“All eyes on Rafah” e poi “All eyes on genocides” spopolano sui social ma la notizia è che c’è una parola che è tornata a farsi sentire lontana da ricorrenze e celebrazioni ed è “genocidi“: nel mondo contemporaneo ci sono molte situazioni che nel giro di qualche anno potrebbero essere riconosciute come tali e che vanno monitorate con grandissima attenzione, Riccardo Noury – portavoce di Amnesty International Italia – ha spiegato come si riconosce un genocidio a Tag24 e il ruolo dell’Onu e delle ong.
Spazio anche ad un commento sulla situazione in corso nella Striscia di Gaza. Amnesty da tempo ha denunciato la situazione precaria nei territori palestinesi.
Noury (Amnesty International): “Ci vuole tempo per identificare i genocidi ma hanno tratti distintivi ben chiari”
Congo, Kurdistan, Tigray e Myanmar oltre che Gaza. Sono tante le situazioni che in questo momento le Nazioni Unite assieme alle organizzazioni non governative monitorano attentamente. Riccardo Noury spiega a Tag24 come è possibile riconoscere un genocidio e quali sono i timori per quello che sta succedendo in Medio Oriente.
D: Oggi quanti genocidi ci sono nel mondo e quanti sono tracciati?
R: “Finché non ci sono organi di giustizia che stabiliscono che c’è stato un intento genocidario portato a termine possiamo dare valutazioni personali e stabilire sulla base delle nostre idee cosa sta succedendo. Il genocidio è il crimine supremo del diritto internazionale e il più difficilmente dimostrabile. L’ultimo genocidio riconosciuto è avvenuto dieci anni fa ed è lo sterminio della popolazione yazida nel nord dell’Iraq da parte dello Stato islamico. Da lì non ci sono state pronunce.”
D: Quali elementi hanno in comune i genocidi?
R: “Il diritto internazionale è molto chiaro a riguardo: si tratta dell’eliminazione intera o parziale di un gruppo in ragione di alcune sue caratteristiche che possono essere etniche o religiose. Va riconosciuto poi l’intento: il genocidio prevede una serie di passi fatti di intenzioni palesi, comunicazioni ed azioni che portano all’eliminazione totale o parziale di un gruppo in ragione di alcune sue caratteristiche specifiche.”
Il monito di Amnesty per Gaza: “Rischio imminente e concreto di genocidio”
D: Possiamo parlare di potenziali genocidi osservando quelle situazioni dove riscontriamo alcuni elementi?
R: “Riguardo quello che succede a Gaza, Amnesty ha detto che c’era un rischio imminente e concreto di genocidio. La Corte Internazionale di Giustizia non ha preso decisioni sul ricorso fatto dal Sudafrica ma ha chiesto a Israele di evitare di compiere una serie di azioni per evitare che si verificasse un genocidio.”
D: E le Nazioni Unite che ruolo rivestono?
R: “Le Nazioni Unite hanno vari meccanismi fondamentali sui diritti umani. Le missioni di accertamento dei fatti hanno il compito di andare sul posto, raccogliere prove e testimonianze e fare denunce. La Cpi si occupa anche di genocidi, la Corte Internazionale di Giustizia prende in esame casi di genocidio, c’è tutta la possibilità per verificare. Fondamentale è il lavoro delle ong che contribuiscono a denunciare cosa accade”
D: Eppure ci sono situazioni anche di potenziali genocidi che non trovano riscontro mediatico ad oggi…
R: “Sono situazioni distanti e sono in ombra. Si parla di un’ipotesi di genocidio nel Tigray, si è parlato di genocidio in Myanmar per la persecuzione della minoranza etnica dei rohingya. Si tratta di questioni che non scaldano i cuori e questo è un enorme problema. Se l’opinione pubblica ed i media non si attivano le vittime di questi genocidi rischiano di essere dimenticate“.