Chi ha ancora diritto al credito d’imposta sul superbonus, dopo le ultime novità dei provvedimenti adottati nel 2024? Il quadro dei bonus edilizi è profondamente cambiato e le operazioni di sconto in fattura e di cessione dei crediti d’imposta potranno essere portate a termine solo se erano già in corso.

La conversione in legge del decreto 39 del 30 marzo 2024 ha bloccato le compensazioni con i contributi previdenziali e dell’Inail dei crediti detenuti dalle banche e dagli intermediari finanziari a partire dal 1° gennaio 2025. Ma, da subito, il mondo bancario si appresta a chiudere tutti i rubinetti di ulteriori acquisti di crediti.

L’Abi ha da subito annunciato conseguenti restrizioni negli acquisti di bonus, seguita da Poste Italiane che ha dichiarato la chiusura delle acquisizioni una settimana fa. Tutto ciò potrebbe procurare un incremento delle liti e dei contenziosi, anche tra gli stessi committenti e gli esecutori dei lavori, nonché una crescita del numero degli “esodati” del superbonus.

Superbonus 2024, diritto credito d’imposta: per chi?

Si restringe ulteriormente il cerchio dei soggetti che possono accedere al credito d’imposta o allo sconto in fattura per i lavori di efficientamento energetico, di ristrutturazione e di riduzione del rischio sismico agevolati dal superbonus. Con la chiusura delle acquisizioni da parte delle banche, anche chi poteva sperare ancora di poter cedere il proprio bonus si è visto costretto a virare verso la detrazione fiscale.

Perdita di valore dei crediti

Non solo. Sul mercato della compravendita dei crediti si assiste a una perdita di valore degli stessi, per via delle difficoltà, per chi acquista, di vendere a sua volta il credito. Alcuni studi stimano già una perdita del 15 per cento del valore del credito nei primi giorni di entrata in vigore della legge di conversione del decreto “Superbonus” (Legge 67 del 2024).

Inoltre, insieme alla perdita di valore dei bonus si potrà assistere a una variazione di quelli che sono gli adempimenti previsti dal contratto concluso per effettuare i lavori agevolati dai bonus edilizi. Le modifiche, che porteranno a contenziosi tra i committenti e le imprese incaricate di eseguire i lavori, potrebbero tradursi in contesti profondamente diversi rispetto al momento di sottoscrizione del contratto. Chi sia titolare di un credito si trova in possesso, ora, di un bonus che difficilmente riesce a smaltire e, dunque, a monetizzare per rientrare delle spese sostenute per l’investimento.

Bonus edilizi, come si può ancora vendere lo sconto?

Diventa facile ipotizzare un mercato di bonus edilizi e di crediti d’imposta profondamente differente rispetto a quello degli ultimi quattro anni. Lo schema è quello di chi abbia iniziato un cantiere agevolato dal superbonus nel 2023 con previsione di chiusura nel 2024. Per le spese dello scorso anno è più facile che si possa procedere alla cessione del credito.

Ma, con le nuove regole del decreto “Superbonus”, il possessore dei crediti si ritrova in un mercato nel quale istituti bancari, Poste Italiane e intermediari finanziari hanno chiuso le operazioni di acquisizioni di nuovi crediti. L’alternativa è, dunque, ricorrere alla detrazione fiscale che consente di monetizzare i costi solo dopo quattro o cinque dichiarazioni dei redditi.

Detrazione fiscale sulle spese del 2024

Va peggio per le spese maturate dal 1° gennaio 2024. La detrazione fiscale su questi costi è obbligatoriamente decennale, per effetto delle novità della conversione del decreto 39 del 2024. Se per alcuni – con scarsa capienza fiscale – l’allungamento delle rate rappresenta una riduzione della quota annuale e, dunque, una possibilità in più di riuscire ad ammortizzare i costi nella dichiarazione dei redditi, per chi contava di cedere il credito ed abbia una capienza fiscale elevata una detrazione di questo tipo si traduce in un allungamento di cinque o sei anni per rientrare delle spese sostenute.