L’Ottocento ha segnato una svolta significativa per l’educazione infantile, grazie alle nuove scoperte medico-scientifiche che ridussero drasticamente la mortalità infantile. Questo periodo ha visto emergere una nuova consapevolezza sull’importanza del bambino all’interno della famiglia. Le teorie pedagogiche iniziate con Rousseau e Pestalozzi hanno trovato un terreno fertile per svilupparsi, ma fu Friedrich Froebel (1782-1852) a trasformare queste intuizioni in realtà istituzionali attraverso il suo metodo.
Cos’è il metodo Froebel: Friedrich Fröbel e l’innovazione dei giardini d’infanzia
Fröbel, dopo aver sperimentato le sue idee a Keilhau e con la fondazione del primo “giardino generale tedesco dell’infanzia” a Blankenburg, portò avanti una visione pedagogica che si distanziava dall’approccio sperimentale di Pestalozzi. Il suo lavoro fu chiuso dal governo prussiano nel 1850 per sospetti di ateismo e socialismo, ma le sue idee lasciarono un segno indelebile.
La filosofia pedagogica di Froebel
Froebel riteneva che il rapporto con la natura avesse bisogno d una mediazione effettuata approcci estetici e mistico-sentimentali, piuttosto che da dinamiche sociali ed economiche. Influenzato da Schelling, Froebel sviluppò una filosofia basata sull’unità tra Natura e Spirito, ritenendo che l’educazione dovesse sviluppare il divino presente in ogni individuo. Secondo Froebel, l’educazione era un processo di realizzazione progressiva dell’energia divina insita in ciascun uomo.
La teoria dello sviluppo di Froebel
Froebel delineò una teoria dello sviluppo umano suddivisa in tre fasi principali:
- Periodo del lattante: sviluppo corporeo.
- Periodo dell’infanzia: sviluppo del linguaggio e dell’attività di rappresentare.
- Periodo della fanciullezza: istruzione formale.
Durante la seconda fase, Froebel attribuì grande importanza al gioco come attività simbolica fondamentale per il bambino. Il gioco non solo genera libertà e gioia, ma facilita anche la pace con l’universo e la scoperta personale.
La seconda fase dell’educazione, secondo Froebel, è infatti caratterizzata da un percorso di interiorizzazione guidato dalla curiosità e dall’interesse. Questo periodo introduce l’istruzione formale e la scuola, luoghi in cui il bambino inizia a conoscere gli oggetti esterni, la loro natura e le leggi che li governano. L’obiettivo è comprendere l’unità del tutto, riconoscendo le leggi che regolano sia l’interno che l’esterno dell’uomo.
Durante la fanciullezza, l’educazione si trasforma in istruzione formale. Gli oggetti principali dell’istruzione sono la persona, Dio e la natura, che rappresentano l’unità del tutto. L’intuizione mistica è particolarmente importante nell’insegnamento religioso, dove il bambino deve cogliere l’unità del creato in Dio.
Il metodo Froebel: il ruolo dell’educatore e della famiglia
Froebel riteneva che l’educazione dovesse partire dall’interiorità del soggetto, con l’educatore che funge da mediatore tra l’allievo e la natura. La famiglia, in particolare la madre, svolgeva un ruolo cruciale come prima educatrice, influenzando profondamente lo sviluppo del bambino. Le maestre, secondo Fröbel, dovevano possedere una preparazione pedagogica approfondita e conoscere bene la psicologia dell’alunno, rispettando la sua individualità.
L’opera principale di Froebel: L’educazione dell’uomo
Nel suo lavoro “L’educazione dell’uomo“, Froebel partiva da un presupposto religioso per definire l’infanzia, vedendo Dio come unità e centro motore della natura. Egli considerava la natura umana intrinsecamente buona, specialmente quella dei bambini. L’educazione avrebbe dovuto guidare l’uomo alla chiarezza su se stesso, alla pace con la natura e all’unione con Dio, favorendo la conoscenza di sé, di Dio e della natura.
I Giardini d’infanzia di Froebel
Fröbel ideò i giardini d’infanzia come luoghi dove i bambini potessero esplorare il mondo attraverso il gioco e il lavoro infantile, sotto la guida di un’educatrice. Questi spazi erano attrezzati per attività di gruppo, come il canto, e avevano aiuole e spazi verdi per stimolare diverse attività. L’educazione nei giardini d’infanzia non seguiva una forma rigida e programmata, ma si basava sull’intuizione e sul gioco.
I “doni” di Froebel: strumenti educativi innovativi, la chiave del metodo
Froebel sviluppò una serie di oggetti didattici chiamati “doni“, progettati per essere offerti ai bambini in ordine di complessità crescente. Questi doni includevano forme geometriche elementari come sfere, cubi e cilindri, ognuno con uno scopo educativo specifico:
- Prima fase: una palla di stoffa per introdurre la sfera come forma perfetta.
- Seconda fase: sfera, cubo e cilindro per insegnare la legge dei contrari.
- Terza fase: cubo diviso in otto cubetti per introdurre concetti di divisione e somiglianza.
- Quarta fase: cubo diviso in mattoni per insegnare lunghezza, larghezza, spessore e altezza.
- Quinta fase: cubo diviso in ventisette cubetti per esplorare diagonali e frazioni.
- Sesta fase: cubo diviso in ventisette mattoni per consolidare le idee precedenti.
Questi doni avevano anche un valore simbolico, stimolando la fantasia e la creatività dei bambini.
Anche nell’insegnamento scientifico, i doni fungono da mediatori tra l’esperienza sensibile e quella fisica, facilitando la comprensione delle leggi naturali.
Il metodo Froebel: giardinaggio e arte al centro
Froebel, inoltre, attribuiva grande valore al giardinaggio come mezzo per conoscere la natura e sviluppare lo spirito. Egli incoraggiava l’uso del disegno come espressione dell’attività creatrice del bambino e come strumento di conoscenza degli oggetti. Attraverso colori, ritmi, suoni e figure, l’arte doveva favorire la capacità creativa e la volontà del bambino di comprendere e dominare il mondo-natura.
L’impatto duraturo delle idee di Froebel
Le idee di Froebel sui giardini d’infanzia erano rivoluzionarie per il suo tempo e portarono alla nascita di numerosi istituti frebeliani dopo il 1841. Nel 1885, il ministro Coppino raccomandò l’istituzione di giardini d’infanzia presso tutte le scuole normali femminili, riconoscendo l’importanza dell’approccio educativo di Froebel.