tra Tudor e la Lazio fosse complicato si era capito già da tempo, ma nessuno immaginava un epilogo simile. Lunedì ha incontrato Lotito e Fabiani per un summit che doveva servire per programmare il mercato. In quell’occasione si è accorto che era meglio fare un passo indetro subito, piuttosto che iniziare una nuova stagione con presupposti sbagliati e ha dato le dimissioni. Ora la società è alle prese con la scelta del nuovo allenatore, un’altra volta nel giro di pochi mesi. Sarri, Allegri, ma anche Juric, Conceicao o Klose, anche se il nome in cima alla lista, è quello di Baroni, che sarebbe accolto con grande diffidenza dalla piazza. Chi sarà il prescelto? Per commentare la situazione allenatore in casa Lazio e l’eventuale ingaggio di Baroni, Sebastiano Siviglia, che conosce bene l’ambiente romano e il tecnico ex Verona, è intervenuto a Tag24.
Dopo Sarri anche Tudor ha dato le dimissioni. Che succede? Cosa non ha funzionato con il mister croato?
“Difficile capire dall’esterno cosa può essere successo. Ci sono dei cambiamenti importanti e bisogna ritrovare quei sani equilibri che ti danno le sicurezze anche per il futuro. La Lazio ora è in cerca di un nuovo leader in panchina, che possa rivitalizzare l’ambiente e dare stabilità alla squadra”.
Il prescelto dovrebbe essere Baroni, che ne pensi? Non rischia di essere un azzardo?
“Marco lo conosco da tanto tempo, esattamente dal ’96. E’ stato mio compagno di stanza, a Verona, per due anni consecutivi e mi lega a lui un rapporto di grande affetto e di grande stima. Io ero un ragazzino e lui era il capitano di quella squadra. Ho scoperto un uomo di grandi valori. Un leader umile, non presuntuoso. Sa adattarsi ad ogni contesto, ma al tempo stesso sa farsi rispettare, ed è una capacità rara. Lo vedrei molto bene alla Lazio. Io sono convinto che sia pronto. Lo scorso anno ha fatto un percorso straordinario col Verona e ha ricompattato un ambiente che sembrava sfiduciato. Ha letto alla perfezione la situazione ed ha salvato una squadra che sembrava destinata a retrocedere. Onore e merito a lui, che aveva fatto un grande lavoro anche a Lecce”.
Un allenatore di qualità, sicuramente, di cui tutti parlano un gran bene. Ma è pronto a gestire un ambiente così complicato, che tu conosci bene?
“Penso che Marco sia ormai un manager di livello. Ha le spalle larghe e ha fatto esperienze importanti nella sua carriera. In tutte le piazze in cui è stato, ha saputo reggere sempre i periodi alti e anche quelli bassi. Sa stare sulle montagne russe perchè è una figura ferma. E’ uno deciso, convinto, non è uno spaccone, ma un leader umile. Un uomo e un allenatore che sa fare percorsi importanti. Non sono preoccupato, da questo punto di vista. Poi è ovvio che gli allenatori vivono di risultati ed è tutto da vedere e da vivere, prima di trarre le conclusioni”.
Per come la vediamo oggi, la Lazio è già pronta, con qualche innesto, per l’idea di gioco di Baroni?
“Nel corso degli anni lui ha cambiato diversi assetti. E’ bravo a valorizzare il materiale umano che ha a disposizione e son convinto che questo sia sempre il compito di un bravo allenatore. Il presidente e il direttore Fabiani sapranno come fare questo percorso. Da un punto di vista professionale, Marco è una figura di livello assoluto. Saprà dare le giuste risposte e sarà il campo a fare la differenza. Può fare un buon lavoro, sono sicuro”.
Si è parlato anche del possibile ritorno di Sarri in panchina ed erano stati fatti tanti altri nomi. Ce n’è uno che ti avrebbe stuzzicato di più?
“Vengono sempre sondati un ventaglio di nomi, ma l’allenatore si deve incastrare bene con il contesto e con le idee della società che deve aver chiaro dove vuole arrivare. Sono convinto che Baroni sia il nome giusto. Riuscirà a plasmare una squadra che ha già tanti giocatori di valore e può dare il suo contributo per stare sempre nelle zone alte della classifica”.