El Nino si sta esaurendo ma è difficile – se non impossibile – stabilire le previsioni in base a questo evento, il meteorologo Daniele Cat Berro della Società Meteorologica Italiana-Nimbus ha spiegato a Tag24 quali potrebbero essere gli effetti de La Nina – ‘controparte’ più fredda – e l’importanza della lotta al cambiamento climatico.

Alla notizia della fine di El Nino in molti si sono sbilanciati nel dare delle previsioni affrettate ad uso e consumo dei lettori sull’estate ormai alle porte. I veri effetti di questo ‘cambio‘ di fenomeni meteorologici saranno più sentiti su altre parti del globo mentre in Europa saranno meno evidenti.

Cat Berro: “El Nino va esaurendosi, è un fenomeno normale”

L’esaurirsi di El Nino non significa la fine del cambiamento climatico. Proprio in questo momento è in corso la Conferenza di Bonn sul Clima ed è stato lanciato un appello nei confronti dei membri delle Nazioni Unite a organizzare piani di emergenza entro il 2025.

Secondo Cat Berro in questo momento l’Europa è ‘capofila‘ nella lotta ai cambiamenti climatici ma serve un maggiore impegno globale. Mentre le negoziazioni tra Stati procedono lente, il climate change imperversa ed i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti.

D: El Nino si sta esaurendo: cosa sta succedendo?

R: “L’alternanza tra El Nino e La Nina è un’alternanza naturale fra due fasi che riguardano la temperatura superficiale del Pacifico Equatoriale a largo delle coste del Sudamerica. Si tratta dell’alternarsi tra una fase calda e fredda che va a sovrapporsi oggi al riscaldamento globale provocato dall’uomo. Per ora El Nino si è stemperato e durante questa estate dovrebbe arrivare la controparte fresca ovvero La Nina

“L’insorgere di El Nino nel 2023 ha dato una spinta all’aumento delle temperature globali, maggio 2024 è stato il dodicesimo mese consecutivo con un record globale di temperatura media. Il riscaldamento globale e El Nino non riescono a spiegare l’aumento di temperatura dell’ultimo anno, per ora la comunità scientifica continua a studiare questi fenomeni.”

L’impatto quasi nullo sull’Europa

D: Che impatto potrebbe esserci sull’Europa?

R: “Abbastanza marginale con segnali poco chiari e poco riconoscibili, per il nostro clima non avrà grandi impatti. Ci sono però zone del mondo dove l’alternarsi de La Nina contribuisce alla variabilità del clima: le zone tropicali, le Americhe e l’Oceania per esempio. Ci aspettiamo un’aumentata piovosità in Oceania e sull’Australia Orientale. Mentre si raffredda il Pacifico Orientale, il trasferimento di acque calde verso Ovest incentiva le precipitazioni“.

D: Quindi parlare ora di previsioni più miti e con temperature più basse in Italia ed in Europa per effetto de La Nina fa previsioni azzardate?

R: “Non sono nemmeno ipotesi, sono speculazioni. Le previsioni stanno migliorando negli ultimi anni e in alcune zone del mondo sono importanti per prendere decisioni ma non si possono fare previsioni su La Nina. I modelli di simulazione dicono che in Europa quest’anno l’estate dovrebbe essere calda. Bisogna essere cauti sul dare previsioni in base all’esaurimento di El Nino“.

Il cambiamento climatico e il contrasto a livello mondiale ed europeo

D: La fine di El Nino non significa che il cambiamento climatico si sta esaurendo…

R: “Ovviamente, in un mondo che mediamente si riscalda non si esclude che possa esserci qualche periodo più fresco, ad esempio la primavera 2024 è stata fresca se comparata alle più recenti. Certo, se confrontata alla meteorologia degli anni ’60 e ’70 sarebbe stata decisamente nella norma. In un mondo che diventa sempre più caldo è facile stupirsi di un periodo più fresco: tutto ciò non è in contraddizione con il riscaldamento globale che prosegue velocemente“.

D: Ci sono misure di contrasto al cambiamento climatico a livello europeo e mondiale?

R: “Le misure ci sono ma non bastano. L’Europa è leader globale nella lotta al cambiamento climatico ma bisogna intensificare l’ambizione, dopo l’Accordo di Parigi rischiamo comunque un aumento delle temperature di 2,5°\3° che sono ancora troppi per il Pianeta. Quello che facciamo non è abbastanza. La geopolitica mondiale va però in un’altra direzione: si spendono risorse per le guerre e non per la lotta al cambiamento climatico. Gli sforzi non sono proporzionati ancora alla consapevolezza del problema”.

“I negoziati sul clima sono lenti, ci sta che una questione così complessa richieda tempo ma la fisica del clima non concede altro tempo e va avanti con le sue leggi senza aspettare noi con le nostre inerzie”

D: Ieri si sono verificati degli eventi sconvolgenti in Baviera: sono anche quelli segnali del cambiamento climatico?

R: “Sui singoli eventi bisogna essere cauti perché è meno facile individuare una responsabilità. In un mondo più caldo l’evaporazione aumenta e nell’aria più calda ci può stare maggiore umidità e possono esserci precipitazioni molto più intense. Sui singoli episodi non è detto che ci sia un legame diretto: le alluvioni, ad esempio, fanno parte della storia del nostro territorio ma il cambiamento climatico può portare all’aumento di questi fenomeni“.