Ottime notizie in arrivo per chi ha un mutuo: ecco la decisione della Bce sui tassi di interesse. Cosa accadrà il 6 giugno?

Recenti dichiarazioni della presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Christine Lagarde, portano buone notizie per le famiglie italiane con mutui da pagare. La BCE potrebbe presto abbassare i tassi d’interesse, offrendo un po’ di sollievo a chi, negli ultimi anni, ha faticato a sostenere i costi elevati dei mutui. Questo articolo esamina le motivazioni dietro questa possibile decisione, i dettagli della riduzione prevista e le implicazioni per chi ha un mutuo.

Le motivazioni dietro il possibile taglio dei tassi

Il possibile abbassamento dei tassi d’interesse dipende strettamente dall’andamento dell’inflazione. Christine Lagarde ha affermato che ci sono buone basi per un taglio dei tassi, grazie a una situazione di inflazione che appare sotto controllo. Se l’inflazione non dovesse risalire nei prossimi mesi, il costo del denaro potrebbe essere tagliato già a giugno, come emerso dagli ultimi verbali della BCE.

La riduzione dei tassi d’interesse sarebbe una risposta ai record negativi degli ultimi mesi, che hanno messo in difficoltà molte famiglie. Negli ultimi due anni, i tassi elevati hanno reso i mutui particolarmente onerosi, contribuendo a un generale aumento del costo della vita. Un taglio dei tassi offrirebbe quindi un po’ di respiro a chi ha visto le proprie rate mensili aumentare considerevolmente.

Tassi di interesse: l’entità della riduzione

Secondo quanto riportato, il taglio previsto potrebbe essere di 25 punti base (0,25%). Questo significherebbe una riduzione significativa per chi ha un mutuo a tasso variabile, che già ha visto un lieve calo nei mesi recenti. Il mercato ha già iniziato a scommettere su questo taglio, anticipando le mosse della BCE.

Gli effetti del taglio dei tassi BCE si riflettono anche sui tassi di mercato. Ad aprile, il tasso sui Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) è stato del 3,78%, registrando una riduzione di 121 punti rispetto al massimo di ottobre 2023. Allo stesso modo, il tasso sui Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) a sei mesi è sceso al 3,67%, e l’Euribor a tre mesi ha toccato il 3,89%, con un calo di 11 punti. Questo trend ha contribuito a una riduzione del 2,6% dei prestiti a imprese e famiglie rispetto all’anno precedente.

Implicazioni per i mutuatari

Per chi ha un mutuo a tasso variabile, la riduzione dei tassi d’interesse rappresenta un’opportunità di risparmio significativo. Secondo le stime di Facile.it, con un taglio di 0,25%, un mutuatario medio potrebbe risparmiare fino a 48 euro al mese, ovvero 576 euro all’anno. Questo risparmio è particolarmente rilevante per chi ha sottoscritto un mutuo negli ultimi anni, quando i tassi erano particolarmente elevati.

Anche chi ha un mutuo a tasso fisso potrebbe beneficiare di questa riduzione, seppur in misura minore rispetto ai mutui variabili. Facile.it prevede che, entro giugno 2025, la riduzione potrebbe arrivare fino a 100 euro. Questo effetto si vedrà soprattutto nei nuovi contratti di mutuo, poiché i tassi fissi si basano sulle previsioni a lungo termine dei tassi di interesse.

Consideriamo un esempio concreto di un mutuo medio variabile sottoscritto a gennaio 2022 per 126.000 euro con una durata di 25 anni. A marzo 2024, la rata mensile ha superato i 750 euro. Con il taglio dei tassi, si prevede che il tasso scenda al 3,05% entro fine 2024 e al 2,63% entro giugno 2025. Questo si tradurrebbe in una diminuzione della rata mensile di 65 euro entro dicembre 2024 e di quasi 100 euro entro giugno 2025.

Impatti sull’economia

Il taglio dei tassi d’interesse avrà effetti positivi sull’economia domestica, aumentando il potere d’acquisto delle famiglie e stimolando la domanda interna. La riduzione dei tassi renderà i mutui più accessibili, incentivando il mercato immobiliare e portando benefici a tutta l’economia, dai settori delle costruzioni ai servizi correlati. Inoltre, tassi più bassi contribuiranno alla stabilità finanziaria, riducendo il rischio di insolvenza dei mutuatari, e aiutando a mantenere la stabilità del sistema finanziario.