Negli ultimi anni, i governi italiani hanno varato numerosi provvedimenti per limitare l’opposizione delle amministrazioni locali a progetti infrastrutturali considerati di importanza nazionale. Tuttavia, la diffusione della rete mobile 5G ha incontrato notevoli ostacoli. Nonostante il piano per estendere il 5G nelle aree con scarsa connessione, la resistenza di molti sindaci ha rallentato significativamente il progresso, opponendosi fermamente all’installazione di nuove antenne sui loro territori.
Cos’è il 5G e perché la sua diffusione preoccupa
Il 5G, abbreviazione di quinta generazione, è lo standard più avanzato per le telecomunicazioni mobili. Questa tecnologia promette velocità di download fino a 10 gigabit al secondo, una velocità significativamente superiore rispetto al 4G. L’obiettivo del 5G è aprire nuove opportunità, ridurre le disuguaglianze digitali e promuovere lo sviluppo tecnologico. Tuttavia, esistono ancora perplessità e diffidenze tra i cittadini, specialmente riguardo alle potenziali implicazioni per la salute.
La conoscenza del 5G è limitata nelle regioni meridionali, ma non solo
Un’indagine condotta dalle principali associazioni dei consumatori italiane, sostenuta da WindTre, ha rivelato che nelle regioni meridionali l’alfabetizzazione sul 5G è piuttosto limitata. Circa il 50% degli intervistati possiede una conoscenza minima o nulla della tecnologia 5G, una percentuale leggermente migliore rispetto al dato nazionale del 56%. L’uso del 5G è più diffuso tra i giovani, le persone con un titolo di studio elevato e le famiglie con bambini. Attualmente, solo il 21,2% degli intervistati nel sud Italia utilizza una connessione mobile 5G.
La diffusione del 5G: l’Italia e il confronto internazionale
L’Italia, come gran parte dell’Europa, è in ritardo nella corsa globale al 5G. Cina e America del Nord dominano questa tecnologia con la più alta percentuale di copertura e sottoscrizioni. L’India sta rapidamente accelerando e si prevede che nei prossimi cinque anni raggiungerà 700 milioni di sottoscrizioni 5G, rappresentando il 57% del totale delle tecnologie mobili disponibili.
Secondo il Mobility Report di Ericsson, pubblicato due volte all’anno, molti paesi hanno investito notevoli risorse per estendere la rete 5G attraverso l’installazione di decine di migliaia di antenne. Queste antenne trasmettono e ricevono segnali verso gli smartphone utilizzando onde elettromagnetiche.
Il Piano Italia 5G
Nel novembre 2021, il governo Draghi ha approvato il “Piano Italia 5G“, il primo piano di investimenti pubblici dedicato al mercato mobile, con una dotazione di 2,02 miliardi di euro. Questo piano, parte della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga e del PNRR, mira a sviluppare la rete 5G nelle aree meno servite.
Nel 2022, una gara d’appalto ha assegnato a Tim, Vodafone e Inwit l’incarico di estendere la copertura 5G nelle aree a “fallimento di mercato”. Tuttavia, solo il 13,85% delle 1.385 aree previste era coperto entro marzo 2023. Il progetto di “backhauling“, che prevede l’adeguamento alla tecnologia 5G di antenne esistenti, ha raggiunto una copertura del 42%.
Perché ci si oppone alla diffusione del 5G: i motivi dei ritardi
Nonostante gli investimenti, la Corte dei Conti ha segnalato ritardi significativi nel progetto, attribuibili principalmente ai rapporti difficili tra operatori e amministrazioni comunali. Molti comuni, infatti, hanno adottato misure contro il 5G, preoccupati per i potenziali rischi per la salute, sebbene infondati. Oltre 500 comuni italiani hanno preso provvedimenti per limitare l’installazione di antenne 5G, spesso ricorrendo a tribunali amministrativi per contestare le decisioni.
L’opposizione dei comuni al 5G, infatti, è spesso guidata da timori politici, con i sindaci timorosi di perdere consenso elettorale tra cittadini, molti dei quali sono ancora oggi spaventati dalle nuove tecnologie, così come insito tradizionalmente nella mentalità di questo Paese, sempre piuttosto arretrato rispetto agli altri per quanto riguarda il cambiamento delle abitudini. Queste paure sono alimentate anche da teorie del complotto, come quelle che collegano il 5G alla diffusione del COVID-19 o a presunte operazioni di sorveglianza di massa.
Come hanno reagito i governi a queste opposizioni?
Gli ultimi governi italiani, guidati da Mario Draghi e Giorgia Meloni, hanno approvato diverse misure per ridurre l’opposizione dei sindaci e facilitare il lavoro degli operatori. Nonostante ciò, molti di questi interventi non sono stati efficaci. Il ministero per l’Innovazione e la Transizione Digitale ha organizzato incontri tra enti locali e operatori per trovare soluzioni e identificare aree alternative per l’installazione delle antenne.
Sono stati firmati accordi con associazioni che rappresentano gli enti locali, come ANCI, UPI e UNCEM, per promuovere la digitalizzazione delle aree interne attraverso l’installazione di nuove antenne 5G.