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ETF Spot Ethereum, Frankin Templeton propone una commissione dello 0,19% nel suo S-1 modificato

Dopo l’approvazione da parte della SEC, è iniziata la corsa delle aziende che hanno visto l’accettazione dei propri ETF spot Ethereum a inviare i moduli S-1 necessari per l’effettivo debutto sul mercato. Un debutto il quale, secondo gli analisti, dovrebbe diventare realtà alla fine di questo mese.

Tra quelle che si sono già mosse, spicca Franklin Templeton. L’azienda ha infatti depositato il modulo S-1 modificato per l’ETF spot su Ethereum in modo da dare seguito alla direttiva della SEC, richiedente l’invio di tali moduli entro la giornata di venerdì,

Quello in oggetto, in particolare, prevede l’addebito ai clienti di una commissione pari allo 0,19% dell’importo complessivo. Una tariffa la quale è stata giudicata estremamente concorrenziale dagli esperti di ETF.

ETF spot Ethereum, Franklin Templeton si muove per tempo

Nella corsa contro il tempo collegata alla necessità di inviare alla SEC il modulo S-1 necessario per poter passare all’effettiva offerta rivolta agli investitori, Franklin Templeton ha bruciato le tappe. Ha infatti presentato la sua proposta corredata da una commissione pari allo 0,19%. Un livello tale da poter risultare infine una delle più basse tra le undici approvate dall’autorità di controllo dei mercati finanziari degli Stati Uniti.

Per Franklin Templeton, quella degli ETF spot non è considerare un territorio inesplorato. La società ha infatti già proposto un prodotto analogo su Bitcoin, il quale sta riportando un notevole successo. Sono infatti già 350 milioni i milioni di dollari in BTC da essa gestiti.

Una performance tale da sottolineare la sua rilevante capacità nella gestione di prodotti di investimento in criptovaluta. Una propensione la quale costituisce un precedente promettente per il suo prossimo ETF Ethereum. Non resta dunque che attenderne il debutto ufficiale.

Franklin Templeton punta su una politica tariffaria molto aggressiva

La commissione dello 0,19% che è stata proposta da Franklin Templeton per il suo prodotto su Ethereum non rappresenta una novità. Anzi, va in pratica a rispecchiare una politica ormai consolidata, applicata alla struttura tariffaria del suo Bitcoin ETF spot (EZBC), anch’esso fissato allo 0,19%. Si tratta della commissione più bassa tra i prodotti finanziari sull’icona crypto al momento disponibili.

Occorre peraltro mettere in rilievo come in un primo momento Franklin Templeton non addebitasse alcuna commissione per investire nel suo ETF spot su Bitcoin. Una strategia estremamente accorta, progettata con l’espresso intento di attirare gli investitori iniziali e dare slancio al fondo.

A commentare l’annuncio relativo alla struttura tariffaria del prodotto dell’azienda è stato Eric Balchunas, analista senior degli ETF di Bloomberg. Su X, ha infatti affermato: “Il colpo di apertura nella guerra delle commissioni sugli ETF Eth è stato sparato da Franklin, 19bps.”

Un commento il quale va a evidenziare la natura competitiva del mercato degli ETF su Ethereum. Un ambito in cui proprio la convenienza dei costi potrebbero risultare infine decisivi, nell’intento di attrarre il maggior numero possibile di investitori.

Secondo JPMorgan, gli ETF spot su Ethereum avranno un successo più limitato rispetto a quelli su BTC

Mentre le aziende corrono contro il tempo per rispettare la scadenza di venerdì, JPMorgan ha pubblicato un rapporto previsionale sugli ETF spot Ethereum. Gli analisti della banca d’affari statunitense, affermano che il loro successo dovrebbe essere inferiore a quello degli omologhi su Bitcoin.

Una previsione fondata sul fatto che da quelli approvati è stato in pratica tolto di mezzo lo staking. Di conseguenza, gli investitori continueranno a puntare in gran numero sui prodotti che offrono una rendita passiva per il deposito dei token.

Per quanto riguarda gli importi che dovrebbero essere catturati da questi ETF, dovrebbero limitarsi a circa tre miliardi di dollari. La metà esatta di quanto avrebbero potuto calamitare ove non fossero stati costretti a rimuovere lo staking, per non incappare in incidenti con la SEC.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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