Martedì 4 giugno 2024 sotto il cielo di Roma prende vita la manifestazione del mondo del cinema. Tutte le maestranze tra registi, attori, costumisti e tutti gli altri addetti ai lavori dello spettacolo hanno deciso di scendere in piazza Santi Apostoli per far sentire la loro voce, data la situazione disperata e precaria in cui si trova il settore. Serve uno sblocco dei finanziamenti da parte del Governo e che vengano messi in pratica i decreti attuativi per sostenere il mondo del cinema e concedergli così un respiro di sollievo.

Anni difficili che hanno messo in ginocchio il settore, dopo il Covid che aveva già contribuito a dare una stangata significativa. Professionisti fermi, in attesa di contratti, che al momento rischiano di non lavorare nella stagione estiva. I presenti hanno consegnato al MiC una lettera indirizzata al Ministro Sangiuliano, in cui chiedono un incontro urgente affinché si sblocchi la situazione. Tag24 era presente alla manifestazione, grazie all’inviato Thomas Cardinali, che ha raccolto i commenti dell’aiuto regista Ciro Scognamiglio e dell’attore Thomas Trabacchi.

Manifestazione mondo del cinema 4 giugno 2024 a Roma, Ciro Scognamiglio (Aiuto Regia): “Siamo ai titoli di coda” | VIDEO

Alla manifestazione delle maestranze del cinema a Roma, Tag24 ha raggiunto l’aiuto regista Ciro Scognamiglio. Ha spiegato nel dettaglio quali sono le motivazioni che hanno animato le proteste nella capitale. Un momento difficile, quello odierno, che continua ad affossare migliaia di lavoratori.

D: Qual è la richiesta dei lavoratori del mondo dello spettacolo oggi?

R: Chiediamo che il comparto delle maestranze del mondo dello spettacolo venga finalmente riconosciuto come un settore industriale. Quest’ambito vede il lavoro di oltre 300 mila persone, secondo i dati forniti dall’INPS, e come tale andrebbe trattato. Serve un sistema di previdenza sociale, ammortizzatori sociali appositi, regole chiare per cui il nostro lavoro possa riprendere, perché in questo momento siamo fermi. Siamo bloccati.

Il 60% dei lavoratori dichiara di essere disoccupato. La soluzione del problema potrebbe essere la revisione e la pubblicazione dei decreti attuativi che non danno modo ai produttori di creare dei budget. Al momento non si sa come accedere ai fondi. L’uscita del decreto sul Tax Credit. Le produzioni straniere si stanno già muovendo per andare in altri Paesi, lasciando il nostro. Questo è tutto lavoro in meno per i nostri e anche Pil in meno.

D: Il MiC risponde affermando che c’è un boom di produzioni straniere in Italia invece…Qual è la verità di fondo?

R: Vi invito ad andare a Cinecittà, agli Studios. Nel periodo che va da metà maggio a metà agosto, il nostro settore dovrebbe avere il picco occupazionale, per tanti motivi. Vedrete invece che ci sono teatri vuoti. Vedrete che c’è tanta gente disoccupata. In questo momento stanno andando avanti solo i progetti messi i piedi l’anno prima.

Abbiamo tra le maestranze migliori del mondo. Sono convinto che continueremo a fare il cinema e creare prodotti di qualità, ma vedremo nei prossimi anni, una notevole flessione del lavoro e uno scontro generazionale.

Ecco il video completo con gli interventi alla manifestazione delle maestranze del cinema a Roma:

Thomas Trabacchi alla manifestazione delle maestranze del cinema: “Siamo qua per l’economia dell’Italia”

Uno dei volti più noti e amati nelle fiction di Rai1, il noto attore Thomas Trabacchi, è sceso in piazza a Roma insieme alle maestranze. Insiste sulla necessità di restare uniti nelle proteste, affinché le istituzioni intervengano per salvare il mondo dell’audiovisivo. Non solo per sostenere gli addetti ai lavori, ma per l’economia dell’Italia intera, dato il grande peso del settore nel pil.

D: Quanto è importante essere al fianco dei lavoratori dello spettacolo oggi?

R: E’ importante, molto. Gli attori sono lavoratori del mondo dello spettacolo. L’organizzazione della manifestazione in questo caso è legata alla maestranze, alle troupe, ma in sostanza è il nostro luogo di appartenenza. L’industria in questo momento è ferma perché c’è incertezza. Bisogna far capire alle istituzioni che bisogna sbrigarsi a fare questi decreti attuativi. Bisogna ripartire da quello che è un volano economico per questo Paese. Siamo qua non solo per noi, ma per l’economia dell’Italia, per migliaia di lavoratori e vogliamo dare un segnale di unità necessario.

D: Qual è la differenza tra lavoratore dell’industria indipendente e quello del servizio pubblico che fa grandi serie come quelle per la Rai ad esempio?

R: Ci sono differenze sostanziali legate al budget e alla grandezza delle produzioni, però di base anche lì ci sono sempre interessi comuni. E’ giusto che ci siano le grandi produzioni, ma è anche giusto che quelle piccole e medie abbiano le stesse possibilità di lavorare. I parametri di accesso al mondo del lavoro devono essere equi e dare le stesse possibilità a tutti. Le scelte che in questo senso faranno le istituzioni, sono molto importanti.