Le elezioni sono un momento cruciale per la democrazia, ma non tutti i voti espressi contribuiscono allo stesso modo al risultato finale. Le schede bianche e nulle, pur non influenzando direttamente l’assegnazione dei seggi, giocano un ruolo significativo nell’affluenza alle urne e nell’espressione del malcontento elettorale. Quali sono le differenze tra scheda nulla e scheda bianca e quali sono i casi in cui il voto può essere annullato? Andiamo a scoprirlo.
Differenze tra scheda nulla e scheda bianca
Una scheda bianca è quella in cui l’elettore non esprime alcun voto, lasciandola completamente vuota. Queste schede vengono contate nel totale degli elettori che si sono recati alle urne, ma non nel totale dei voti validi che determinano l’assegnazione dei seggi. Al contrario, una scheda nulla è quella in cui il voto è stato espresso in modo non conforme alle regole elettorali, come quando ci sono segni di riconoscimento, firme o voti multipli. Anche queste non influenzano il risultato finale delle elezioni.
Caratteristiche della scheda nulla
Una scheda elettorale viene considerata nulla quando il voto è stato espresso in modo irregolare e non corretto. Ciò può avvenire attraverso segni, scritte o scarabocchi che rendono la scheda riconoscibile, violando il principio della segretezza. Ad esempio, una scheda è nulla se:
- Presenta segni o sbavature riconoscibili.
- Il voto è stato espresso con una penna anziché con la matita copiativa fornita.
- La scheda è stata firmata con nome e cognome.
- L’elettore ha espresso più voti di quelli consentiti.
Queste schede vengono annullate e non contano nel risultato finale, ma sono registrate per documentare eventuali irregolarità o tentativi di voto di protesta.
L’Influenza delle schede bianche e nulle sul risultato elettorale
Nel contesto delle elezioni europee, le schede bianche e nulle non incidono direttamente sull’assegnazione dei seggi. Tuttavia, il loro numero è significativo per l’affluenza alle urne. Ad esempio, un aumento delle schede bianche può indicare un livello di insoddisfazione tra gli elettori, i quali scelgono di partecipare al voto senza esprimere una preferenza per i candidati in gara.
Statistiche sulle schede bianche e nulle
Dal 1948 a oggi, il fenomeno delle schede bianche ha mostrato un andamento altalenante. Negli ultimi 15 anni, il numero di schede bianche è aumentato nelle elezioni politiche, mentre è diminuito nelle elezioni europee. Questo dato potrebbe suggerire un diverso livello di coinvolgimento e percezione dell’importanza tra i due tipi di elezioni.
Nel 2022, alle elezioni politiche italiane, quasi mezzo milione di elettori ha lasciato la scheda bianca, pari all’1,7% dei votanti. Alle elezioni europee del 2019, la percentuale di schede bianche era simile, intorno all’1,5%.
Voto di protesta, tra scheda nulla e astensionismo: cosa vale di più?
Oltre alle schede bianche, le schede nulle rappresentano un’altra forma di voto di protesta. Quando un elettore vota in modo errato, ad esempio barrando simboli di più partiti, la scheda viene annullata. Alle elezioni politiche del 2022, le schede nulle sono state 822 mila (2,8% dei votanti), mentre alle europee del 2019 erano 579 mila (2,1%).
Analisi storica delle schede bianche
Guardando ai dati storici, nel 1948 solamente lo 0,6% degli elettori ha votato scheda bianca, mentre nel 1953 la percentuale è più che raddoppiata, visto che è salita all’1,5%. Il picco massimo è stato raggiunto alle elezioni europee del 1999 con il 4,8%, mentre il valore più alto per le elezioni politiche si è registrato nel 2001 con il 4,2%. Negli ultimi anni, la percentuale è diminuita, stabilizzandosi intorno all’1-2%.
In sintesi
Le schede bianche e nulle non influenzano direttamente l’assegnazione dei seggi, ma giocano un ruolo importante nell’affluenza e nella manifestazione del dissenso politico. Sono spesso viste come una manifestazione di protesta perché, a differenza dell’astensionismo, il cittadino si reca comunque alle urne per dare un non voto.