La Francia sta compiendo progressi nel ripristinare l’ordine nel suo territorio d’oltremare, la Nuova Caledonia. Nonostante gli sforzi del governo francese, gli scontri scatenati dopo l’approvazione di una riforma costituzionale continuano. I separatisti ritengono che il ritiro del testo sia l’unico modo per avviare un dialogo costruttivo.

Gli indipendentisti chiedono a Macron di fermare la riforma costituzionale in Nuova Caledonia

Resta attiva la presenza militare in Nuova Caledonia. I disordini nell’arcipelago hanno avuto inizio nella notte tra il 13 e il 14 maggio quando l’Assemblea nazionale ha approvato una riforma elettorale che mira ad estendere il diritto al voto ai francesi che risiedono nel territorio neocaledone da almeno 10 anni. La riforma ha suscitato le preoccupazioni tra gli indigeni Kanak per una possibile perdita di peso elettorale. L’isola è un ex colonia e nel 1946 ha ottenuto lo status di territorio d’oltremare francese. Nel 1953, la cittadinanza francese è stata estesa a tutti gli abitanti dell’arcipelago.

Il principale partito politico indipendentista, Fronte di Liberazione Nazionale Canaco e Socialista, ha chiesto al presidente francese, Emmanuel Macron, di rinunciare alla convocazione del Congresso di Versailles per ratificare la riforma che è l’origine della crisi in Nuova Caledonia.

Secondo quanto riportato dalla rete media francese Outre Mer La Premiere, facendo riferimento ad una lettera del partito datata 31 maggio, abbandonare la riforma è considerata l’unica via d’uscita dalla crisi attuale e potrebbe contribuire a rilanciare un dibattito sulla situazione. Il partito sostiene che durante il suo viaggio in Nuova Caledonia, Macron non sia stato chiaro nelle sue dichiarazioni, annunciando che non ci sarebbe stato alcun “passaggio forzato” per far adottare il testo, ma non si sarebbe fatto nemmeno un ritiro indietro. Secondo il partito, il presidente francese non ha fornito alcuna garanzia sul ritiro definitivo del testo. Questa mancanza di chiarezza, afferma il partito, impedisce agli attivisti di accogliere gli appelli alla pacificazione.

L’aeroporto di Noumea riprenderà gradualmente le operazioni

Il 15 maggio scorso Parigi ha dichiarato lo stato di emergenza in Nuova Caledonia, revocando le misure straordinarie il 28 maggio. Il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha annunciato che tutti i quartieri della capitale, Noumea, sono sotto il controllo dello stato centrale.

L’aeroporto internazionale di La Tontouta a Noumea era stato chiuso dopo i primi scontri. Secondo quanto riportato dall’agenzia AFP, i voli commerciali da e per l’aeroporto riprenderanno gradualmente a partire da mercoledì 5 giugno.