Più di 800mila ether (ETH), per un valore che oltrepasserebbe i tre miliardi di dollari, hanno lasciato gli scambi di criptovalute da quando la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha approvato il lancio degli exchange-traded fund (ETF) spot di Ethereum.
Secondo Burrakksmeci, un analista di CryptoQuant, le identità degli investitori in criptovalute dietro le mosse dell’ETH sarebbero tuttora sconosciute. Non mancano però le discussioni tese a capire chi possa essere a dar vita a questi movimenti. Operazioni che, per inciso, potrebbero comportare conseguenze di grande rilievo sul prezzo della più nota tra le Altcoin.
Ethereum: le grandi manovre sono già iniziate?
Il passato 23 maggio la SEC ha fornito il suo lasciapassare alla quotazione pubblica degli ETF spot su Ethereum sulle borse valori statunitensi. Una mossa che rappresenta una svolta sorprendente per l’industria delle criptovalute. Sino a qualche giorno prima, infatti, nulla lasciava presagire uno sbocco di questo genere.
Al contrario, l’agenzia ha iniziato a collaborare con i potenziali emittenti pochi giorni prima dell’annuncio e ha approvato in seguito più richieste 19b-4 relative all’elencazione dei prodotti. Occorre sottolineare che nonostante tale approvazione, per le negoziazioni vere e proprie manca un ulteriore passo, ovvero la presentazione da parte delle aziende emittenti dei propri estratti conto di registrazione S-1 nelle prossime settimane.
Soltanto una volta che avranno condotto a termine questo passaggio, gli ETF spot potranno fare il vero debutto sul mercato. Sono gli analisti a suggerire che la prima ondata di ETF potrebbe essere lanciata entro la fine di giugno.
Il deflusso di ETH dagli exchange desta preoccupazioni notevoli
Se la comunità crypto ha già espresso il proprio entusiasmo per quanto è avvenuto e attende il lancio dell’ETF, il grande deflusso di ETH dagli scambi nell’ultima settimana solleva al contrario preoccupazioni di non poco conto.
Lo stesso Burakkesmeci ha affermato che dietro i deflussi potrebbero esserci singoli investitori o istituzioni, sottolineando come un fenomeno analogo abbia interessato il mercato in concomitanza con l’approvazione degli ETF spot su Bitcoin, avvenuta nel mese di gennaio. Anche in quella occasione furono ritirati BTC in grande quantità dagli scambi.
Stando alla sua analisi, ad operare questi movimenti potrebbero esserci le whale (balene) di ETH, ovvero i grandi possessori del token. Oltre naturalmente ad un congruo numero di singoli investitori più piccoli in termini dimensionali. Sia nell’uno che nell’altro caso, la molla che spinge i deflussi è la speranza di un forte aumento dei prezzi dopo l’approvazione degli ETF spot.
Così come le stesse istituzioni e gli emittenti di ETF potrebbero prepararsi al lancio dei prodotti. In pratica, le aziende che hanno fatto domanda per lanciare i fondi si starebbero attrezzando per soddisfare la crescita della domanda di ETH nel corso dei prossimi mesi.
Ethereum, cosa potrebbe accadere ora?
Lasciando da parte il quesito relativo alla reale identità di chi sta spostando i token dagli exchange, naturalmente sono in molti a chiedersi cosa potrebbe accadere, in conseguenza degli stessi. Un quesito cui risponde lo stesso analista di CryptoQuant, secondo il quale il trend in atto potrebbe innescare un rally di Ethereum. Una crescita che dovrebbe avere luogo nel medio termine.
A concordare sulla sua tesi sono del resto molti altri analisti. Anche se, come del resto accade nel caso di Bitcoin, le previsioni assomigliano più che altro ad una speranza. Alcuni di loro, infatti, si spingono a prevedere una crescita sino a 20mila dollari del prezzo di ETH. Per capire meglio l’enormità della previsione basterà ricordare che, al momento, il valore di Ethereum è di poco superiore ai 3800 dollari.
Una crescita di questo genere corrisponderebbe quindi al 420% del valore attuale, portando il token a scalzare Bitcoin. Ipotesi che non è mai stata presa in considerazione prima e che sembra al momento pura fantascienza.