Immaginate di provare tutti gli effetti di una sbornia… Senza aver bevuto una goccia di alcol. Questa è la sconvolgente realtà per chi soffre della sindrome dell’autoproduzione di birra, una rara condizione medica che causa la fermentazione interna di carboidrati in alcol all’interno del corpo.

In questo articolo vedremo in cosa consiste la sindrome dell’autoproduzione di birra, quali sono le cause, i sintomi, la diagnosi e i potenziali trattamenti di cura.

Cos’è la sindrome dell’autoproduzione di birra

Il lievito di birra è presente in molti alimenti, come pane, vino e, naturalmente, birra. Di solito, questi microrganismi passano attraverso il nostro corpo senza problemi. Alcune persone prendono addirittura integratori probiotici contenenti lievito di birra, noto come Saccharomyces.

Tuttavia, in rari casi, i lieviti possono stabilirsi nell’intestino e potenzialmente causare problemi, secondo il dottor Joseph Heitman, microbiologo della Duke University.

“I ricercatori hanno dimostrato chiaramente che i Saccharomyces possono crescere nel tratto intestinale”, afferma Heitman a The Salt. “Ma non è ancora chiaro se sia associato a qualche malattia” o se possa far ubriacare una persona dall’interno.

Esaminando la letteratura scarsa su questa sindrome, si sono ritrovati dei casi simili. Alcuni di essi, in Giappone, risalgono agli anni ’70. Nella maggior parte dei casi, le infezioni si sono verificate dopo l’assunzione di antibiotici, che possono eliminare i batteri intestinali e permettere ai funghi, come il lievito, di prosperare. Altri casi si sono verificati in persone con malattie che sopprimono il sistema immunitario.

Questi funghi prosperano nell’intestino e trasformano gli zuccheri, come i carboidrati, in etanolo, facendo sentire i pazienti ubriachi.

Quali sono i sintomi della sindrome dell’autoproduzione di birra

La sindrome dell’autoproduzione di birra, conosciuta anche come sindrome della fermentazione intestinale o malattia da ubriachezza, presenta i classici sintomi dell’ubriacatura:

  • Disorientamento
  • Difficoltà a parlare
  • Confusione mentale
  • Andatura incerta e inciampi
  • Vertigini
  • Stanchezza
  • Nausea ed eruttazione

Questi sintomi possono far sembrare i pazienti ubriachi anche senza aver bevuto alcolici. Ci sono stati casi di persone multate o a cui è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza nonostante fossero astemie. Un esempio è un uomo belga di quarant’anni che è stato assolto dopo aver scoperto di avere questa sindrome.

Da cosa è causata questa sindrome

La sindrome è causata dalla presenza eccessiva di batteri o funghi nell’organismo che fermentano l’alcol etilico. Questo può essere scatenato da vari fattori, tra cui:

  • Dieta ricca di carboidrati e zuccheri raffinati
  • Uso eccessivo di antibiotici
  • Sindrome dell’intestino corto
  • Sindrome da Contaminazione Batterica del Tenue (SIBO)

Come si cura la sindrome dell’autoproduzione di birra

Il trattamento della sindrome prevede una combinazione di:

  • Terapia farmacologica (con cicli di farmaci specifici come azoli e polieni)
  • Dieta (ridotto consumo di carboidrati)
  • Integratori per affrontare carenze nutrizionali e supportare la salute generale

Per diagnosticare la sindrome della produzione di birra automatica, i pazienti vengono sottoposti a un test dei carboidrati sotto stretta sorveglianza in ospedale, per assicurarsi che l’alcol eventualmente presente provenga dall’intestino e non da una bevanda.

Di solito si raccolgono campioni delle secrezioni intestinali per identificare le specie microbiche responsabili della trasformazione dei carboidrati in alcol. In questo modo si può stabilire quale farmaco antifungino è più efficace per eliminare quel particolare ceppo microbico.

Anche la dieta è una parte essenziale della terapia. Di solito viene prescritta una dieta chetogenica, che permette di eliminare tutti i carboidrati. Inoltre vengono inclusi i probiotici nella propria alimentazione.

Nonostante questi trattamenti, i pazienti spesso ricadono in questa sindrome, con tutti i suoi sintomi, quando assumono nuovamente antibiotici o incontrano altri fattori scatenanti che permettono ai funghi di ricrescere.

Questa condizione rara sottolinea l’importanza della ricerca medica continua e dell’attenzione a malattie poco conosciute che possono influenzare significativamente la vita e il comportamento delle persone.

Una dieta appropriata può ridurre i sintomi di questa sindrome

La sindrome dell’autoproduzione di birra è una rara malattia in cui la normale flora intestinale viene sovrastata da funghi che producono alcol dai carboidrati attraverso la fermentazione.

È possibile che ci sia un collegamento con altre malattie come il diabete o problemi al fegato, oltre a una componente ereditaria. I funghi più spesso coinvolti sono il Saccharomyces cerevisiae e alcune specie di Candida come la C. albicans, e anche i batteri potrebbero giocare un ruolo.

Nel caso di una paziente, aveva assunto diversi antibiotici e un inibitore della pompa protonica per problemi di stomaco dovuti a infezioni ricorrenti delle vie urinarie. Successivamente, ha iniziato a sentire un’eccessiva sonnolenza e a sperimentare attacchi di sonno improvvisi mentre lavorava o cucinava, che hanno portato a ricoveri ospedalieri.

Dopo la diagnosi, le sono stati somministrati farmaci antifungini e le è stata consigliata una dieta a basso contenuto di carboidrati. Col tempo, i sintomi sono scomparsi definitivamente.

I medici sottolineano l’importanza di investigare tempestivamente sulla sospetta sindrome dell’autoproduzione di birra, “poiché ritardi nel trattamento possono prolungare le conseguenze fisiche, sociali e finanziarie“. Attualmente, non esiste una procedura diagnostica standardizzata.

Secondo gli scienziati, anche le persone sane producono alcol, più precisamente etanolo, durante la digestione, ma solo in piccole quantità. Gli esperti sospettano che ci siano molti casi non segnalati di sindrome dell’autoproduzione di birra. Spesso, le persone intorno a chi ne soffre possono sospettare erroneamente che siano alcolisti e che non lo ammettano.