Il governo mette a segno quello che, almeno nelle intenzioni, è un importante tassello della sua politica sulla sanità. Il Consiglio dei Ministri (CdM) ha dato il via libera, infatti, all’agognato decreto legge e al disegno di legge contenti gli interventi per l’abbattimento delle liste di attesa. Il testo introduce alcuni provvedimenti che puntano a intensificare il lavoro nelle strutture sanitarie, accompagnate dall’introduzione di sanzioni e meccanismi di controllo dell’efficienza.
Vediamo quali sono le misure più importanti.
Decreto legge liste di attesa, nel testo approvato dal CdM esami nei weekend e Cup unico
Più efficienza, più personale e più controlli.
Sembrano essere queste le linee guida che emergono dalla lettura del decreto legge approvato dal governo per ridurre i tempi delle liste di attesa nella sanità. Un testo con cui l’esecutivo punta a mettere a tacere anche le pressioni costanti da parte dell’opposizione, in particolare del Partito democratico che chiede insistentemente di discutere la legge proposta da Elly Schlein sul tema.
Ma quali sono le risposte fornite dal governo a un problema sofferto da tutti gli italiani?
Tra gli interventi più importanti riportati dall’Ansa che ha potuto visionare le bozze dei testi, spiccano la possibilità di effettuare visite e analisi cliniche anche nei weekend e l’introduzione di un Cup unico, regionale e infraregionale. Inoltre, viene affidato all’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) il compito di monitorare sulle liste di attesa e intervenire qualora ce ne fosse il bisogno.
Il disegno di legge: nei 14 articoli più risorse e più sanzioni
A tutto ciò si aggiunge, poi, un disegno di legge composto di 14 articoli che vanno a integrare il decreto.
Le misure presenti nei 14 articoli che lo compongono prevedono incentivi per una maggiore produttività nell’erogazione dei servizi ma anche un inasprimento delle sanzioni in caso di inadempienze.
Appartiene al primo gruppo l’aumento delle tariffe orarie del 20% per chi lavorerà più ore, con tassazione ridotta al 15%, al pari dei 100 milioni di euro previsti per retribuire specialisti di ambulatorio interni chiamati. Interventi economici che puntano a incentivare un surplus di lavoro retribuito per ridurre le liste di attesa.
A questo si aggiunge la possibilità di chiamare anche gli specializzandi nelle facoltà di Medicina (fino a 10 ore a settimana) e di assumere con contratti di lavoro autonomo i cosiddetti ‘gettonisti’.
Tra le sanzioni, viene introdotto un registro nazionale nel quale confluiranno le segnalazioni provenienti dai cittadini per gli eventuali disservizi. In più, il mancato raggiungimento degli obiettivi annuali ricadrà sui direttori generali delle Asl, che saranno colpiti da sanzioni che potranno arrivare alla sospensione dall’elenco nazionale dei direttori per un anno.
Il governo assicura, infine, che non ci sarà alcun taglio delle prestazioni sanitarie. Sono, invece, introdotte delle ‘classi di priorità’ delle visite o degli esami che il medico sarà chiamato a indicare al momento della richiesta.
Schillaci dopo il CdM: “Abolito tetto di spesa per il personale sanitario”
Esprime soddisfazione il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi dopo la riunione del Consiglio dei Ministri. “Un risultato ottenuto da tutto il Governo“ dice nel ringraziare la “grande sensibilità” della presidente del Consiglio Meloni sull’argomento.
Il decreto, spiega ai giornalisti, va a sanare i due grandi problemi della sanità italiana, intervenendo sull’erogazione dei servizi al cittadino, finora carente, e sulle risorse a disposizione del personale cui spetterà questo compito.
“I cittadini finalmente potranno avere le prestazioni di cui necessitano nei tempi giusti e a carico del Servizio sanitario nazionale e l’abolizione del tetto di spesa per il personale consentirà alle Regioni di assumere più medici e operatori sanitari. Questo è fondamentale per aumentare il numero di operatori sanitari ma soprattutto per immettere forze nuove e giovani nel Ssn”.