Anche quest’anno, nessuno potrà commemorare la strage di piazza Tienanmen in Cina. Il 4 giugno, in occasione del 35esimo anniversario della sanguinosa repressione militare delle proteste pro-democrazia, le commemorazioni sono vietate non solo nella madrepatria, ma anche a Hong Kong.

Il 35esimo anniversario della strage di piazza Tienanmen in Cina

Il 4 giugno 1989, le truppe cinesi avevano represso violentemente le manifestazioni studentesche pro-democrazia, uccidendo diverse centinaia di persone. Le proteste pacifiche, in corso da una settimana, erano represse quando il Partito Comunista aveva inviato carri armati, veicoli blindati e truppe d’assalto in centro città. Sebbene la commemorazione del 35esimo anniversario sia stata vietata in Cina e a Hong Kong, sono previsti eventi a Taipei, New York e Londra.

Il governo cinese vieta sia le discussioni che le commemorazioni pubbliche e private riguardanti l’evento. Anche gli eventi organizzati per commemorare il 4 giugno a Hong Kong sono stati soffocati dopo l’imposizione delle leggi sulla sicurezza nazionale nel 2020 da parte di Pechino. Nonostante i tentativi del governo di cancellare la memoria di quella giornata, il suo significato rimane di grande rilevanza nel panorama sociale del paese. Coloro che desiderano commemorare l’evento sono spinti a trovare modi creativi per farlo o viaggiare all’estero, evitando persecuzioni.

La denuncia di Human Rights Watch

Pechino non ha previsto una commemorazione ufficiale dell’evento. Human Rights Watch, un’organizzazione non governativa con sede a New York che si occupa di diritti umani, ha denunciato che:

Il governo ha imprigionato coloro che in Cina e Hong Kong hanno cercato di onorare la memoria delle vittime, rifiutandosi di riconoscere la responsabilità delle uccisioni di massa o di fornire risarcimento alle vittime e alle loro famiglie.

La direttrice ad interim per la Cina dell’organizzazione ha accusato il governo cinese di cercare di “cancellare la memoria del massacro di Tienanmen in tutta la Cina e a Hong Kong”. Human Rights Watch ha segnalato che in vista dell’anniversario dell’evento diverse persone sono state arrestate o poste sotto sorveglianza. Tra queste vi è uno dei fondatori delle “Madri di Tienanmen”, un gruppo di parenti delle vittime del massacro del 1989, e anche un avvocato attivista e un’attivista studentesca.

L’organizzazione ha esortato la comunità internazionale a fare pressioni sul governo cinese affinché assuma la propria responsabilità sugli eventi accaduti 35 anni fa:

La comunità internazionale non dovrebbe dare a Pechino il permesso di non aver affrontato le atrocità del massacro di Tienanmen o di continuare a perseguitare coloro che mantengono viva la memoria del massacro. I governi stranieri dovrebbero cogliere l’opportunità del 35° anniversario e rinnovare i loro impegni per intraprendere azioni forti, coordinate e basate su principi contro il peggioramento della situazione dei diritti in Cina.