Dove si trova il fiume Natisone? Si tratta di un importante fiume del Friuli Venezia Giulia, principale tributario del fiume Torre in cui sfocia e affluente del fiume Isonzo. Il suo nome deriva da Nadison in friulano, Nediža o Nadiža in sloveno.
Il Natisone nasce in Italia, a circa 415 metri di altezza, vicino a Prossenicco, frazione di Taipana, al confine tra il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia.
La portata minima del fiume solitamente varia tra i 0,8 e 2,50 metri cubi al secondo, ma è spesso soggetto, nelle stagioni piovose, a piene improvvise.
Nei giorni scorsi, infatti, dopo le violentissime piogge che si sono registrate, in pochi minuti la portata è cresciuta e arrivata fino ad oltre 200 metri cubi al secondo. Un’ondata improvvisa che ha travolto ogni cosa dentro il suo alveo.
Dove si trova il fiume Natisone: il percorso
Per un tratto il Natisone segna il confine e poi continua il suo percorso in territorio sloveno. Rientra però in Italia nei pressi di Stupizza e comincia a scorrere nella cosiddetta Val Natisone.
Qui riceve l’aiuto delle sorgenti Poiana, Arpit e Naklanz ed a Ponte San Quirino del fiume Alberone. In questa particolare zona il Natisone è caratterizzato dalla notevole erosione dell’alveo che dà luogo a vere e proprie forre nei pressi delle frazioni di Vernasso e Ponte San Quirino.
Lungo il suo corso italiano, il Natisone attraversa i comuni di Pulfero, San Pietro al Natisone, Cividale del Friuli, Premariacco, Manzano, San Giovanni al Natisone e confluisce nel Torre nei pressi di Trivignano Udinese.
È possibile percorrere il fiume anche a piedi passeggiando sulle sue sponde. Si parte dal Tempietto Longobardo, all’esterno del quale è possibile ammirare l’incantevole forra del Natisone nella parte relativa alla sponda sinistra del fiume. Si passa poi per Porta Patriarcale e si imbocca via Monastero Maggiore. Qui si sale per riva Pozzo di Callisto, dove si incontra un pozzo, eretto esattamente dietro all’abside del duomo, che pesca nella sottostante falda del fiume.
Proseguendo, ci si ritrova in piazza del Duomo. Da qui, camminando per via Paolino d’Aquileia, si arriva al ponte del Diavolo, sul quale chi si ferma potrà ammirare nuovamente la sottostante forra del Natisone.
Subito dopo aver percorso il ponte, all’altezza della chiesa di San Martino si imbocca un sentiero che conduce al belvedere. Da qui è possibile osservare le tante case del centro storico nate intorno al fiume, le mura della città e la sagoma del duomo che si stagliano di fronte al punto principale di osservazione.
Il cammino poi può proseguire attraverso una sentiero che però tende a modificarsi in conseguenza di piene del fiume. Questo percorso comunque costeggia sempre da molto vicino il corso d’acqua fino al punto in cui l’alveo si allarga, anche dopo gli interventi di sistemazione. In corrispondenza si vede di fronte a sé l’edificio del Tempietto Longobardo.
Il Natisone è pericoloso?
Il Natisone, viene spesso considerato come un fiume pericoloso e difficile da gestire, questo perché nasconde tante insidie.
Dopo la tragedia avvenuta pochi giorni fa proprio a causa dell’improvvisa piena del Natisone sono state rese noti i dati della portata d’acqua del fiume durante quelle drammatiche ore.
I dati raccolti ed esaminati si riferiscono alle misurazioni a monte del luogo della tragedia. Numeri fondamentali per comprendere al meglio l’eccezionalità dell’evento che ha coinvolto i tre ragazzi travolti dalla piena.
Di fatto il fiume impiega una ventina di minuti per raggiungere il luogo della tragedia.
Alle 11.30 la portata d’acqua era ancora soltanto di 20 metri cubi al secondo, all’interno di un letto molto ampio. Alle 13, cioè quando i ragazzi erano già sul greto, la portata è diventata improvvisamente di 135 metri cubi al secondo. Poco dopo i ragazzi sono stati raggiunti dalla piena e hanno lanciato l’allarme in contemporanea con numerosi passanti. Alle 15 la portata del Natisone è salita addirittura a 250 metri cubi, facendo scattare immediatamente le disperate e pericolose ricerche dei vigili del fuoco con natanti e il gruppo sommozzatori.
Forse a monte c’è una diga che possono avere aperto?