Un casco corredato di una grata che copre tutto il viso, ma anche mani legate per evitare di afferrare qualcosa gli capiti a tiro: così Bruno è costretto a vivere da 17 anni, perché affetto da picacismo. Ma cos’è il disturbo mentale che ha trasformato la sua vita in un incubo a causa di questa terapia?
Bruno affetto da picacismo, Testa: “Nessuno deve essere costretto a vivere così”
Sembra la storia di un film horror, invece è solo la triste realtà quotidiana di Bruno, un uomo affetto da picacismo e ospite presso la struttura dell’Aias a Cortoghiana, una frazione di Carbonia, in provincia del Sud Sardegna.
La condizione di questo disturbo mentale obbliga l’uomo a divorare qualsiasi cosa, anche sostanze non alimentari e, quindi, non commestibili, come sabbia, vernice, sapone o addirittura capelli. Per questo motivo, Bruno è costretto a vivere indossando tutti i giorni un casco sulla testa con una grata che gli copre bocca e viso.
Non solo, per impedirgli di togliersi questa protezione e per non fargli raggiungere la bocca, l’uomo ha sempre le mani legate. Un trattamento che, seppur fatto per il suo bene, è molto simile a una tortura. Così, Irene Testa, Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà personale ha lanciato un appello: “A Bruno sia assegnata un’assistenza continua che consenta di non tenerlo legato“.
L’intervento della presidente della Regione Sardegna
Sul caso, già posto sotto i riflettori nel 2023, è intervenuta anche la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, che, sgomenta, ha pianificato un incontro con Testa per discutere su altre eventuali soluzioni.
Così, la presidente ha commentato la tragica storia di Bruno, durante un’intervista alla trasmissione di Luca Telese e Giuliano Guida Bardi “L’Attimo Fuggente“:
Ho appreso con sgomento da una denuncia televisiva della grave situazione di Bruno. Ho già parlato del caso con l’assessore alla sanità, presto ci incontreremo con Irene Testa, garante regionale delle persone private della libertà personale, che ha portato all’attenzione della stampa la vicenda. Sono sicura che, insieme, troveremo il percorso più idoneo per Bruno e per tutti i malati che vivono condizioni analogheù
E assicura:
Non staremo inerti, sono disponibile a confrontarci nuovamente anche tra qualche settimana per capire che cosa abbiamo fatto
Le lacune del sistema sanitario in Sardegna
Secondo Todde, la terribile malattia che affligge Bruno sottolinea le gravi lacune del sistema sanitario sardo, che, purtroppo, non ha gli strumenti e il personale adeguati per questo genere di pazienti. A nulla sono valsi gli appelli lanciati lo scorso hanno da Testa, che al tempo aveva dichiarato:
Va cambiato il suo piano “terapeutico”. Non posso accettare che una persona malata venga sottoposta a un trattamento che appare più vicino al concetto di tortura che a quello di cura