Worldcoin, il progetto crypto di Sam Altman, ha dovuto sospendere le operazioni in Spagna. Ad annunciarlo è stata l’autorità iberica che si occupa di protezione dei dati. Lo stop arriva a seguito di una indagine simile a quelle di cui il progetto Tools for Humanity Corporation è oggetto in Germania.

Lo stop alle attività è giunto nella giornata di ieri, quando Worldcoin ha apposto la sua firma su un accordo in base al quale non riprenderà le sue attività nel paese sino alla fine del 2024. Ora non resta che capire se la cessazione delle stesse sia soltanto temporanea o se, al contrario, il progetto sia avviato verso uno stop definitivo.

Worldcoin, cosa sta accadendo in Spagna

L’ente di vigilanza sul trattamento dei dati e Worldcoin hanno raggiunto un accordo per la sospensione delle attività di raccolta dell’azienda di Sam Altman. È stata la stessa agenzia ad annunciare l’accordo conseguito tra le parti.

Nel documento emesso al proposito, l’agenzia ha evidenziato lo stato di avanzamento delle indagini che sono state condotte dal Bayerisches Landesamt für Datenschutzaufsicht (BayLDA), il suo omologo bavarese. Proprio in Germania, infatti, Worldcoin ha la sua principale sede europea ed è ormai da tempo all’attenzione per la conduzione delle proprie attività.

Il comunicato emesso dall’ente iberico, afferma in particolare: “In questo contesto, la società si è impegnata in maniera giuridicamente vincolante a non riprendere la propria attività in Spagna fino alla fine dell’anno o fino a quando BayLDA non avrà adottato una decisione definitiva in relazione al trattamento dei dati effettuato dalla società”.

Per Worldcoin la strada si preannuncia in salita

La misura cautelare è stata oggetto di approvazione da parte del Tribunale nazionale. Un benestare derivante dalla considerazione che, nella questione, deve prevalere la salvaguardia dell’interesse generale. Ovvero la tutela del diritto alla protezione dei dati personali degli interessati in considerazione dell’interesse particolare della società.

Per quanto concerne l’azienda, la reazione si è concretizzata in un comunicato, in cui si afferma: “A seguito della misura provvisoria imposta dall’Agenzia, Tools for Humanity Corporation ha annunciato cambiamenti nel suo funzionamento, come l’introduzione di controlli per la verifica dell’età o la possibilità di eliminare il codice dell’iride”.

Come si può facilmente comprendere da quanto detto sinora, la questione dei dati personali rischia di diventare un groviglio inestricabile per Worldcoin. Il suo progetto teso a scansionare l’iride degli esseri umani, in modo da poterli distinguere dagli automi, va infatti a toccare aspetti estremamente delicati. La privacy è ormai da anni all’ordine del giorno, per ovvi motivi. E rischia infine di rivelarsi uno scoglio estremamente pericoloso per l’azienda.

Cos’è accaduto in precedenza

Quanto sta accadendo in Spagna non è certo sorprendente. Il progetto Worldcoin, infatti, sta incontrando difficoltà in molti Paesi. Tra di essi la Corea del Sud, l’India, il Brasile, il Regno Unito, la Francia e il Kenia. In pratica, tutti quelli che avevano aperto le proprie porte all’azienda di Sam Altman.

Nel passato mese di marzo, l’autorità di regolamentazione dei dati portoghese, CNPD, ha ordinato al all’azienda di fermare la raccolta di dati personali per un periodo di 90 giorni, mentre la stessa Spagna aveva bandito il progetto per un trimestre, in precedenza. Anche Messico e Singapore, le successive tappe, hanno deciso di prendersi tempo per riflettere sulla questione.

Le perplessità sono collegate a Orbs, il programma su cui è impostato lo scansionamento dell’iride. nel tentativo di smussare le polemiche la Worldcoin Foundation ha annunciato l’open-sourcing del sistema di riconoscimento dell’iride (IRIS), rendendolo accessibile sul repository GitHub. Una mossa la quale, però, non ha sortito gli effetti sperati. Per capire cosa potrebbe accadere ora, non resta che attendere le prossime puntate di quella che potrebbe trasformarsi in una saga.