Poteva, forse, essere evitata la tragedia del Natisone? I tre ragazzi, Bianca, Patrizia e Cristian, potevano essere salvati dalla furia della piena del fiume? Sono i dubbi della mamma di Patrizia Cormos, in uno sfogo addolorato dopo la notizia del ritrovamento del corpo della figlia. Domande che hanno portato la Procura di Udine ad aprire un fascicolo per omicidio colposo.
Natisone, la Procura indaga per omicidio colposo: forse i ragazzi potevano salvarsi
Il lungo e doloroso sfogo della mamma di Patrizia Cormos, riportato dalle pagine del Messaggero Veneto, ha posto l’accento su un particolare – che se fosse vero – aggraverebbe ancora di più la tragedia che si è consumata al Natisone.
La donna, infatti, ha dichiarato che la figlia ha chiamato bene 4 volte il numero unico di emergenza del 112. A confermare l’informazione anche il procuratore di Udine, Massimo Lia, che ha aggiunto, inoltre, che l’ultima delle telefonate non ha mai avuto risposta.
Per la madre, però, è ancora più profondo lo strazio:
Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l’indirizzo. Ha detto “Chiamate mia mamma”.
Nonostante le parole della donna siano più che legittime, è pur vero che data la potenza delle correnti, chiunque tentasse di salvare i ragazzi sarebbe finito trascinato via con loro. La Procura di Udine, però, ha deciso di avviare le indagini per omicidio colposo e vagliare tutte le prove e gli elementi della vicenda.
Lo sfogo
Spero che tutti si ricordino di Patrizia per come era: buona, un angelo, piena di voglia di vivere, amava viaggiare e condividere le cose con i suoi cari e con i compagni. Oltre a studiare tanto per realizzare i suoi sogni, andava anche a lavorare per guadagnare qualcosa, infatti mi diceva sempre “Mamma, non voglio essere un peso per te”. Anche giovedì sera aveva lavorato, per questo venerdì le avevo suggerito di riposare. Abbiamo sperato fino alla fine che potessero aver trovato la forza di aggrapparsi a qualcosa
Queste le parole della madre di Patrizia, che ricorda la figlia morta lo scorso venerdì 31 maggio 2024. La giovane 20enne aveva appena sostenuto un esame all’Accademia di Belle Arti Tiepolo di Udine e aveva deciso di festeggiare con un po’ d’aria fresca insieme agli amici Bianca e Cristian.
Mi ha telefonato e mi ha detto “Sono stata bravissima, ho saputo tutto e adesso vado a fare una passeggiata con Bianca”. Spero che nessuno viva mai un dolore come questo
Ha raccontato la madre, rivivendo le ultime parole di Patizia prima della tragedia.
Al vaglio della Procura i tabulati telefonici
Il procuratore Massimo Lia ha tenuto una conferenza stampa per rispondere alle domande relative alla vicenda del Natisone e verificare se i soccorsi e le modalità di salvataggio siano stati eseguiti correttamente e nei tempi previsti:
Abbiamo aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti: in queste vicende, per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo. Condurremo tutti gli accertamenti del caso, per accertare se i soccorsi sono stati tempestivi. Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale
Da chiarire, inoltre, come mai la giovane 20enne abbia dovuto chiamare 4 volte il 112 prima di ottenere risposta e cosa sia accaduto nel lasso di tempo fra una telefonata e l’altra:
Patrizia ha fatto quattro telefonate al numero unico di emergenza 112, l’ultima delle quali senza risposta. La prima chiamata è delle 13.29, le altre nei minuti immediatamente successivi. Dai primi accertamenti, tutto si è svolto in un arco temporale che si può quantificare grossolanamente in mezz’ora. Da una situazione di apparente tranquillitaà, quel tumultuoso scorrere del fiume Natisone che poi li ha travolti