Di nuovo ‘alleati’, nonostante l’agguerrita campagna elettorale e gli attacchi scambiati nel corso degli ultimi mesi. Le posizioni di Giuseppe Conte e Matteo Salvini convergono quando si parla di guerra in Ucraina, in una linea contraria alle decisioni dell’Europa ritenute da entrambi troppo ‘belliciste’. Chissà cosa ne pensa Giorgia Meloni che, invece, continua a sostenere la via del sostegno – anche militare – a Kiev?
Guerra in Ucraina, Conte e Salvini contro l’Europa, il leader M5S: “No a belligeranza a oltranza”
Ai due ex soci di governo ai tempi del primo esecutivo a guida Conte, non va giù la strategia seguita dall’Europa che sembra alzare sempre di più il livello dello scontro tra Russia e Ucraina, con il rischio di allargarlo anche al resto d’Europa.
Un’escalation che il presidente dei Cinquestelle definisce “delirio collettivo“ durante un’intervista a Rtl 102.5, sottolineando la ferma opposizione “a un ulteriore invio di armi” a Kiev. E, dopo aver criticato la Nato nei giorni scorsi, attacca direttamente la presidente del Consiglio Meloni per aver sostenuto questa linea.
“I nostri governanti hanno scelto di imboccare la strategia della belligeranza ad oltranza, la stessa Giorgia Meloni si vanta di aver ‘scommesso’ sulla vittoria militare contro la Russia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: abbiamo oltre 6 milioni di rifugiati ucraini, quasi 4 milioni di sfollati ancora intrappolati sotto le bombe”.
Conte rivendica la decisione di votare per i primi aiuti militari all’esercito di Kiev ma ritiene che ora sia necessaria una strategia che porti ai negoziati di pace. Strategia alla quale, denuncia, nessun governo sta lavorando. Da qui la necessità del cambio di passo con il voto alle Europee.
“Siamo a un bivio storico per i nostri figli. Noi non vogliamo l’Europa della guerra e delle armi, quella che vorrebbe mettere l’elmetto ai nostri ragazzi, vogliamo piuttosto un’Europa che li metta in condizione di costruire il loro futuro, avere stipendio giusto, poter sottoscrivere un mutuo e metter su famiglia”.
Il leader della Lega contro Macron: “Vada lui a combattere e non rompa le palle agli italiani”
Sulla stessa lunghezza d’onda, in una ‘corrispondenza d’amorosi sensi’ che rimanda immediatamente alla stagione del ‘governo gialloverde’, tra il 2018 e il 2019, si pone anche Matteo Salvini.
Il leader leghista, ovviamente, non tira in ballo l’attuale governo di cui fa parte ma, complice anche il clima surriscaldato della campagna elettorale per le Europee, da Bari tira un’altra ‘bordata’ al presidente francese Emmanuel Macron.
“A Macron dico: vai tu in Ucraina a combattere, mettiti l’elmetto e non rompere le palle agli italiani“.
In un’intervista al quotidiano Il Messaggero, poi, Salvini torna sulle polemiche tra la Lega e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla “sovranità europea“, che porterebbe, secondo il vicepremier, i giovani italiani a combattere in guerra.
“Se cedessimo sovranità all’Europa i nostri ragazzi, per colpa di Macron, si troverebbero sul campo di battaglia. Io questo non lo accetterò mai”.
È interessante notare come la stessa Lega di Salvini sia la promotrice di un disegno di legge che punta a reintrodurre la leva obbligatoria in Italia. A questo punto è lecito supporre che venga ritirato?
Guerra in Ucraina, Meloni: “Si parla di soluzioni diplomatiche perché abbiamo aiutato l’Ucraina”
Ma mentre i due ex alleati esprimono la loro linea contro l’Europa dell’escalation militare, quasi contemporaneamente la premier Meloni, attuale presidente di un governo di cui Salvini fa parte, rivendica la linea seguita dall’Italia dei sostegni, anche militari, a Kiev.
Parlando del summit per la pace previsto in Svizzera a margine del G7, la presidente del Consiglio sostiene che tali mosse diplomatiche siano dovute proprio al sostegno che Kiev ha ricevuto dall’Italia e dagli altri Paesi occidentali.
“La pace si costruisce con la deterrenza, non c’è bisogno di sedersi a nessun tavolo di pace se qualcuno ha già invaso qualcun altro. Se i russi avessero invaso gli ucraini, noi oggi avremmo una guerra più vicina a casa nostra, invece noi abbiamo aiutato gli ucraini a difendersi, questo ha creato un equilibrio tra le forze in campo e se si può aprire un tavolo negoziale è grazie a questo lavoro”.
Insomma, una linea che mette Meloni su una linea molto diversa da quella del suo alleato Salvini. Come si faccia a rimanere partner di governo pur trovandosi su posizioni tanto distanti su un tema così centrale della politica internazionale, è uno dei tipici misteri delle campagne elettorali.