Una enorme discarica abusiva a cielo aperto a Napoli. Quintali di materiali inerti destinati alla costruzione della nuova metropolitana, che collega l’aeroporto di Capodichino alla città partenopea, gettati, invece, nella cava Suarez, preposta alla bonifica.

Discarica abusiva a Napoli: arrestato l’imprenditore Bruno Sansone

Un ammasso di rifiuti incalcolabile, equivalente circa a 7 o 8 piani di un palazzo, interrato nella ex cava Suarez. È quanto scoperto dagli agenti della polizia di Napoli, il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri e il Nucleo di polizia Economico-Finanziaria della guardia di finanza.

Le forze dell’ordine hanno portato avanti l’inchiesta voluta dalla stessa Procura napoletana, sezione V Ambiente Edilizia Urbanistica, sulla cava che doveva essere oggetto di bonifica. Invece, il terribile retroscena ha fatto finire in manette l’imprenditore Bruno Sansone.

Le accuse

Per il gip Antonio Baldassarre, Sansone sarebbe colpevole di aver creato una maxi discarica abusiva a cielo aperto, mettendo a grave rischio la salute pubblica. Infatti, le esalazioni delle quasi 250mila tonnellate di rifiuti speciali hanno rilasciato nell’aria e nel suolo sostanze tossiche per l’uomo.

Sansone era incaricato di bonificare l’area, ma secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe partecipato allo smaltimento illecito dei rifiuti:

Per avere un’idea dell’entità dello scempio perpetrato basti dire che il volume dei rifiuti illecitamente smaltiti, per come valutato dalla consulente, è pari a quello di un edificio con una base di 90 metri per 90 metri e un’altezza di 7-8 piani. L’uomo ha contribuito ad alterare l’equilibrio naturale del sito in esame, rimediabile solo con interventi particolarmente onerosi ed eccezionali, determinando una significativa offesa alla pubblica incolumità per via dell’inquinamento dell’area e dell’esposizione al pericolo di un numero considerevole di persone, trattandosi di zona densamente urbanizzata

Napoli, però, non è nuova a episodi di questo tipo. La città capoluogo campano è spesso teatro di casi di abusivismo e smaltimento illegale di rifiuti. Come è accaduto lo scorso 28 maggio, quando gli agenti del comando dei carabinieri hanno arrestato 12 impiegati pubblici, che accettavano mazzette in cambio dello smaltimento di rifiuti speciali nella discarica del Tufino.